Un seminario esperienziale “dietro le quinte”: L’intelligenza del cuore


cuore_cervelloUn seminario esperienziale nasce da una lunga preparazione prima di tutto teorica e poi dalla stesura di una struttura lavorativa che, nel corso del tempo, viene rivista più volte nei minimi dettagli fino a raggiungere la forma che meglio rappresenta, naturalmente secondo i conduttori, lo spirito per il quale quella particolare idea di seminario è nata. Spesso i seminari organizzati dalla nostra sede prevedono, in più, la presenza e partecipazione di circa 40 persone di provenienza molto diversa e quindi è sempre molto importante trovare un modo che salvaguardi il lavoro individuale di tutti senza intaccare i momenti, energeticamente più esplosivi, di lavoro comune.

 

Il tema centrale di questo seminario è la competenza emotiva, come cioè ci relazioniamo con le nostre emozioni (le riconosciamo, le utilizziamo per “ricattare” emotivamente gli altri, per convincerli/costringerli a stare dalla nostra parte, per impietosirli, ecc. siamo consapevoli dei “giochi” relazionali - termine preso a prestito dall’Analisi Transazionale, molto presente in questo seminario - che mettiamo in atto?).

Ma per arrivare a contattare le nostre emozioni ed esprimerle in un gruppo di sconosciuti abbiamo bisogno di un approccio “leggero”, soft, basato soprattutto sulla socializzazione, di una iniziale auto esplorazione cognitiva, della condivisione in piccoli gruppi e del divertimento. Ecco che la giornata di venerdì (pomeriggio e sera) si prefigge soprattutto di raggiungere questi obiettivi attraverso il lavoro nel grande gruppo, alcuni momenti di centratura personale, la condivisione in piccoli gruppi (nel seminario denominati affettuosamente “famiglie”, esperienze sensoriali al buio o ad occhi aperti più o meno “forti” e sfilate emotive ludiche ancorché profonde e spunto di grandi riflessioni.

Tutto questo condito dalle prime posizioni della “danza delle ombre” e concluso con un rito comune della buona notte che prelude all’intenso Sabato. Sabato che inizia con un momento di scioglimento corporeo che ci serve a comprendere quanta fatica facciamo a cercare di controllare costantemente le nostre emozioni e come invece possa essere liberatorio ed esaltante a volte lasciarle fluire liberamente. Il resto della mattinata è la continuazione dell’auto esplorazione (al livello razionale) del proprio panorama emotivo. In questo caso lo facciamo compilando un questionario sulla nostra consapevolezza emotiva ed analizzando nello specifico (grazie agli strumenti acquisiti il giorno prima) alcune nostre reazioni emotive particolari nei contesti in cui le proviamo. Dopo aver “danzato” altre due emozioni primarie il pomeriggio è dedicato all’individuazione dei propri errori emotivi e alla presa di responsabilità individuale rispetto a questi.

Questo è un concetto base in Analisi Transazionale o in Gestalt e prevede, da parte del singolo individuo, la consapevolizzazione del “proprio pezzo di responsabilità” nella relazione ed il cosiddetto “cambiamento del copione relazionale”. In parole povere io posso cambiare il mio modo di relazionarmi all’altro ed osservare gli effetti che questo mio cambiamento porta alla relazione piuttosto che aspettare sempre che l’altro diventi come io vorrei che fosse.

Ecco che, dopo avere analizzato da fuori e razionalmente il nostro panorama emotivo, averlo contestualizzato nella realtà di tutti i giorni, avere individuato i nostri errori emotivi ed averli “messi in scena” trovando nuovi sentieri e nuove possibilità relazionali, la giornata può concludersi con una serie di lavori personali in gruppo relativi ai vissuti emersi fin qui. Domenica, dopo le ultime posizioni della “danza delle ombre” possiamo aprire il nostro cuore e il modo per farlo è attraverso alcune difficili “prove”: imparare a dare e a ricevere riconoscimenti, imparare a dare a noi stessi i meriti per le cose buone che facciamo e imparare a rifiutare le cosiddette “carezze di plastica”, cioè quei riconoscimenti che sentiamo non veri oppure che sottolineano positivamente solo o principalmente un aspetto della nostra persona, trascurandone altri per noi altrettanto fondamentali.

Superate queste prove difficili possiamo progettare il futuro attraverso alcuni piccoli mini-progetti personalizzati in cui ci impegniamo a definire tempi e modalità realizzative di un singolo passo concreto in un settore della nostra vita che ci sta particolarmente a cuore e che faremo non appena rientrati a casa. L’impegno di ognuno dei partecipanti al corso sta proprio nel provare a realizzare questo piccolo “passo concreto” e nell’individuare all’interno del gruppo una persona a cui poter relazionare i progressi ma anche le difficoltà nell’affrontare questo “compito a casa”.

Il seminario, dopo due giorni e mezzo di lavoro davvero intenso si conclude con una celebrazione della separazione, rito in uso tra gli indiani d’America che vuole celebrare qualcosa che spesso può provocare dolore e difficoltà (la separazione appunto) ma che è indispensabile e sano nella vita di ogni individuo.

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