Sessualità omosessuale.

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L’omosessualità è una condizione umana sempre esistita. Espressioni tipicamente sentite o lette riguardanti quest’argomento, che chiunque avrà avuto modo si sentire almeno una volta, sono: “esiste dall’antica Grecia e già nel popolo Romano”; “molti animali presentano condotte tipicamente e chiaramente omosessuali”; “grandi pensatori, artisti e persone di fama sono (e/o sono state) omosessuali”; “l’omosessualità è innata - è genetica, - è un fenomeno psicologico, - è un fenomeno sociale”; “l’omosessuale è sano” … tutte espressioni accompagnate anche da altri termini “l’omosessualità è un abominio”; “omosessualità e pedofilia sono la stessa cosa”; “un omosessuale è un individuo che non vuole integrarsi nelle responsabilità sociali”; “è una malattia mentale curabile”; “interessa il mancato superamento del complesso di Edipo (o Elettra)”…

 

Voglio partire da una osservazione: possiamo distinguere l’essere umano in due tipi di sesso: maschile e femminile. La maggioranza delle persone provano attrazione per le persone di sesso opposto al proprio, un uomo è attratto da una donna e una donna è attratto da un uomo.

Se è vero questo è anche vero che esistono situazioni in cui una persona prova attrazione per una persona dello stesso sesso. Esiste, inoltre, un’altra condizione in cui una persona si sente diversa rispetto al proprio sesso biologico. Esistono anche situazioni di bisessualità, dove un uomo o una donna possono provare attrazione per entrambi i due sessi Tutte queste sono osservazioni. E prima di esprimere un giudizio su cosa possa essere giusto o sbagliato o sul come mai o sul perché di tutto ciò, se ne prende atto.

Parlando di omosessualità, oltre al concetto di sesso – così come lo intendiamo da un punto di vista biologico – dobbiamo introdurre un altro concetto che è l’orientamento sessuale.

Con l’orientamento sessuale ci si riferisce al comportamento sessuale di una persona, cioè a quel è il suo oggetto di desiderio (sessuale e di amore).

L’identità di genere si esprime in più forme rispetto al sesso biologico:

Un uomo (da un punto di vista biologico) può sentirsi e percepirsi come uomo ed essere attratto (orientamento) da una donna, viene definito eterosessuale.

Un uomo (da un punto di vista biologico) può sentirsi e percepirsi come uomo ed essere attratto (orientamento) da un altro uomo, viene definito gay.

Una donna (da un punto di vista biologico) può sentirsi e percepirsi come donna ed essere attratta (orientamento) da un uomo, viene definita eterosessuale.

Una donna (da un punto di vista biologico) può sentirsi e percepirsi come donna ed essere attratta (orientamento) da una donna, viene definita lesbica.

Un uomo (da un punto di vista biologico) può sentirsi e percepirsi come donna ed essere attratto (orientamento) da un uomo, verrà definita transessuale.

Una donna (da un punto di vista biologico) può sentirsi e percepirsi come uomo ed essere attratta (orientamento) da una donna, verrà definito transessuale.

Un uomo o una donna (da un punto vista biologico) possono provare attrazione (orientamento) per entrambi i due sessi. Verranno definiti bisessuali.

 

  1. 1) Chi può dire cosa è giusto o sbagliato?
  2. 2) Sulla base di quale diritto o competenza può farlo?
  3. 3) Quali sono gli elementi da tenere in considerazione per esprimere un giudiz<io?

 

Cosa sia giusto o cosa sia meno giusto o cosa sia sbagliato è discorso che coinvolge un insieme di fattori, e che va oltre alla singola e personale opinione, che malgrado l’importanza, non può non confrontarsi con dati oggettivi e condivisi dalla maggioranza.

 

Il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) nel 1973 ha depennato dal suo interno l’omosessualità come disturbo, cioè si esclude che l’omosessualità sia una psicopatologia.

Tuttavia va precisata una differenza che interessa il fenomeno del transessualismo che rientra invece nella categoria della disforia di genere, per il decorso medico/psicologico che sta alla base di un eventuale cambio del sesso biologico. Esistono grandi realtà che affermano che la condizione omosessuale sia una patologia dalla quale è possibile guarire e ci riferiamo in particolare ad ambiti religiosi o gruppi di esperti in materia.

L’argomento omosessualità tocca diversi nodi e coinvolge diversi fattori che trasversalmente interessato tutti, indifferentemente: paura (omofobia nell’eterosessuale quanto nell’omosessuale); denaro e opinione pubblica (spese pubbliche, tasse, …); politica (riconoscimento istituzionale); religioso (riconoscimento e accettazione a livello spirituale ed esistenziale); il concetto di famiglia (concetto tipicamente culturale); il ruolo sociale (qual è il ruolo dell’omosessuale nella società?). Questo è un punto su cui vorrei soffermarmi parlando, nel successivo articolo, di omosofia!

 

Concludo citando le parole di Giovanardi “se fossero tutti gay l’umanità non esisterebbe più”. L’umanità esiste perché la gente può procreare, questo è vero, ed è una conditio sine qua non, e potrebbe essere la causa necessaria e sufficiente a definire l’omosessualità in un qualche modo un errore. Ma, stando sempre ai fatti, a “quello che è”, l’omosessualità è una condizione che appartiene ad una minoranza, quindi è ben lontana da posizioni così estremiste. In che modo una condotta omosessuale danneggia o limita l’umanità, in modo consistente?

Quante coppie, per un motivo o per un altro, non possono (o scelgono di non) avere figli? Sicuramente una minoranza. Possiamo riconoscere in queste coppie un problema per l’umanità? O in nome di quale D>io si può affermare che la vita di un omosessuale abbia meno valore di un eterosessuale?

 

a cura di Giovanni Conte

(maggiori info. su: http://ilmiocounselor.jimdo.com/articoli/sessualit%C3%A0/ )

 

Fonti:

  1. Marina Castañeda, Comprendere l’omosessualità, trad. S. Zaninotto e M. Pasquale, Armando, Roma 2006
  2. Paolo Rigliano, Margherita Graglia, Gay e lesbiche in psicoterapia, Raffaello Cortina, Milano 2006
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