Il Continuum di consapevolezza


iceburgIl continuum di consapevolezza è la coscienza, continuamente mutevole, dei cambiamenti, momento per momento, dentro e fuori da noi, senza preconcetti, senza giudizio, senza attribuzione di etichette negative o positive. E’ concentrazione, nessuna interpretazione, è il linguaggio della responsabilità perché mentre lo facciamo ci assumiamo in pieno almeno la responsabilità di noi stessi. Nel senso che ci rendiamo consapevoli e responsabili dei nostri comportamenti, sensazioni, emozioni, pensieri, ricordi, di tutti i nostri livelli dell’esperienza. Il continuum di consapevolezza è proprio l’esperienza incarnata del “qui e ora”:

- penso, immagino, ricordo

- vedo, ascolto, tocco con il corpo, percepisco con l’olfatto, il gusto,

- provo a livello emotivo, di stati d’animo, di sentimento e emozione

- sperimento il mio corpo nello spazio e nel tempo, mi sposto e ascolto consapevolmente il nuovo modo di stare sapendo dove sto I diversi livelli dell’esperienza sono alternativamente in figura per un attimo mentre tutto il resto recede sullo sfondo della consapevolezza.

E’ una tecnica che consente di scoprire e esplorare in maniera neutra parti e momenti che nella vita di tutti i giorni facilmente ci perdiamo. Serve a concentrarsi, a radicarsi in se stessi e nel momento che si sta vivendo. L’assunto teorico è che l’esperienza soggettiva è un processo complesso che comprende l’interazione dinamica tra sensazioni, pensieri, immagini mentali, emozioni etc. e riguarda il corpo, la mente, ciò che proviamo a livello emotivo, ciò che comunichiamo. L’esperienza è soggettiva proprio perché concerne il nostro personale modo di “essere al mondo”, deriva da noi stessi e come tale non può essere mai identica a quella di un’altra persona. L’esperienza in sé può solo essere comunicata in maniera simbolica (vedo, ascolto, penso, provo, mi sposto….), e più tali simboli sono accurati e fedeli a ciò che sta succedendo “dentro la nostra pelle”, e più la comunicazione dell’esperienza soggettiva diventa chiara, a noi e all’altro. La consapevolezza di noi stessi è alla base dell’”autenticità” rogersiana e quindi dell’atteggiamento rispettoso e accettante che ne consegue.

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