L’INCONTRO…uno spazio in un ascolto


incontro

L’ascolto di una persona avviene in uno spazio, esso è il luogo dove fluiscono le parole, s’incontrano gli sguardi, si percepiscono emozioni e sensazioni. Lo spazio dell’incontro con l’altro, diventa un contenitore multicolore di realtà plastiche come la parola, il tono di voce, il profumo, le emozioni, ma anche di realtà impercettibili, intraducibili a parole. Mi riferisco a ciò che si sente dell’altro, o meglio si intuisce, e che risuona in noi. E’ lo sguardo, la mimica facciale, la postura. Sembra quasi che lentamente la distanza io-tu della relazione diminuisca. Non c’è confusione, né fusione, ma avvicinamento. Credo che è a questa complessità di eventi che Rogers dà il nome di “telepatia” o “qualità mistica” o “aspetto trascendente”. Rogers scrive in “ Un modo di essere” (cap. VI° I fondamenti di un approccio centrato sulla persona) che dei ricercatori hanno studiato gli stati alterati di coscienza. Cioè hanno verificato che le persone che vivono questi stati, sentono di essere in contatto con, e di afferrare il flusso evoluzionistico. La persona si sente tutt’uno col cosmo, fa quasi un’esperienza mistica di unione con l’universale.

“Quando mi sento nelle migliori condizioni, come facilitatore di gruppo o come terapista, scopro un’altra caratteristica. Noto che quanto sono più vicino al mio Sé interiore e intuitivo, quando sono in qualche modo in contatto con l’ignoto in me, quando sono forse in uno stato di coscienza lievemente alterata, allora, tutto ciò che faccio sembra possedere un’intima qualità curativa. Allora, la mia semplice presenza è liberante e utile per l’altro. Non c’è niente che io possa fare per forzare la sua esperienza, ma quando sono in grado di rilassarmi e di essere vicino al nucleo trascendentale che è in me, allora posso comportarmi in modi strani ed impulsivi nella relazione, modi che non potrei giustificare razionalmente, che non hanno niente a che fare con i miei processi di pensiero. Ma questi comportamenti alla fine risultano essere giusti, sembra che il mio spirito interiore abbia raggiunto e toccato lo spirito interiore dell’altro. Sono presenti una crescita e un potere guaritore profondi” (Un modo di essere, p.112). Questa capacità di mettersi nei panni dell’altro in modo profondo, sentendo quello che sta provando l’altro, viene definita empatia e Rogers, pur essendo consapevole di avventurarsi in territori che non possono essere studiati empiricamente, parla di qualità mistica, dimensione spirituale e trascendente. Un partecipante ad un laboratorio esprime così ciò che ha vissuto: “Ho sperimentato come una profonda esperienza spirituale. Ho sentito l’unicità di spirito di comunità. Respiravamo insieme, sentivamo insieme, parlavamo addirittura l’uno per l’altro. Ho sentito il potere della forza vitale che anima ciascuno di noi. E nonostante quello straordinario senso di unicità del gruppo, la separatezza di ogni persona presente non mi si è mai presentata in modo più chiaro”. (Un modo di essere, p.113). L’ascolto avviene nello spazio che è un dato fisico-ambientale esterno ma soprattutto qui mi riferisco allo spazio che è costituito dall’incontro di due persone che sono un’unità psico-fisica. L’incontro è dato da un impatto che è percezione fisica dell’altro ma anche interiore. E’ come se lo spazio interiore dell’altro si esprimesse attraverso la sua fisicità e il suo essere corporeo. Questo accade come un dato, indipendentemente dalla consapevolezza! E’ chiaro che quanto maggiore è la consapevolezza tanto più fluiscono le dinamiche dell’incontro, E’ infatti nell’unità armonica dell’interiorità con la fisicità, che si dà quel benessere personale che è in grado di farsi spazio di ascolto e accoglienza. La persona diventa spazio empatico consapevole. Questa dimensione dell’essere se stessi nel qui e ora degli avvenimenti, Rogers la definisce congruenza. Essere congruenti significa percepire la propria situazione fisica giocosa o dolorante,le proprie emozioni luminose o scure, esserne consapevoli e accoglierle in sé, dare loro il benvenuto. Questo passaggio interiore personale richiede coraggio e umiltà ed è il primo passo per mettersi nelle condizioni di accogliere l’altro. E’ in questo spazio d’incontro tra il detto e il non detto che circola “lo spirito trascendente di unità”, quella “corrente sempre più forte che porterà ad un nuovo livello di consapevolezza umana” (Un modo di essere, p.171). Lo spazio dell’incontro si dà, cioè si realizza quando ci sono empatia, congruenza e accettazione incondizionata dell’altro, ma che in prima istanza devono avvenire nei confronti di se stessi, cioè dell’altro che sono Me! Lo spazio dell’incontro è un’alchimia di elementi che non sempre si dà, non basta volerlo o essere competenti, non è qualcosa che accade perché lo decido e lo pianifico prima che avvenga, ma avviene mentre sta accadendo, con tutto il flusso di esperienze che sono io ed è l’altro. In questo senso c’è sempre qualcosa di imprevedibile e trascendente poiché non dipende dalla volontà di chi s’incontra ma dalla libertà di chi s’incontra; e la libertà è uno spazio sacro. La libertà è caratterizzata dall’imprevedibilità e dall’irrevocabilità. Con questi due termini intendo sottolineare come la libertà non sia né progettabile e nemmeno ripetibile nel suo prendere forma nell’agire umano. Anche Rogers afferma che “la misura in cui il Terapista crea un clima empatico non è correlata con le sue prestazioni accademiche o capacità intellettuali” (Un modo di essere, p.129). Domenico Perrupato

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