La gioia dimenticata

Inviato da Paola Pucci

Molto spesso accade nel mondo di oggi di non riuscire più a giocare ed essere felici in modo pieno e libero. Ci ritroviamo a correre per fare tante cose cercando di realizzare i nostri progetti. La nostra mente è piena di tante preoccupazioni e, senza neppure rendercene conto,  la nostra vita diventa opaca, spenta, ingrigita senza slanci ed entusiasmi. Ma dov’è finita la nostra gioia? Se guardiamo i bambini ci accorgiamo di quello che ci stiamo perdendo. La loro capacità è quella di rompere la monotonia accendendosi alla gioia  ad ogni istante della loro vita. Una corsa frenata al parco per fare “tana” prima di tutti gli altri,  o un girotondo insieme canticchiando una nenia piena di rime e ritornelli: sono i bambini, disponibili ed aperti ai sentimenti di gioia.

I cuccioli di animali fanno lo stesso, sgambettando e scorrazzando con gioioso abbandono alla vita. La gioia dovrebbe rappresentare un perno essenziale intorno al quale  far ruotare la nostra esistenza. Non solo è uno stato emotivo, ma un movimento del corpo veloce ed improvviso, una sensazione interna, un brivido che ci attraversa e che ci apre alla contentezza. Pensiamo che questa capacità appartenga al mondo dell’infanzia, ma in realtà dovremmo conservarla anche da adulti. Fondamentale diventa quindi per ognuno di noi poterla recuperare, cercando di valorizzare quello  che c’è di gioioso nel nostro presente, senza andare continuamente a contattare pensieri di tristezza,  di preoccupazione e di dolore. Aprire il  corpo e la mente a guizzi di gioia significa alleggerire la nostra vita, stimolare l’ immaginazione, la fantasia, il movimento, permettendoci di lasciare  quella parte di controllo ed incontrare la consapevolezza di essere vivi.  

Paola Pucci

 

"Da qualche parte, nel profondo di ciascuno di noi, c'è il bambino che era innocente e libero e che sapeva che il dono della vita era il dono della felicità."  

A. Lowen  

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