L’inganno digitale

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social networkL’avvento dei social network ha modificato il modo di utilizzare gli strumenti tecnologici. Se fino a qualche anno fa per viaggiare in Internet era necessario collegarsi da una postazione fissa oggi la maggior parte viaggia in mobilità. Leggere le email, postare foto o video è diventata una prassi consolidata. Vi sono degli indubbi vantaggi come quello di ammortizzare i tempi morti o di aggiornarsi nell’immediato senza dover attendere il telegiornale serale. Ma ampi sono anche gli svantaggi come la riduzione delle transazioni sociali de visu. Colpisce scoprire persone con centinaia di amici su twitter o facebook. Tenersi in contatto con tutti è pressoché impossibile a meno di spersonalizzare i messaggi. Se poi analizziamo il contenuto della messaggistica, risulta evidente che il movente principale nello scrivere sta esclusivamente nel dimostrare di esserci. Viene da chiedersi se tutto questo affaccendarsi in realtà non nasconda solitudini ed incapacità a proporsi direttamente in uno scambio sociale.

 

Tra qualche decina d’anni forse spariranno i libri cartacei per cedere il passo al formato digitale. Case senza libreria, senza  libri ingialliti dagli anni, non scovare più note o bigliettini nascosti tra le pagine aspetti che suggeriscono un’idea romantica del leggere tolgono parte della nostra personale biografia.

Un tempo per guardare i filmini in super 8 fatti era necessario montare la cinepresa, inserire la bobina e riavvolgerla dopo. Un’operazione che si poteva fare in due minuti a mano allenata. Ma i bambini che osservavano imparavano, capivano la necessaria importanza dei singoli passaggi. Oggi fa tutto la videocamera. Dalla capacità manuale siamo passati alla dipendenza dalla carica della batteria, alla capacità della scheda di memoria. Oggi vediamo il cinema in 3D che ci appare come una cosa straordinaria dimenticando che gli esseri umani hanno sempre visto in 3 dimensioni. Oggi siamo giunti alla quarta dimensione, quella digitale. In tale dimensione sembriamo estraniarci dalla realtà per entrare in una sorta di mondo parallelo nel quale ci illudiamo di contare di più. La realtà è invece esattamente il contrario perché è la virtualità a possedere noi, ad imporci mode, abitudini, ritmi ed acquisti nonché opinioni. Siamo alla dittatura del virtuale. Un dittatore subdolo, invisibile, travestito da progresso tecnologico.

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