La scuola deve cambiare

Inviato da Laura Culotta

insegnante

Vorrei esprimere un mio personale pensiero sul mondo scolastico. Mi rivolgo a tutti coloro che lavorano nelle scuole, ai genitori e a tutti quelli che hanno un interesse profondo per questo tema.

Penso sia di vitale importanza che avvenga un processo di cambiamento nelle scuole (soprattutto elementari) per quel che riguarda il ruolo e le competenze degli insegnanti.

Ciò che è terribilmente sbagliato e dannoso per gli studenti, secondo me, è che ci sia uno stereotipo di ''studente modello'' verso il quale tutti gli alunni devono tendere. Se uno studente non si avvicina adeguatamente a questo modello è considerato ''sbagliato'' e viene quindi etichettato e giudicato negativamente. C'è il rischio quindi che il bambino sviluppi un'immagine di sè negativa, inadeguata e incapace, e questo facilmente provocherà in lui una profonda insicurezza verso se stesso.

Questo stereotipo quindi non dovrebbe esistere. Non sono gli studenti, secondo me, che devono adeguarsi al modello. Sono gli insegnanti che devono adeguarsi agli alunni.

 

Non penso di dover essere io, una semplice studentessa in Counseling, a dover ricordare, nel 2014, che gli uomini non sono e non nascono tutti uguali, non penso di dover essere io a dire che ognuno di noi ha le sue capacità, le sue potenzialità e le sue risorse, non penso ci sia bisogno di dire che non siamo tutti bravi e capaci nelle stesse cose.  

Il compito degli insegnanti dovrebbe essere quello di saper individuare e di saper poi sviluppare le varie potenzialità e le varie risorse presenti in ciascuno degli studenti (è ovvio che ognuno ha le sue, perché nessuno nasce sbagliato).

Penso inoltre che non dovrebbe esistere la valutazione perchè il confine tra il giudicare un compito e il giudicare la persona che ha fatto il compito non è così chiaro e ben definito. Il bambino deve avere ben chiaro che l'insufficienza o il 5 è stato dato al suo compito e non a lui, ma siamo proprio sicuri che questo avvenga?

A parer mio la valutazione non deve esistere laddove uno studente non svolga adeguatamente un compito perché non ci riesce. Faccio un esempio, se un bambino non riesce a svolgere un compito nei tempi richiesti, questo bambino non può essere valutato negativamente, perché sarebbe come dirgli che lui, così com'è, non va bene. Se quel bambino ha bisogno di tempi di esecuzione più lunghi, il compito dell'insegnante non è quello di punirlo, bensì quello di lavorarci, cercando di farlo migliorare il più possibile, ma non lo si può valutare negativamente. E lo stesso discorso vale per un bambino che non è un genio in matematica e che per questo fa fatica, più di altri, a comprendere certi concetti. Se non è bravo in matematica sarà bravo in qualcos'altro. Va aiutato, non punito. Si può punire un bambino perché fa fatica a comprendere le divisioni quando magari ha delle doti eccezionali in qualcos'altro?

E' come se la scuola cercasse di portarti a mettere da parte la tua persona, a favore di un modello considerato migliore. E il guaio è che se non ti avvicini adeguatamente al modello sei giudicato negativamente.

Il lavoro dell'insegnante è, prima di tutto, quello di individuare, far emergere e sviluppare le varie risorse e le varie potenzialità presenti in OGNI studente (e in ogni essere umano). Dopo di che cercare di lavorare al meglio sui punti deboli che OGNI studente (e ogni essere umano) possiede, cercando di portarli al massimo rendimento possibile.

Penso che questo sia importante soprattutto nelle scuole elementari per due ragioni. La prima è che i bambini delle elementari sono in quell'età in cui si assorbe tutto. Se si mette nella testa di un bambino di 7 anni l'idea che è un incompetente, molto probabilmente questo bambino crescerà con questa idea di sè. La seconda ragione è che c'è la possibilità di fare percorsi più selezionati e specifici nelle scuole superiori o universitarie. Lì si che si potranno richiedere determinate abilità e conoscenze.

L'ideale sarebbe quello di formare adeguatamente lo studente prima di tutto alla conoscenza di sè e allo sviluppo e alla crescita della sua persona, in questo modo, arrivato a una certa età, saprà scegliere cosa vuole fare, saprà dire cosa gli piace fare e per cosa è portato e potrà quindi indirizzarsi verso percorsi più specifici.

La mia idea, che è solo la mia idea e che quindi non ha alcun fondamento, è che la situazione odierna sia caratterizzata anche da persone che hanno fatto ottimi percorsi scolastici e che, anche grazie a questi, sono diventate ottimi ingegneri, avvocati o altro. Ci sono però anche persone con bassissima autostima, con una bassissima conoscenza di sè, che arrivate a un certo punto della loro vita cadono in depressione, e questo secondo me avviene anche perché esiste un contrasto tra quello che loro sono realmente e quello che sono diventate.

Non voglio dare tutta la colpa alle scuole, la scuola è figlia di un meccanismo più grande di lei che funziona un po' allo stesso modo. Oltre al modello di ''studente ideale'', ci sono altri modelli, come i modelli televisivi, verso i quali in molti tendono. Sembra non si dia più importanza a ciò che c'è siamo, sembriamo sempre di più delle macchine, dei burattini. E questo panorama secondo me è desolante, non ci vedo dignità!

Ai genitori, come me, vorrei dire solo questo: Incoraggiate i vostri bambini, credete e abbiate fiducia in loro, accettateli così come sono, non fateli sentire inadeguati o non all'altezza. 

Potrebbero interessarti ...