STATI DELL'IO E DRAMMI DEL CONTROLLO. Redfield riletto nell'ottica dell'Analisi Transazionale

Inviato da Nuccio Salis

james redfieldIl noto filosofo James Redfield, autore della nota e discussa opera letteraria “La profezia di Celestino”, ci ha lasciato un interessante schema interpretativo su alcuni meccanismi comportamentali chiamati “drammi del controllo”. La parola dramma riporta subito alla metafora del teatro, alla messa in scena di un personaggio, alla vestizione di se sotto le mentite spoglie di una maschera-Persona. Ammantandosi in buona sostanza di un ruolo da palcoscenico, il falso Sé si corazza dentro un involucro che lo priva del suo potenziale e della sua espansione vitale. Il fenomeno, oltre ad essere ben noto, rappresenta diffusamente l’epicentro di ogni difficoltà esistenziale con tutte le sue peculiari trame narrative e le sue forme più o meno manifeste.

Nei modelli comportamentali individuati da Redfield, le personificazioni manifeste di falsi Sé trovano molte analogie con gli aspetti strutturali e funzionali identificati da Eric Berne nella ricostruzione degli aspetti psico-comportamentali nella teoria degli Stati dell’Io.

L’autore del best seller compila un elenco in cui riconosce e descrive 4 personaggi corrispondenti ad altrettanti diffusi atteggiamenti che spiegherebbero le modalità attraverso cui le persone entrano in relazione fra loro, rubandosi energia. Tale processo di furto di energia, esiste anche nel linguaggio transazionale, e viene chiamato Gioco (nella sua accezione di play, ovvero recita, finzione).

In brevissima sintesi, i modelli sono così presentati:

INTIMIDATORE: Si manifesta in modo aggressivo, addirittura può arrivare alla violenza. E’ rigido, austero ed irremovibile sulle sue posizioni, non incline alla mediazione.

È, in pratica, l’aspetto funzionale dell’Ego genitoriale che Berne chiama Genitore critico, anche con una sua declinazione particolarmente minacciosa.

INQUISITORE: Gratuitamente ostile e critico in modo distruttivo, l’inquisitore tende a disfare ogni possibilità di costruire un clima di collaborazione e accettazione. Colpevolizza, redarguisce, cerca di ferire psicologicamente con feroce sarcasmo.

È anche questa un’espressione normativa critica dell’Ego genitoriale descrittoci da Berne.

TROPPO RISERVATO: Genera mistero intorno alla sua figura, nella convinzione che potrà ottenere l’attenzione. Di contro, rimane isolato, evitando legami che possano metterlo in discussione. Si disimpegna nella relazione per paura dell’altro.

Questo è l’aspetto esattamente speculare del profilo funzionale Bambino Adattato passivo, secondo i canoni di una lettura del modello di Berne. L’Ego più arcaico della personalità configura i suoi elementi nella direzione del guadagnare una posizione di non interferenza col mondo.

VITTIMISTICO: Porta dentro un vissuto di impotenza e inadeguatezza. Si scusa sempre, spiega più volte, si sente perennemente in colpa.

È proprio il Bambino somatico “Non Ok” descritto da Berne; inevitabilmente ferito, cerca di ottenere riconoscimenti dall’ambiente sociale stimolando risposte di cura di tipo pietista. E come nell’AT, i tipi di Redfield sono modellati dalle interferenze esterne, filtrate ed interpretate, certo, seppur in modo rudimentale.

Redfield, inoltre, associa a ciascuno dei profili annoverati dentro la sua teoria un atteggiamento cronicizzato che designa la rigidità di ciascuno di essi. Vi sarebbe dunque, in ciascuno di tali prototipi personologici, una cospicua forza conservatrice. Tuttavia, seppur latente, esiste una tensione trasformativa che se opportunamente sollecitata potrebbe condurre ad una riprogrammazione consapevole del modello in termini sia intra che interpsichici. In pratica, i modelli esistono in quel modo perché trovano comodo ed agevole vivere nella rispettiva modalità ascritta a ciascuno di essi. Esperire la loro istanza vitale dentro il modello acquisito è protettivo, genera sicurezza, controllo, per l’appunto, sull’ambiente sociale inteso come complesso campo unificato ed integrato di stimoli esogeni, in seno anche agli agenti sociali che lo ricostruiscono mediante la loro competenza generativa di senso. Tali concetti, che abitano in modo coeso i postulati teorici di Redfield, richiamano a tutti gli effetti la nozione di Copione di Berne. Vi si trovano i personaggi, descritti secondo le loro inclinazioni in parte apprese dall’ambiente, e si trova l’aspetto peraltro molto importante della possibile metamorfosi evolutiva che svincola dal ruolo che recita e conduce il Copione. Se Redfield, infatti, ci informa della potenzialità di emancipazione consapevole di ciascuno dei suoi prototipi, Berne dichiara la possibilità di un intervento che aiuti il personaggio a rileggersi, addirittura superando e vincendo il bisogno fittizio della gabbia copionale, “energizzando l’Ego Adulto”, parafrasando Berne, permettendo all’individuo di vivere in modo libero ed autentico.

E le analogie non sono concluse. In termini di processo relazionale, Redfield racconta circa le modalità con cui tali personaggi entrano in relazione fra loro, scoprendo la complementarietà dei ruoli. L’Intimidatore o piuttosto l’Inquisitore cercheranno (inconsapevolmente) una Vittima, la quale, per via di una misteriosa legge di compensazione, sta cercando i suoi aguzzini. Dentro tali trame, si svilupperanno relazioni sociali disturbate, inconcludenti, infelici, patologiche; i “drammi del controllo”, appunto.

Come già accennavo, Redfield parla di un possibile processo di trasformazione in chiave evolutiva, di ciascun personaggio. Sfruttando la propria parte migliore, ciascuno di loro può diventare, rispettivamente:

INTIMIDATORE / GUIDA: Può utilizzare la carica direttiva per indicare e suggerire opzioni e soluzioni accettando anche quelle altrui. Può ricoprire una posizione di leadership nel pieno rispetto di tutti, generando collaborazione e senso di stima per se.

INQUISITORE / AVVOCATO: Può sublimare nella ricerca la sua predilezione per il domandare, rovesciando la posizione di accusatore a quella di difensore.

TROPPO RISERVATO / LIBERO PENSATORE: Può accedere alle risorse della sua interiorità per farsi guidare dall’intuizione e progredire in saggezza e maturità spirituale, sublimando tale tendenza nella creatività.

VITTIMA / RIFORMATORE: Può trasformare in risorse preziose il dolore, il senso di fallimento e le sconfitte, impegnandosi a favore delle cause dei più deboli e bisognosi.

Le analogie fra il modello dei tipi drammatici di Redfield e l’approccio dell’analisi transazionale di Berne sono sorprendenti. Entrambi mettono al centro la possibilità di implementare la tensione innovatrice di ciascun individuo, riservando ad esso la fiducia nella necessaria svolta della propria esistenza.

 

SCHEMATICO RIEPILOGO DELLE ANALOGIE FRA REDFIELD E BERNE

 

REDFIELD: STRUTTURA: Dramma del controllo; PERSONAGGI: Intimidatore, inquisitore, vittima ecc.; PROCESSO: Furto di energia; RELAZIONE:Dramma di risposta; MOTIVAZIONE: Ottenere attenzione.

BERNE: STRUTTURA: Gioco; PERSONAGGI: Persecutore, vittima (modelli copionali); PROCESSO: Transazione; RELAZIONE: Transazione complementare; MOTIVAZIONE: Ricerca carezze.

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