Sono una counsellor a mediazione corporea e mi occupo di bioneregetica conducendo classi di esercizi con l'obiettivo di “allenare” le persone a percepire il proprio corpo con più accoglienza, presenza e, quindi, con più grounding.
La consapevolezza corporea, mia e del mio cliente, è alla base del mio lavoro di counsellor e di focusing trainer. Ho quindi l'esigenza di far capire/sentire in cosa consiste il dialogo tra mente e corpo, ma farlo comprendere con le parole e le teorie risulta sempre poco chiaro e anche noioso, perché chi lavora con il corpo solo attraverso il corpo può spiegarsi.
Quindi, considerata l'abbondanza di bibliografia e i tanti riferimenti esistenti sul web per soddisfare ogni curiosità, invece di dare descrizioni o definizioni sulla bioenergetica, racconterò una mia esperienza, quella di quando ho “sentito” io, per la prima volta, cos'è “l'identità funzionale tra corpo e mente”, il presupposto su cui Alexander Lowen basa tutte le sue teorie e i suoi studi.
Avevo una insegnante di canto che, applicando i principi bioenergetici, cercava di farmi percepire nel corpo quelle emozioni che mi avrebbero permesso di “cantare con il cuore” per poter arrivare, con la voce, all'anima di chi mi ascoltava. Il suono veniva fuori qualche volta bene ma qualche altra meno e questo succedeva in modo del tutto casuale senza che io riuscissi a capirne il perché.
Nel frattempo avevo cominciato a frequentare il corso per diventare counsellor a mediazione corporea e seguivo classi di esercizi bioenergetici. Anche in questo caso, per quanto impegno razionale ci mettessi, questa identità funzionale, questa corrispondenza fra la mente e il corpo non mi risultava chiara.
Fino a quando un giorno ho dato “veramente ascolto al mio corpo” permettendogli finalmente di dialogare con la mia mente!
Stavo camminando per strada e per la prima volta in vita mia ho percepito una tensione fisica, di quelle che ci sono da sempre ma ormai non si avvertono più perché cronicizzate. Era una posizione scorretta delle mie spalle, le sentivo incurvate e questo non mi permetteva di respirare con soddisfazione e di guardarmi intorno. Avvertivo anche un'oppressione allo stomaco che mi procurava... una forte scontentezza.
Continuando a camminare ho lasciato che le mie scapole scendessero, che il petto si aprisse e che l'aria andasse a riempire i miei polmoni senza forzare nulla, dandole semplicemente spazio. Ho sentito un'immediata sensazione di benessere ed una specie di felicità che mi entrava nel cuore.
Il mio corpo mi stava dicendo grazie!
Subito la mia mente gli ha risposto che non c'era niente di cui rallegrarsi!
Ma quella sensazione tanto genuina di appagamento e soddisfazione era stata così forte che non ho potuto fare altro che chiedermi: “Cosa c'è nella mia vita di tanto pesante o doloroso che mi impedisce di rallegrarmi?”.
La stessa mente che prima mi aveva messo in allarme, per difendersi e difendermi chissà da cosa, fidandosi del corpo mi ha potuto rispondere che, soprattutto in quel preciso momento, non c'era assolutamente nulla di negativo, tutto andava bene e non avevo nessun motivo per sentirmi triste.
La mente e il corpo si erano connessi, si potevano finalmente rilassare e godere del piacere che questa nuova posizione delle spalle e questo nuovo modo di respirare portavano.
Tutto è successo nel tempo di un paio di bei respiri e questa esperienza mi ha permesso di “sentire” e poi “capire” quanta energia si libera quando riusciamo a sciogliere i nostri blocchi muscolari ma anchecosa succede alle emozioni se riusciamo a liberarle dalla trappola delle nostre tensioni fisiche e mentali.
Spero che dopo questo breve racconto l'identità funzionale tra mente e corpo, soprattutto per chi non ha mai sentito parlare di bioenergetica, possa avere un significato più chiaro, comprensibile razionalmente epercepibile corporeamente.
Buon grounding a tutti!
Rosaria Perini
Counsellor a mediazione corporea, conduttrice di classi di esercizi bioenergetici, focusing trainer
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