IL PERDONO


perdono

Cos’è il Perdono? Spesso abbiamo una considerazione del tutto errata del suo significato.  Crediamo che perdono significhi farla fare franca a chi ha commesso la cattiva azione. Crediamo di fare un favore a chi ci ha mancato di rispetto, ci ha deluso, ci ha fatto del male… niente di tutto ciò. Abbiamo bisogno di rivedere cosa significa davvero perdonare.

 

Perdonare non significa dimenticare ciò che è accaduto, non significa non valutare una situazione che ci ha ferito, non significa far finta di niente e giustificare chi ci ha fatto del male. Il perdono è altro.

 

Il perdono è estremamente pratico e vantaggioso. Il perdono ci rende liberi. Quando impariamo a perdonare, molti problemi compresi quelli che riguardano la nostra salute, scompariranno gradualmente. La vita si aprirà davanti a noi. Nuove opportunità emergeranno come dal nulla. Si verificheranno coincidenze felici in cui poter incontrare la persona giusta al momento giusto. Il perdono è terapia.

[…] Il perdono mi ha insegnato che siamo condannati alla felicità. Dobbiamo solo smettere di resisterle. Non è difficile cogliere e sperimentare gli effetti del perdono sulla salute, il benessere, la qualità della vita, le relazioni e l’evoluzione individuale e collettiva. […] – La cura del Perdono di Daniel Lumera.

Il perdono rende liberi. La parola chiave per liberarsi del peso del passato è solo questo: PER-DONO. Esso libera il responsabile e chi è stato danneggiato. La capacità di perdonare renderà la nostra vita più facile. In primo luogo, bisogna imparare a praticare il perdono con noi stessi, estendendolo poi agli altri. Come sempre bisogna prima lavorare su noi stessi, in tutti i campi. Sono molte le filosofie e le fedi che invocano il perdono: da Gesù a Confucio: quest’ultimo invita gli uomini a perdonare le ingiurie e a ricordare solo i benefici. ... “Ciò che non desideri per te stesso non farlo agli altri” (Lun Yu, XV, 23). Il perdono è l’atto più nobile che un essere può fare nei confronti di se stesso e degli altri.

Molto importante è non obbligare a perdonare e non obbligare a perdonarci. L’obbligo prevede imposizioni e come sempre queste generano insuccessi. Bisogna avere la necessità di aspettare il momento opportuno, osservando: tempo, luogo e circostanza. La giusta attitudine, la pazienza e la perseveranza aiutano nell’intento. Siamo sempre noi a definire la nostra realtà, con il nostro comportamento. Ogni evento che accade ha in sé il suo messaggio da darci e anche la crisi ci permette di cambiare condotta nei confronti dell’esistenza. Se non ci fossero anche le difficoltà, rimarremmo sempre bloccati nel nostro fare, senza la possibilità di evolvere. Siamo coinvolti in molti cambiamenti anche all’interno di una stessa giornata e accettare ciò come facente parte del ciclo dell’esistenza, ci aiuta a non bloccarci di fronte a quello che noi potremmo chiamare erroneamente: crisi, problema, difficoltà. Farsi carico delle proprie responsabilità aiuta a far fronte ai disagi. Vivere senza dare giudizi a ciò che accade ci permette di vivere nel giusto distacco emotivo e affrontare la vita con i suoi alti e bassi, perché queste sono le caratteristiche dell’esistenza.

Una tecnica molto bella che aiuta a lasciar andare è quella di scrivere per 70 volte al giorno per 7 giorni, il nome della persona che vogliamo perdonare. Per esempio: “Io desidero e voglio perdonare mio papà Antonio”. Questa tecnica si rifà alla frase che Gesù disse a Pietro, quando questi gli chiese quante volte dovessimo perdonare. Gesù infatti disse: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette!” (Mt 18, 21-22), che equivale a “sempre”. 70 volte 7 = 490, che in ebraico ha un valore che nell’insieme significa: PERFETTO, COMPLETO! Ossia potremmo aver perdonato quando lo abbiamo fatto in modo totale, al di là di tutto, al di sopra di tutto.

Il perdono è il gesto più profondo d’amore che un uomo possa compiere. E questo perché amare chi ci ama è certamente facile per tutti, ma amare chi non ci ama o ci odia non è mai semplice, anzi, forse è quanto di più difficile esista nella vita di un uomo.

Robert Enright psicologo statunitense e docente di Psicologia Educativa all’Università di Madison, nello Stato di Wisconsin (USA), ci dimostra che l’ira, l’odio, il risentimento e ogni rifiuto di perdono sono la causa profonda di un’infinità di nostri disturbi, dapprima funzionali e poi chiaramente fisici.

Robert Enright definisce il perdono in quattro fasi:

La prima consiste nel rivelare il nostro disagio, alzando il livello di consapevolezza. Rendersi conto di essere arrabbiati può fare molto male. D’altronde perdonare non è fingere che non sia successo nulla o nascondere il dolore. Se abbiamo sofferto, è bene essere sinceri con noi stessi e con gli altri.

La seconda fase implica la decisione di perdonare. È importante per permetterci di lasciar andare il passato, e guardare al futuro liberi dalla zavorra del rancore.

La terza fase consiste nel lavorare sul perdono. Decidere semplicemente di perdonare non basta. Occorre compiere anche azioni concrete per perdonare realmente. Significa lavorare sulla compassione, l’umiltà e l’empatia.

Infine, la quarta fase porta a liberarsi dalla prigione emotiva in cui ci si rinchiude quando si è incapaci di perdonare e si prova rancore, risentimento e ira. La chiave che restituisce la libertà è per l’appunto il perdono, che implica proprio il lasciarsi andare. Questo ci farà sentire meglio, e si sentirà meglio anche chi ha sbagliato contro di noi e riceverà il nostro dono.

È importante rivedere l’immagine dell’offensore, comprendendo la sua storia e le battaglie che tutti i giorni combatte per migliorarsi, cercando di comprendere in maniera empatica i suoi disagi. Ognuno di noi ha il proprio vissuto e spesso questo interferisce inconsciamente, oscurandoci la giusta visione. Essere compassionevoli, umili ed empatici aiuta a portarci sulla via del perdono, che ci libera, liberando anche l’altro! L’ultima fase è quella che ci permette di approfondire l’idea del perdono e delle sue conseguenze che sono sempre positive e ci permettono l’evoluzione spirituale. Nella sofferenza spesso troviamo la risposta a ciò che cercavamo per poterci migliorare e offrire all’altro nuove possibilità di rinascita. Offrire il perdono ci permette di capire che spesso anche noi ne abbiamo avuto necessità. Quante volte abbiamo sbagliato e abbiamo fatto soffrire gli altri? Molte volte… e se non ci avessero perdonato? Così, possiamo capire che siamo legati indissolubilmente tutti, in questo mondo che è la nostra palestra e noi tutti siamo vicendevolmente i personal trainer, gli uni degli altri.

Il perdono è un processo che implica ridurre o eliminare sentimenti, pensieri e comportamenti negativi verso chi offende. Il perdono è terapia. Il perdono è il dono più importante della nostra esistenza. Un dono che facciamo a noi stessi e agli altri.

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