L’empatia è un sentire che poco ha a che fare con l’ascoltare, diverso infatti è il suo organo di senso e diversa è la sua direzione.
Ascoltare è una forma diretta al cervello che interpreta onde e le classifica, sentire avviene con tutto il corpo.
Sentire sulla pelle la sensazione di disagio o di gioia come se fosse una dolce scossa che avvampa su tutta la superficie. Sentire con gli occhi la forma di quanto viene espresso.
Il corpo parla, il corpo ascolta così … sentendo l’altro, e questa volta è il cuore che interpreta e per sua natura non classifica.
Differenza vi è in quello che diventa patimento, non è “prendersi carico”dell’altrui, ma trovare lui in noi. L’empatia è una forma di viaggio interno, si scende giù fino in fondo a noi stessi, fino a quando tocchiamo quel punto luminoso che tutti noi abbiamo dentro e che altro non è che la nostra vera essenza.
Quando siamo lì, questa luce si espande ed entra in risonanza con chi abbiamo davanti. È come una vibrazione la cui caratteristica è l’ingenuità, ovvero non sa quale frequenza prenderà, si mette semplicemente a disposizione.
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