Counseling e Media-Comunic-Azione


Quella del counselor è ancora una professione relativamente nuova e c’è il rischio che venga confusa con l’attività di un generico formatore che indottrina all’uso di tecniche di comunicazione molto persuasiva, anche vagamente manipolativa. Il counseling è una relazione d’aiuto professionale che si basa sull’empatia. Tutta l’attenzione è centrata sul cliente affinché questi focalizzi le risorse che possono aiutarlo a superare il particolare momento di disagio che sta attraversando. Naturalmente si tratta di un obiettivo che si raggiunge progressivamente, seppur in un arco di tempo limitato, sul setting. Il setting è lo spazio in cui si instaura la relazione tra counselor e cliente, è un ambiente “protetto” in cui il cliente può sentirsi libero di esprimere le sue fragilità e d’altra parte il counselor sarà pronto ad accudirle via via che emergeranno.

Avalon Formazione, a Pescara, propone un approccio al counseling basato sulla Media-Comunicazione. La Media-Comunic-Azione è un modello teorico elaborato da Zuleika Fusco che mira alla formazione di Esperti Umanisti nella Ricerca e nella Trasformazione.
La Media-Comunic-Azione si fonda su alcuni concetti chiave che possono essere facilmente richiamati a partire dall’analisi dello stesso nome.
Media come:
  • Mediazione del conflitto interiore -> dal punto di vista intrapsichico ed esistenziale, ciascun individuo, etimologicamente, ‘essere non-diviso’, risulta dalla complementarietà di parti diverse.
  • Ma se da un piano intrapsichico ci spostiamo su un piano socio-relazionale, cioè consideriamo l’individuo nei contesti in cui è inserito e opera, allora, possiamo intendere la mediazione come la risoluzione pacifica del conflitto con l’altro.
 
Secondo l’approccio mediacomunicativo maschile e femminile non sono due aggettivi riferiti rispettivamente all’uomo e alla donna, ma due energie presenti in ognuno di noi, due qualità dell’essere incarnate nei due emisferi che costituiscono il cervello1. Il principio maschile rappresenta la nostra dimensione logica, ed è orientato al “fare”, all’azione. Il principio femminile è l’energia del “sentire”, legata all’intuizione e alla percezione di una dimensione sottile e sensibile. Maschile e femminile sono parti di uguale importanza nell’economia della nostra vita interiore e sociale. Ma affinché questo equilibrio si realizzi dobbiamo imparare a riconoscerle e ad accudirle rispettando le loro peculiari caratteristiche.
 
  • Media = Strumento: nell’approccio mediacomunicativo si fa ricorso ad una serie di tecniche proprie di modelli teorici di riferimento diversi, nella convinzione che ogni caso è unico nel suo genere, per questo di volta in volta si individuano strumenti originali e non viceversa. Inoltre ricordiamo che stiamo parlando di esperti umanisti, che possono sicuramente attingere al loro bagaglio culturale, alla letteratura, la poesia, la musica, l’arte, la propria esperienza per trarre spunti da riversare nel setting.
 
Secondo l’approccio mediacomunicativo, la comunicazione è il processo in cui si realizza la trasformazione, il ponte tra il mondo di dentro e quello di fuori, tra sé e l’altro. La parola è simbolo, non solo, nell’approccio mediacomunicativo la parola è un archetipo, è un’energia da cui può venire lo spunto per un lavoro interiore.
Ma la Comunicazione contempla anche una fase attiva, l’azione, appunto, come parte integrante del lavoro sul setting. In base al principio dei vasi comunicanti, secondo cui ad ogni trasformazione interiore ne corrisponde una esteriore e viceversa, una parte del lavoro sul setting consiste nell’identificare quelle strategie che possono incidere in senso positivo sulla nostra quotidianità e condurci progressivamente ad uno stile di vita più soddisfacente per noi. Anche in questo caso, gli spunti che possiamo cogliere sul setting sono i più diversi; ciò che è importante è che il counselor faciliti il cliente nel prendere le distanze dalla situazione che sta vivendo, in questo modo si ampliano automaticamente le possibilità e i punti di vista.
 
Dal punto di vista della Media-Comunicazione parliamo di trasformazione e non di cambiamento perché lo scopo non è quello diventare altro da noi, ma tornare ad essere noi stessi liberandoci dai condizionamenti di cui siamo spesso vittima.
In Media-Comunic-Azione si abbraccia una visione olistica dell’individuo: insieme di corpo, mente, emozioni e spirito in senso laico. Il counselor promuove sempre l’autonomia del cliente e sul setting counselor e cliente sono sempre sullo stesso piano.
 
Ma accanto alla dimensione corporea ce n’è un’altra che la Media-Comunic-Azione considera fondamentale e che definisce in una accezione del tutto laica come spirito. In MediaComunic-Azione, infatti, spirito non è inteso in senso religioso o dogmatico ma esplora quella dimensione sottile e sensibile che tutti possiamo sperimentare attraverso la relazione con l’inconscio, i simboli, i sogni.
 
Per questo, il lavoro sul sogno riveste uno spazio importantissimo nella Media-Comunic-Azione non solo perché ci mette in contatto con quelle parti di noi che troppo spesso rinneghiamo, la nostra «parte ombra» come direbbe Jung, ma perché ci può offrire altre chiavi di lettura del quotidiano e fornirci degli input per l’ampliamento delle nostre risorse. Prendere confidenza con i sogni significa saper decodificare il messaggio che da essi proviene. Chi lo sa fare sa poi interpretare le metafore che la vita quotidiana gli mette davanti agli occhi. Ecco che ogni episodio diventa un pretesto per compiere un viaggio alla scoperta di se stessi.
 
1 Z. Fusco “Viaggio nelle energie del femminile” – Om Edizioni, 2008

 

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