QUANDO GIUDICHI GLI ALTRI, NON DEFINISCI LORO, DEFINISCI TE STESSO!


Ognuno di noi ha la sua visione della realtà materiale in base alla propria consapevolezza e alla propria struttura psico-fisica. Quindi non esiste una realtà unica, ma tante piccole realtà soggettive, diverse a seconda di come i nostri sensi le percepiscono. Tutto è giusto e tutto è sbagliato.

Il rosso e il verde sono così per tutti? No. Pur essendo dei colori, non verranno mai percepiti da tutti in modo uguale: i daltonici li vedranno in modo diverso. Quella è la loro realtà. I nostri sensi sono imperfetti ed è possibile dimostrarlo con un esperimento: 

Esperimento sull’inattendibilità dei 5 sensi

Per essere più chiara, ti descriverò un esperimento che puoi riprodurre anche tu a casa tua. Basta munirsi di 3 secchi di acqua: il primo con acqua calda, il secondo con acqua fredda e il terzo con acqua tiepida. Immergi una mano nel primo e l’atra mano nel secondo. Dopo una decina di secondi, immergile entrambe nel terzo secchio, quello con l’acqua tiepida. Vedrai che avrai due sensazioni discordanti… Infatti, la mano che era nell’acqua fredda adesso percepirà caldo, mentre l’altra che era nell’acqua calda sentirà freddo. Eppure l’acqua del terzo secchio è la stessa per entrambe le mani, che sono connesse entrambe con un unico sistema nervoso centrale, il tuo!

Quindi perché giudichiamo?

 

Chi giudica essenzialmente definisce se stesso. Giudicare la vita e le azioni degli altri significa affermare il proprio modo di essere e di vedere il mondo volendo dare forma e definizioni a tutto ciò che non corrisponde all'idea che si ha di noi stessi. Quando giudichiamo gli altri, giudichiamo anche noi stessi. Gli altri sono il nostro specchio e se vediamo ciò che non ci piace è perché non riusciamo ad accettare quelle ombre che fanno parte della nostra esistenza. E spesso siamo i nostri peggiori carnefici, poiché giudicandoci non facciamo altro che impoverire la nostra autostima. È come un gatto che si morde la coda: più ci giudichiamo e più ci sentiamo di valere meno.

 

La paura di non piacere agli altri, quando si presenta in forma patologica, viene chiamata atelofobia. Ciò si traduce in un costante senso di inadeguatezza che porta a una continua ed estenuante ricerca della perfezione. Chi soffre di atelofobia pensa che tutto ciò che viene svolto sia sbagliato o comunque non all’altezza delle aspettative altrui e delle nostre. Questo deriva dalla nostra mancanza di autostima. È importante invece imparare ad apprezzarci e volerci bene anche senza l’approvazione altrui. Se infatti rafforziamo la nostra autostima, sarà più facile rapportarci al giudizio degli altri, senza però farci condizionare in modo eccessivo.

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