La felicità


la felicita

La felicità è lo stato d’animo (emozione) positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri. L’etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità.

Seneca sosteneva: “Nessuno è infelice se non per colpa sua”. Questo aforisma rimanda alla tanto nominata responsabilità a tutto, compresa l’infelicità. Il problema è dunque nostro, di come inquadriamo i casi della nostra vita, di come permettiamo ad altri di inficiare il nostro equilibrio. Seneca sosteneva a ragione che la felicità è una vetta da conquistare in solitaria, praticando virtù ed eliminando i desideri (kama), poiché sono proprio questi a non permetterci la vera felicità.

 

Lui diceva che diventare virtuosi è difficile quindi la felicità è affare impervio, ma non impossibile, come sostiene Krishna nel VI capitolo della Gita, 35^ shloka. Siamo attirati dalle cose e riteniamo che sia il possesso di queste a renderci felici tanto da far definitivamente dichiarare a Seneca che la vera felicità è non aver bisogno di felicità, cioè di beni. Infatti è l’abbandonare il desiderio di bramosia che ci porta alla vera felicità, poiché questa non appartiene al mondo materiale ma a quello spirituale. La vera felicità è dentro di noi… è quella pace, quella tranquillità, quel distacco che ci fanno vivere serenamente. Con questo non significa abbandonare tutto ciò che abbiamo, non avrebbe senso, cisto che viviamo in un mondo materiale. L’importante è non essere attaccati alla materia. Se desideriamo qualcosa e non riusciamo ad averlo, non deve essere causa di collera… riusciamo ad averlo, bene, non potremo permettercelo, significa che non ne avevamo strettamente bisogno. Ecco la diversità tra l’avere e il possedere. Chi ha è felice e permette agli altri di esserlo, chi possiede, vuole goderne solo lui e sarà soggetto a collera, rancore, invidia e gelosia qualora perderà il possesso della cosa tanto bramata o non potrà averla. La felicità è a se stante, non dipendete da nulla e da nessuno, altrimenti è solo attaccamento.

Spesso crediamo di aver necessità di qualcosa e di qualcuno. Se davvero ne necessitiamo il possesso per stare bene, saremo in presenza di attaccamento. Se desideriamo qualcosa, ma possiamo farne a meno, allora saremo in presenza di distacco emotivo, necessario alla nostra evoluzione.

Bisogna capire cosa ci spinge a desiderare qualcosa o qualcuno. Se è per il bene di tutti, allora la causa è giusta e corretta, se è per soddisfare un nostro bisogno, è necessario stare attenti a non diventarne schiavi. La bramosia è solo causa di guai, per noi stessi e per coloro che ci stanno vicino.

Anche le scelte vanno ponderate. Perché desidero quella cosa? Siamo sicuri che sarà proprio quell’oggetto a renderci felici? Se analizziamo razionalmente la risposta potrà essere affermativa, ma se ci ascoltiamo e vagliamo con il cuore, comprenderemo che nulla potrà fare la nostra felicità. Se dipendiamo da cose esterne a noi, non potremo mai essere felici.

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