Il 13.12.2006 la FAIP è riconosciuta come full member dell’EAC (European Association of Counseling). Nell’incontro di Laren in Olanda nel 2007 la FAIP presenta una richiesta formale a tutte le associazioni italiane di counseling di confederarsi sotto un’unico umbrella per comparire presso la rappresentanza europea del direttivo EAC come unica associazione democratica con un unico rappresentante. Le associazioni di counseling presenti in Italia sono: FAIP, AICO, SICOOL, REICO, ANCORE, SICO, CNCP.
Dopo un lungo lavoro di relazioni e di dialogo tra i rappresentanti di queste associazioni nel luglio del 2007 viene siglato il protocollo di reciproco riconoscimento tra le associazioni di counseling FAIP, AICO, SICOOL, ANCORE e in un secondo tempo, REICO.
A questo protocollo scelgono di non partecipare CNCP e SICO seppur invitati più volte a prendere parte al dibattito. FAIP e le altre associazioni scelgono comunque di riconoscere unilateralmente SICO e CNCP poiché in possesso dei requisiti minimi richiesti dagli standard europei per la formazioni in counseling.
Le relazioni procedono e s’intensificano fino alla conferenza dell’Ottobre 2008 “Certificare i counselor e diffondere il counseling” a Roma, in cui le associazioni sanciscono il loro riconoscimento reciproco costituendosi in un contenitore associativo denominato FAIC (Federazione delle Associazioni Italiane di Counseling) al fine di mantenere aperto il reciproco dialogo. Il contenitore FAIC ribadisce l’adesione agli standard internazionali della EAC e della NBCC della professione del counseling.
Con la costituzione della FAIC la FAIP ha portato a termine il mandato ricevuto dall’EAC nel 2007 di costruire un umbrella in cui far confluire le associazioni italiane di counseling. La FAIC non ha intenti operativi anche per la divaricazione di intenti e di interessi dei gestori dei diversi registri che, pur essendo in reciproca concorrenza, sono comunque rispettosi degli ambiti di attività di ciascun registro e rispettano il comune codice deontologico che, all’art. 4, impegna gli aderenti al rispetto reciproco: “I rapporti tra i Counselor devono ispirarsi ai principi del rispetto reciproco, della lealtà e della colleganza, della corresponsabilità e dell’armonia”.
I contatti con la NBCC presentano un impatto molto più operativo e concreto della semplice rappresentanza che è attiva all’interno della EAC; con i colleghi americani viene proposto e realizzato un importante convegno bilaterale tra Italia ed Usa sulle metodologie, sul riconoscimento e la certificazione del counseling. I sistemi di certificazione di competenze vengono importate in Italia sia nel modello degli standards della NBCC che nel processo di certificazione internazionale proposto dal CACREP. Il modello NBCC, che potrà essere di grande utilità qualora il riconoscimento delle nuove professioni passasse attraverso “certificazioni di competenza”, è stato concesso ai counselor italiani mediante un international agreement su “certification/registry/programs” firmato da Andreea Szilagyi, delegata NBCC per l’Europa, e Vincenzo Masini.
La regolamentazione professionale e la FAIP in Italia.
Il counseling fa parte delle professioni non regolamentate la cui prima legittimazione in Italia si presenta nel 1989, quando viene istituito presso il CNEL un archivio di tali professioni che, ad oggi, rimane l’unico riferimento per l’apertura di partita iva o per l’esercizio di tali attività. I registri delle professioni sono gestiti dalle associazioni ed ad ogni professionista, accreditato dalla sua associazione professionale, viene attribuito un numero progressivo da citarsi nella fatture professionali emesse.
La FAIP ha depositato il suo registro nel 2004 ed è censita nel settore “Cura Psichica” con il numero 030. I registri di counseling presenti presso il CNEL sono quelli dell’AICO, ANCORE, SICOOL e SICO. Presso il CNEL non è presente il registro REICO, né alcun registro che faccia capo al CNCP o all’ASPIC.
Quando le professioni non regolamentate appaiono in Italia, il presidente del CNEL istituisce un archivio delle professioni, che in seguito diverrà “Presidenza delle professioni”. I liberi professionisti delle nuove professioni non regolamentate sono prevalentemente autonomi, ma anche dipendenti e parasubordinati, fortemente motivati e con un elevato livello di esperienza e formazione e rappresentano oggi un importante sistema propulsivo dell’economia italiana, anche in momento di crisi. Secondo le stime del CNEL sarebbero circa 2 milioni e mezzo di lavoratori impegnati nelle aree più diverse e raggruppati in: Arti, Scienze, Tecniche, Comunicazione d’impresa, Medicina non convenzionale, Servizi all’impresa,
Area Sanitaria, Cura psichica.
I professionisti inizialmente si muovevano nella direzione di diventare albi e collegi, ma, grazie agli orientamenti più avanzati europei proposti in Italia dal Colap, si opta per la costruzione di un testo legislativo di riconoscimento delle Associazioni professionali al fianco delle Professioni Ordinistiche. Infatti l’Italia è l’unico Paese europeo ad avere le Professioni ordinistiche e i Coordinamenti o Associazioni di secondo livello cercano di far legittimare l’intraprendenza economico e sociale delle nuove professioni. Nel 2005 la direttiva europea 36/CE, indica nelle associazioni professionali i soggetti che rappresenteranno in Europa la voce dei professionisti, e sulla base di questa direttiva viene emanato il DLGS 206 del 2007 (recepimento della direttiva qualifiche professionali 36/2005/CE) che nell’articolo 26 promulga le caratteristiche che un’associazione professionale deve avere per poter essere tale. Da quel momento il CNEL interrompe la possibilità di depositare nuovi registri presso la propria banca dati e rimanda il recepimento di nuovi registri professionali al Ministero di Giustizia.
La FAIP è entrata nel Colap (Coordinamento delle libere professioni) nel 2006 nel periodo dei II° Stati Generali delle Associazioni Professionali, per abbracciare la possibilità di presentarsi in sedi governative e ministeriali con unica veste e battersi per la definizione del riconoscimento delle libere professioni, insieme alle altre associazioni professionali non ancora regolamentate (tributaristi, amministratori di condominio, shiatzuka, informatici, allenatori, ...).
Il Colap promuove e appoggia alcuni disegni di legge presentati in Parlamento tra cui la riforma della Professioni Mastella, poi quella Mantini, fino al disegno di legge più recente presentato dalla sen. Fioroni che contiene l’importante novità di riconoscere come referente delle nuove professioni il Ministero dello Sviluppo Economico. Nelle proposte di legge supportate dal Colap il punto cardine è il riconoscimento delle associazioni professionali, come portatrici di un know-how che sa rinnovarsi ed essere flessibile nel mercato. La FAIP con il Colap, prepara e presenta, nei primi mesi del 2008, al Ministero della Giustizia, tutta la documentazione per essere riconosciuta come associazione professionale.
Con la caduta del Governo Prodi le commissioni del gabinetto Mastella, promotore di un disegno di legge interessante e favorevole al riconoscimento delle professioni non regolamentate, si sciolgono e viene persa TUTTA LA DOCUMENTAZIONE presentata dalle associazioni. Il Colap sceglie di non fare una battaglia sulla stampa denunciando questa incredibile e sospetta inadempienza e mostra una debolezza politica che apre lo spazio alla crescita di una nuova Associazione di coordinamento interprofessionale: Assoprofessioni.
Intanto la FAIP presenta per conto proprio la documentazione che è considerata in regola, eccezion fatta per alcune precisazioni richieste circa la presenza su tutto il territorio nazionale.
Lo sviluppo di Assoprofessioni appare un processo interessante: Prima di tutto perché si inserisce in un contenitore storico dell’artigianato e della piccola impresa, il CNA, che vanta crediti e rappresentanze istituzionali consolidate ma che è completamento scoperto sul piano della rappresentanza sociale delle professioni non regolamentate. Il CNA propone l’adesione al suo circuito da parte dei professionisti individuali o associati. La FAIP aderisce ad Assoprofessioni nel Gennaio del 2009, senza uscire dal Colap ma mantenendo un equilibrio di mediazione e di “counseling” tra questi due coordinamenti nazionali. Le considerazioni che hanno fatto operare questa scelta sono molte.
Prima di tutto la contesa tra Colap e Assoprofessioni verte su una questione rilevante: Riconoscere le associazione dei professionisti è l’obiettivo del Colap, riconoscere i Professionisti è l’obiettivo di Assoprofessioni. Queste due prospettive concernono l’autonomia dei professionisti, la definizione degli ambiti della loro attività, la possibilità di evoluzioni future delle professioni, i rapporti con il sistema ordinistico, in un quadro di assenza di scelte di politica professionale da parte del Governo Italiano. Al momento non è ancora chiaro l’orientamento governativo in una direzione o nell’altra anche perché, in epoca di crisi, qualunque atteggiamento proibizionista nei confronti del lavoro è naturalmente poco popolare.
Ultimi provvedimenti e previdenza
L’unico elemento rilevante è attualmente la sentenza del TAR del 11 febbario 2009. Gli Ordini Professionali dei commercialisti, degli ingegneri, dei periti industriali, dei geologi e dal CUP avevano presentato un ricorso contro il dlgs 2006/2007 ed iniziato una gigantesca battaglia giudiziaria che si conclude con la sentenza del TAR del Lazio che dichiara inammissibile il ricorso degli ordini professionali contro l’art.26 che dettava le norme per l’individuazione delle Associazioni Professionali.
Al convegno del 19 marzo 2009 Assoprofessioni/CNA, ha presentato la proposta di diminuire l’aliquota previdenziale a carico del professionista, facendo però emergere il sommerso, in maniera tale da non gravare sulle casse dello Stato per un “mancato gettito di oltre35 milioni di euro per ogni punto percentuale in meno” (ItaliaOggi del 20 Marzo 2009). Attualmente infatti il libero professionista non regolamentato versa una quota del 26%, nella gestione separata dell’INPS. Viene chiesto che l’aliquota non superi il 22% per avvicinare la quota INPS a quella delle casse mutue private delle professioni ordinistiche (in genere il 14%).
La terza area della formazione
FAIP ha deciso di aderire sia a Colap che ad Assoprofessioni perché ritiene che, in ambedue i casi (riconoscimento delle associazioni o dei professionisti) il nucleo centrale sia quello della formazione di tali professionisti, sia che tale competenza debba essere stabilita all’interno delle associazioni sia che la sua qualità debba essere certificata da un soggetto terzo.
Il quadro formativo in cui nascono le nuove professioni è infatti quello del fallimento della riforma universitaria detta del “3 + 2” che introduceva nell’Università Italiana le lauree brevi che avrebbero dovuto essere orientanti verso una professionalizzazione in linea con i tempi e le richieste del mercato delle professioni. L’Università ha fallito in questo progetto e lo spazio per la formazione di professionisti dei servizi alla persona, alle imprese, al mercato è stato riempito dal fiorire di molteplici iniziative di formazione nate direttamente dalla società civile.
Questa terza area di formazione, estranea sia all’accademia universitaria sia ai percorsi regionali dei corsi IFTS, è la vera novità che ha tenuto a battesimo la nascita dei professionisti delle professioni non regolamentate.
La caratteristica centrale di questi modelli formativi è infatti quella esperienziale ovvero l’apprendimento mediante la personale rielaborazione, il confronto con altri e la socializzazione dei vissuti professionali.
Proprio per questo motivo l’esperienza del counseling maturata in anni di lavoro ci ha consentito di partecipare al lavoro del Colap e di Assoprofessioni portando un contributo a questo livello, proprio in ragione dell’appartenenza ad una comunità internazionale di counselor con standards formativi consolidati e con la possibilità di fare riferimento ad essi in vista di qualunque certificazione di competenza.
Ricerche sulla professione di counselor
La FAIP ha partecipato con atteggiamento critico alla ricerca promossa dall’ISFOL sulle nuove professioni. In tale ricerca si mirava a costruire un sistema di criteri, di competenze e di abilità tipici dell professioni non regolamentate.
L’ISFOL, Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori, è l’organismo parastatale che si occupa di ricerca per conto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e si sta muovendo in modo burocratico sul fronte della individuazione dei parametri delle libere professioni. La complessificazione burocratica avviene su tre livelli: 1.competenze, 2.ricerca, 3. riconoscimento/certificazione. L’obiettivo è quello di decidere i parametri in cui imprigionare le libere professioni. Ciò avviene spesso contro il parere delle associazioni professionali che partecipano alla ricerca.
Anche gli orientatori italiani, che si occupano da più di 10 anni di bilancio di competenze, sono stati soppiantati dal modello francese che definisce tale attività come un servizio a se stante, distinto dagli altri servizi di orientamento eserciatato da un’equipe composta da almeno tre figure: il consulente di bilancio, l’operatore dell’informazione e il responsabile della sede. Qualora vengano somministrati dei test è previsto l’intervento di uno psicologo. In tal modo la consulenza di bilancio di competenze diviene un’area non riconosciuta agli orientatori.
Rispetto al counseling l’Isfol e il gruppo di ricerca ha deciso autonomamente di convocare i counselor per dare loro una definizione di counseling mediante una analisi delle competenze che costruisca un metro di riconoscimento chiamato “counscard”. Questa operazione espropria i counselor della costruzione della propria professione.
Alcune proposte fatte dalla FAIP renderebbero la ricerca più vicina ai bisogni reali, più flessibile, duttile, rapida (gravando meno sulle tasche del governo per spendere i denari là dove realmente ha senso). Intanto la couns-card che non ha preso alcuna forma, e la collaborazione con l’eurocadres è naufragata anche a livello centrale europeo. I gruppi di lavoro sulle varie regolamentazioni europee in fatto di counseling non hanno ancora dato, dopo un anno, alcun frutto concreto e la scelta dell’ISFOL è stata quella di farsi affiancare da rappresentanti SICo, mentre la FAIP ha abbandonato la collaborazione a tale ricerca. Tale critica è stata riferita sia al Colap che ad Assoprofessioni.
Il rapporto con l’Ordine degli Psicologi
L’Ordine degli Psicologi vieta a tutti gli iscritti all’ordine di insegnare tecniche psicologiche ai non psicologi (Art. 21 del Codice Deontologico degli Psicologi). Per questo motivo alcuni colleghi psicologi sono stati invitati dall’Ordine a rispettare tale indicazione ed hanno cessato l’attività presso alcune scuole di counseling. In linea di massima le scuole aderenti alla FAIP si sono attenute alla definizione di counseling votata nel convegno di Ostia del 2006 “"Il Counseling è una relazione d’aiuto che muove dall’analisi dei problemi del cliente, si propone di costruire una nuova visione di tali problemi e di attuare un piano di azione per realizzare le finalità desiderate dal cliente (prendere decisioni, migliorare relazioni, sviluppare la consapevolezza, gestire emozioni e sentimenti, superare conflitti)". In tale definizione, e nel documento programmatico del counseling votato dal Direttivo, non solo non vi è esplicito riferimento alla psicologia ma si propone una dimensione del counseling come atteggiamento di aiuto ben diverso dalla professione dello psicologo. Proprio per questo motivo le scuole di counseling sottoposte ad accertamento da parte dell’Ordine degli Psicologi che si sono attenute a tale indicazione hanno ottenuto il non luogo a procedere (vedi sentenza n. 1558 del 13.03.2007 che non riscontra alcun elemento a carico della Scuola Transteorica di Counseling “PREPOS”).
Il counseling non si presenta infatti con un indirizzo psicologico ma pedagogico, filosofico, sociologico, antropologico, umanistico ed è applicato nei settori più diversi della relazione sociale.
Al fine di stabilire una linea di distinzione tra counseling e psicologia la FAIP ha proposto all’Ordine degli Psicologi una collaborazione costruttiva nel pieno rispetto delle diverse aree di attività.
Anche in questo caso il baricentro della questione è la formazione del professionista ed il fatto di avere già redatto in termini chiari un approccio multidisciplinare al counseling nel documento programmatico del 2003 pone la FAIP in una posizione chiara e inequivoca in questo aperto confronto. Anche rispetto alla certificazione delle competenze dei counselor l’idea guida di far intervenire un terzo nel momento della validazione del percorso formativo, ha avuto e mostra tuttora un notevole grado di chiarezza e di efficacia. Ciascuna scuola forma i propri professionisti ma l’esame è svolto di fronte ad una commissione il cui Presidente è il direttore di un’altra Scuola di Counseling.
Raccomandazioni alle scuole di counseling
In questo quadro di impegno e di iniziative che sono condotte ad esclusico titolo volontario dai membri della commissione counseling della FAIP si fa presente la necessità di una maggior collaborazione con la nostra federazione anche per la mole di lavoro che grava su poche persone. Inoltre molte scuole disattendono alle indicazioni sui modelli formativi ed espongono la federazione a rischi perché preferiscono appoggiarsi sul personale narcisismo ed autoreferenzialità piuttosto che ad un aperto, liberale e democratico stile di lavoro e di collaborazione. Ciò riguarda sia la lentezza con cui presentano le richieste di tutoring, in alcuni casi viste come una intromissione indebita di controllo nelle loro faccende interne e non come un sano servizio di collaborazione attiva allo sviluppo della professione, sia nella richiesta di commissari di esame, sia nella informazione sulle linee guida co-costruite nella federazione che hanno condotto la FAIP ad importanti traguardi di cui tutti gli iscritti possono giovarsi.
Vincenzo Masini
Direttore Commissione Counseling della FAIP
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