INUTILE AMORE

Una delle abitudini “sistemiche” di alcune realtà geografiche, come quella del “basso bacino del nostro mediterraneo”, è relativa all’abitudine all’amare, forma di tale prezioso valore che risiede. spesso. in un bisogno antico alimentato da una volontà “squilibrata” ad attivare amore, non per amare, ma per affermarsi, per darsi un senso di vita. Così capita spesso che alcune persone, affini a tale inclinazione, imparino ad amare amare, amare…  come un mestiere teso a ricavarne un relativo utile. Un investimento!

Personali attente osservazioni mi hanno portato a realizzare alcune considerazioni che certamente per i più risulteranno ostiche e di contro-tendenza!

“Ma come, io amo, amo e tu mi dici che il mio è un equivoco?”. Amare per essere amati, è questo il senso sovente che c’è dietro all’intenzione di amare, almeno in alcuni contesti culturali.

Se amare vuol dire che ti permetto di crescere ed evolvere come persona, allora va bene, e se amare vuol dire “rispondere” a una esplicita richiesta di chi ci è accanto, anche qui regge una sana intenzione d’amore.

Secondo me il bene, il bene dell’altro, è veramente il “suo bene” quando è inquadrato in un contesto più ampio, cioè: questo amore cosa precede e cosa produce? Magari va bene come sensazione della propria soddisfazione (pio) e auto-compiacimento, ma quell’amore, cosa produce tra sé e il resto del tessuto sociale in cui si vive? Se l’amore di sé impoverisce il valore dell’amore degli altri e del contesto, allora signori, NON E’ AMORE!

Molte aree del Mediterraneo sono piene di tale tipo d’amore, soprattutto dell’amore offerto dalle sue DONNE, di donne  che spesso sono “costrette” ad amare, alle quali è stato insegnato dalle loro mamme, nonne, eccetera, che è giusto fare così, altrimenti “saranno guai!!"

In tal modo, essendo spesso un’induzione, amano senza sapere “perché!”. Così, come in alcuni luoghi del Medioriente le donne,  per cultura, sono “costrette” ad amare altrimenti ripudiate e massacrate, anche  nel tessuto di alcuni tessuti sociali del nostro Paese, si ama, a volte, perché si è donna e così si fa! Il rischio qui, se non fanno così, spesso avviene la gogna del massacro psicologico, e non solo!

Si potrebbe rilevare che non c’è traccia evidente di minaccia, ma è vero ciò?? Cosa rischia una donna del sud quando non ubbidisce all’archetipo e prototipo di tale cultura? Forse eviterà un linciaggio di pietre, ma di quale altro linciaggio rischia di essere massacrata?? Faccio delle ipotesi e se a voi ne vengono altre aiutatemi pure a integrare. SENSO DI COLPA – DEPRESSIONE – INDEGNITA’ – ISOLAMENTO. E spesso da chi partono tali accuse? Dalle madri, a volte sorelle e altre ancora amiche, tutte figure che fanno parte del “sistema dell’amore inutile, ma indispensabile per la sopravvivenza e del sistema parassitario in cui vivono.

Ricordo che le giovani donne di alcune realtà alle quali viene sottoposto la infibulazione (http://it.wikipedia.org/wiki/Infibulazione) sono accompagnate dalle madri, zie e sorelle all’atroce amputazione. Certo, dietro c’è l’ordine prepotente del maschio-padrone e le esecutrici ne sono costrette, ma pian piano le stesse donne si danno una sorta di senso e di spiegazione come “sana e giusta”, per sentirsi una donna degna e seria! Spiegazioni che danno a sé stesse forse per lenire il senso colpa. Spesso l’unica via d’uscita per sopravvivere emotivamente a tale sottile minaccia di origine maschilista diventa AMARE, senza amore, ma AMARE.

E allora che tipo di amore ne sussegue? Secondo quello che ho osservato fino a oggi, AMORE VELENOSO! Un amore col principio a volte di “farsi notare”,  come “mostrare” la capacità di amare… “Vedi quanto amo? Come ti amo?”. In cambio di cosa? azzardo delle ipotesi: protezione, tutela, interessamento, tutte intenzioni per essere VISTI.

 Così alcune donne si abituano ad amare uomini piccoli da poter gestire, uomini che non si accorgano mai di tale  gioco. Si amano figli che resteranno figli per sempre, viziati a essere compiaciuti e manipolati nello stesso tempo, che diventano poi uomini che restano dei nani per un circo fantasioso in cui si debba applaudire la messa in scena di tali personaggi: IL PAPA’ FORTE – IL FIGLIO ALLEVATO a diventare VIZIATO e INSENSIBILE all’amore, futuro adulto capriccioso e alterato e dirottato lontano dalle sue naturali caratteristiche, che dovrebbero essere FORZA NATURALE e non indotta, con capacità di GUIDA e  DIREZIONE. E alla fine DONNE che per sentirsi PIE  e DEGNE di attenzione, diventano DEVOTE A TALI SQUALLIDE E SPESSO INUTILI MODELLI MASCHILI.

Ovviamente ciò si ripete anche nelle relazioni extra familiari. Con tale modello si alimentano rapporti inautentici basati su tale antica “legge” di substrato culturale. Così tra gli amici e conoscenti si parlerà di quel che è “giusto” fare e non su quello che si “vuole fare e vivere”. Si rischia altresì di costruire mondi paralleli di rifugio dove si racconta l’ovvio ma che silenziosamente si recrimina altro, cosa? La verità, che c’è un grandissimo bisogno di essere amati e di amare, veramente!

Tale bisogno non nasce come si crede dal fatto che non si è amati, ma dal fatto con non ci si ama, che non ci si rispetta quando si vorrebbe dire

NO! NON VOGLIO PIU’ AMARE COSI’, PER CONTROLLARE, GESTIRE, PIANIFICARE, TENER BUONO L’AMBIENTE, PER ESSERE APPROVATI, PER COMPIACENZA, PER UNA NECESSARIA GENTILEZZA.

Soltanto quando saremo capaci di sapere di cosa abbiamo bisogno, di cosa è da amare oppure non, le cose dell’amore saranno più veritiere e nutrientienti a una vita degna di essere vissuta.

Quando saremo capaci di dire: NON TI AMO PIU', IL MIO AMORE E’ SPRECATO in quanto tale amore non fa crescere gli altri, che rende piccoli, inutili e inaffidabili per una società evoluta nella coscienza, allora, solo allora  potremo permetterci di affermare che finalmente STIAMO INIZIANDO AD AMARE!

AMARE E’ FARE CIO’ CHE VA FATTO, CIO’ CHE LA COSCIENZA E IL BUONSENSO SUGGERISCE PER  IL BENE CHE ALIMENTA ALTRO BENE! VERITIERO, ANCORATO ALLA REALTA’ E CHE FA CRESCERE. TUTTI!

Alfonso Amatore

10 novembre 2013