Ciò che le cose e-vocano è tutto ciò
Innanzitutto la locuzione sistemica, dal greco synestanai (metto insieme, compongo) allude ad un tutto integrato, costituito da parti, che danno luogo a un insieme diverso dalla somma delle medesime: esse sono, tra loro intrecciate, embricate, in modo tale che il funzionamento dell'intero sistema viene tenuto insieme dalle reciproche relazioni.
L'universo viene rivisitato attraverso una visione ecologica per la quale i fenomeni sono tra loro interdipendenti e l'uomo non è altro dalla natura. Come dice M. C. Bateson, Il ricorso all'autoconoscenza, come modello per capire gli altri, sulla base di somiglianze e congruenze, lo si potrebbe chiamare comprensione, ma il termine migliore nell'uso corrente mi sembra empatia: non si deve pensare solo all'empatia tra terapeuta e paziente, ma anche il contadino, cui si sia inaridito il raccolto, sente la morte dei suoi campi nel proprio corpo 1
Si guarda da una prospettiva di tipo circolare, fondata sulle interconnessioni, che collegano il punto di partenza con il punto di arrivo, per cui non è possibile identificare la causa prima o l'effetto finale.
Essa studia l'organizzazione degli eventi neurologici, psicologici, comportamentali e sociali e a differenza della scienza classica che si occupa degli eventi e delle loro cause, si occupa dei collegamenti tra gli eventi: così ogni elemento del sistema considerato, opera una serie di aggiustamenti in risposta alle perturbazioni esterne e simultaneamente un adattamento retroattivo, che forma un sistema permanente di adattamento apprendimento: il rapporto tra stabilità e processi di cambiamento nell'evoluzione dei sistemi sono, quindi, due aspetti di un'unica Gestalt. Significativamente, Gestalt, dal tedesco, significa forma, figura, configurazione, ed allude a quei processi mentali, in particolare dell'esperienza percettiva, che si organizzano in configurazioni unitarie la cui totalità, come già sostenevano Platone ed Aristotele, è qualitativamente differente dai singoli elementi, che la compongono ed è irriducibile ad essi.
Mara Palazzoli Selvini ed altri autori, non a caso, ridefinivano così i membri della famiglia e cioè un gruppo con storia, elementi di un circuito in interazione. I membri del circuito non hanno alcun potere unidirezionale sull'insieme.2 Ogni membro influenza gli altri e ne è influenzato e ciò non significa, che si possa fare riferimento a principi di causalità lineare, identificando il comportamento di un membro, come causa del comportamento degli altri.
I sistemi sono in continuo mutamento e concetti come non equilibrio, instabilità, non linearità, indeterminazione, connotati negativamente dalla scienza tradizionale, possono portare, come dice Prigogine, scienziato di origine russa, all'emergere spontaneo di un ordine che è il risultato di effetti combinati dell'irreversibilità, del non equilibrio, degli anelli di retroazione e dell'instabilità.
Cosa intendiamo per creatività? La creatività è stata definita K. Krippendorff, come capacità di vedere le cose da una prospettiva inusuale e di produrre, dall'insight ottenuto, una nuova organizzazione di elementi familiari, qualcosa che non esisteva prima, originale. 3
D'altro canto, è impensabile, attribuire la responsabilità totale del cambiamento all'operatore d'aiuto, perché questi fallirebbe, altrimenti, il compito di promotore, di facilitatore dell'autodeterminazione del cliente.
Il Costruttivimo-Costruzionismo
L'essere vivente è quindi imprigionato, in una trama di premesse epistemologiche e ontologiche che a prescindere dalla loro verità e falsità ultima, assumono per lui carattere di parziale autoconvalida.4
Com'è facile vedere, la conoscenza si struttura attraverso tre matrici fondamentali, che sono la costruzione soggettiva della realtà da parte dell'essere umano, la natura idiosincratica e autoreferenziale del conoscere ed infine la condivisione sociale delle premesse epistemologiche che presiedono alla costruzione della realtà, di fatto una co-costruzione.
In questa epistemologia del conoscere, la relazione è fondativa, perché l'uomo nasce nella relazione, tant'è che il cosiddetto apprendimento due o deuteroapprendimento, di batesoniana memoria, è una maniera di segmentare l'esperienza attraverso sequenze di relazioni apprese (che non può essere verificata attraverso la realtà, non è né giusta, né sbagliata: è solo un modo di conoscere e strutturare delle abitudini di pensiero) durante l'infanzia, è inconscio e come tale inestirpabile.
Così, nasciamo e viviamo nella relazione spesso il malessere di vivere che è connesso alla qualità della nostra relazione emozionale con gli altri: dal bambino e dall'adolescente con gli adulti significativi, dalla relazione tra coniugi, dalla relazione genitori figli, dai distacchi e dalle separazioni per abbandono o per lutto, fino alla relazione tra colleghi in contesti istituzionali, è sempre Lei, la Relazione, inferno e paradiso dell'esistenza, entrambe categorie, mai contrapposte, ma soggette potenzialmente sempre ad una trasmutazione alchemica.
Non ha senso parlare di dipendenza, di aggressività o di orgoglio, e così via. Tutte queste parole affondano le loro radici in ciò che accade tra una persona e l'altra, non in qualcosa che sta dentro una sola persona, la relazione viene per prima, precede.6
Appare chiaro, come questa epistemologia, si riferisca ad un nuovo modo di vedere per relazioni l'uomo e la sua maniera di essere nel mondo, non più intrappolato entro processi intrapsichici, come voleva il modello psicodinamico, ma soggetto relazionale, il cui cosiddetto io è struttura e riflesso, appunto, delle sue relazioni interpersonali: esse, a loro volta assumono significato solo all'interno di un contesto, anch'esso fondativo della relazione, definito, non a caso, da Bateson, matrice di significato.
Ma lasciamo la parola a G. Bateson che così descrive e significa la parola relazione.
Pare che alcune malattie autoimmuni, e varie tipologie di tumore, abbiano anche una matrice conflittuale, legata alla sofferenza e allo stress, e potenzialmente, anche, al fatto che i siamo i depositari di drammatiche e irrisolte storie familiari.
Il genosociogramma (lavora sulle connessioni tra diverse generazioni della stessa famiglia: Anne Ancelin Schutzenberger ne ha contate ben nove), o il genogramma, (lavora sulla famiglia trigenerazionale) entrambi strumenti di conoscenza delle relazioni familiari intergenerazionali, costituiscono una significativa rappresentazione sociometrica (affettiva) operata con le sembianze di un albero genealogico familiare, in cui si declinano interi cicli vitali di famiglie, per più generazioni: da detti strumenti si mutuano i diversi tipi di relazione del soggetto, in rapporto al suo ambiente e ai legami tra i vari personaggi: "chi rimpiazza chi nella famiglia, come si fanno le spartizioni, chi sono i favoriti, le ingiustizie, le ripetizioni .." etc.. 10
Riferisce Genziana Ghelli psicologa clinica e pscoterapeuta, che nella sua pratica professionale ha trovato correlazioni significative tra determinati organi colpiti da malattie o incidenti e relazioni difficili con gli ascendenti. Sono stati in tal senso rilevati connessioni tra patologie di fegato e rabbie relazionali tra familiari, tumori agli intestini e problemi o ingiustizie inerenti l'eredità, tumori allo stomaco come simbolo di battaglie economiche tra parenti. Che dire della nostra struttura ossea che è una delle dimostrazioni più tangibile di alcuni tipi di relazione. E' stato messo in rilievo, da alcuni autori, tra cui D. Epstein, nella sua chiropratica, la particolarità della spina dorsale curva, rinviandone la correlazione al rapporto con la figura paterna, la cui presenza emotiva inadeguata, sembra, possa condizionare detta postura, a cui è mancato, appunto, sostegno, il supporto forte, per essere e mantenersi dritta.11
Si rammenta che la locuzione relazione dal latino relatio-relationis, derivante dal verbo referre, significa riportare indietro, volgere, ma anche ricondurre, riportare a sé, quasi un movimento di andata e ritorno, come portare l'altro a sé e poi anche rimandare all'altro.
La relazione, invece tra persone, ridefinite soggetti di intenzionalità, si è visto come è condizionata da come ciascuno si pone e interpreta i messaggi, che gli vengono trasmessi e di come vi risponde. Alla luce di quanto detto, diventano importanti le caratteristiche dei soggetti coinvolti nell'interazione e i loro codici comunicativi e interpretativi.
L'osservatore non è esterno al sistema, ma ne fa parte integrante, per cui nel considerarne il funzionamento, deve riflettere sul fatto che deve includervi le proprie premesse, la propria mappa cognitiva, Siamo in pieno costruttivismo, ovvero il mondo esiste attraverso le nostre rappresentazioni, è la teoria che determina le nostre attribuzioni di senso e non viceversa, come già aveva detto Bateson.
Però, questa visione pone l'accento sulla difficoltà per l'osservatore di uscire dall'autoreferenza ed accettare la molteplicità dei punti di vista. Ognuno, in quanto responsabile del mondo che costruisce, opera scelte etiche ed estetiche. Che significa? Significa, trasferendo questa epistemologia nei contesti di cura, che l'operatore, per un eccesso di responsabilità in tal senso, finisce per trovarsi solo nella costruzione della realtà.
Dopo la metà degli anni ottanta, finalmente si profila una Prospettiva, quella socio-costruzionista, più consona alla matrice relazionale ed interattiva dell'ottica sistemica, che con Gergen, identifica il discorso sul mondo come il prodotto di uno scambio.
Alla fine nei contesti di cura (psicoterapeutici) o del prendersi cura, qual'è quello di counselling, di cui stiamo parlando, la relazione d'aiuto, in chiave sistemico-costruzionista si svolge attraverso la co-costruzione consensuale e negoziale tra la persona cliente e l'operatore, coppia o famiglia, secondo i casi, che portano, certamente, nella richiesta di aiuto una storia problematica, di disagio: ad essa danno un senso, una spiegazione.
Il counselor, dovrà , muovendo dalla medesima, portare alla luce, farne emergere altre e/o possibili più funzionali e gratificanti, oltre che socialmente condivisibili. Può essere molto utile, per esempio la ricostruzione-co-costruzione del genogramma familiare, perchè, se "ciascuno patisce i propri Mani", ( i Mani per gli antichi romani, che tra l'altro erano molto superstiziosi, erano divinità protettrici della famiglia e rappresentavano le anime dei defunti) come diceva Virgilio14 (Virgilio, Eneide,VI, v.730) tante volte è proprio attraversando la storia degli affetti, in questo teatro della memoria, che si ritrova il nesso dell'appartenenza e della condivisione della propria cultura familiare, quella che si è declinata di generazione in generazione e ...che è la nostra storia..)
Così, l'operatore potrà promuovere l'emersione di quei “sottomondi sociologici”, di cui parlano Berger e Luckmann, realtà alternative sempre potenzialmente presenti nella zona d'ombra della coscienza individuale, in modo da sostituire le storie precedenti, rispettandone l'ethos emotivo, con altre più gratificanti e socialmente condivisibili.
In altri termini, il counsellor deve co-costruire con la persona cliente, nuove letture di senso, storie plausibili, che ha già intravisto nel suo sottomondo, o ha percepito dai segnali indiretti promananti dalle voci interne, che il suo interlocutore gli rinvia, purché siano accettabili, oltre che dal medesimo, anche da altre persone per lui significative, in modo da restituirgli una maniera di essere nel mondo più esteticamente coinvolgente ed emozionante.
E questa volta il mondo, si può abitare, anche spostando l'attenzione su un setting contrassegnato dalla dimensione narrativa, dalle tecniche di ascolto dell'altro, in cui è importante, non tanto ciò che diciamo, ma come chi ascolta capisce, interpreta e ricorda, la ricerca delle potenzialità creative, l'attenzione spostata alla meditazione e alla contemplazione, la sensibilità volta ad evitare errori logici e a coltivare percorsi dediti all'autoeducazione:16
Rosanna Pizzo
Consulente relazionale (counsellor), esperto dell'ascolto e della comunicazione e del processo di aiuto alla coppia, alla famiglia, al singolo e all'adolescente.
http://www.counsellingrp.net
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