Il vero eroe è colui che si adatta


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Il processo evoluzionistico della specie che si basa sulle teorie Darwiniane, stabilisce che solamente l’organismo che più si adatta all’ambiente è colui che sopravvive.

Ci sono delle credenze o dei luoghi comuni  che rendono il concetto  oltre che sbagliato anche negativo, ma in realtà è solo una visione distorta.

Il primo luogo comune sta nel fatto che molte persone credono che colui che sopravvive al normale processo naturale sia il più forte. Se per forte s’ intende colui che ha più capacità adattive questo può essere vero, ma se per forza si intende un concetto legato alla forza fisica questo è del tutto errato.

Più che forza fisica è l’intelligenza, la scaltrezza, la furbizia nel trovare una strategia adattiva che permetta la sopravvivenza. Il concetto di forza oggi comune è legato a  colui che non si piega agli eventi della vita e della natura mostrandosi, appunto, più forte di essa.

Applicato alla vita quotidiana il concetto di forzaè legato all’idea dell’eroe che combatte contro tutto e tutti i modelli negativi per una giustizia divina o terrena. Non è un caso però che gli eroi sono tali perché destinati a morire.  Dunque non è l’eroe forte e combattivo che sopravvive, al contrario, l’eroe è colui che non si adatta e muore. Sotto un processo evoluzionistico l’eroe non è tale tutt’altro, essendo destinato a morire è parte debole di questo sistema, paradossalmente l’eroe in realtà è colui che riesce meglio ad adattarsi perché  è lui che sfida gli eventi tramite questo processo, riuscendo a trovare la strategia migliore e dunque la sopravvivenza.

L’altro concetto che nell’opinione generale è visto in maniera errata sta nel termine adattamento.

Molto spesso questo termine è letto in maniera negativa. Nella concezione moderna l’adattarsi è sinonimo di rassegnazione e passività. Nel gergo comune quando si parla di adattarsi ad una situazione negativa si intende rassegnarsi ed accettare in maniera passiva l’evento negativo. La parola adattamento deriva dal latino Adaptare ed è composto dalla particella Ad che significa scopo, fine e da aptare che significa aggiustare.

Dunque il significato corretto del termine è: aggiustare una situazione negativa per raggiungere uno scopo. In realtà il termine adattare come abbiamo visto è tutt’altro che sinonimo di passività.

Colui che tenta di rimediare ad una situazione negativa per far in modo di raggiungere uno scopo, un benessere in questo caso, è attivo in quanto mette in atto tutte le capacità in suo possesso, necessarie alla sopravvivenza. 

Il terzo è ultimo concetto che l’opinione generale tende a modificare rispetto al reale significato della teoria sta nella significato attribuito alla parola sopravvivenza.

Ai giorni nostri il concetto popolare di sopravvivenza è un concetto non del tutto positivo, soprattutto se si rapporta al concetto di vita quotidiana.  Vivere e sopravvivere hanno due valori diversi.

Anche in questo caso per l’opinione generale moderna colui che vive è colui che sceglie in maniera consapevole e attiva, cosa è meglio per se stesso e cosa no.

E’ colui che lo fa con la piena capacità  emotiva e razionale prendendo di petto le situazioni sia positive sia negative, anzi, spesso le cerca di sua spontanea volontà perché  vivere, sempre secondo il significato attuale,  è anche rischiare di soffrire per di raggiungere un benessere personale.

Colui che sopravvive al contrario è visto come soggetto passivo che non accetta gli eventi della vita cosi come si presentano e che molto spesso tenta di fuggire da quelli negativi.

Colui che sopravvive è, per l’opinione pubblica,  colui che insabbia la testa per non vedere, altrimenti rischierebbe di star male. 

E’ colui che galleggia nei sentimenti e nella razionalità senza esporsi temendo sempre il peggio accontentandosi casomai di un benessere minimo, piuttosto che aspirare al massimo. E’ colui che si lascia scivolare la vita addosso.

In realtà questi concetti non sono del tutto errati,  ma applicati alla teoria evoluzionistica, il concetto di vita e di sopravvivenza assume tutto un altro significato.

E’ errato adattare questi concetti alla teoria sopra esposta per il semplice motivo che è  normale che il ciclo vitale si basa sull’adattamento e sulla sopravvivenza. La natura è vita e l’adattamento è un processo di mantenimento alla vita.

La natura ha creato la vita che si rigenera nei suoi cicli tramite l’adattamento. Dunque il concetto di sopravvivenza in questo caso è completamente ribaltato rispetto alla comune visione delle cose. E’ colui che non si adatta che sopravvive.

E’ il soggetto  che  rimane immobile sulle proprie posizioni e che cerca  di sfidare gli eventi che in realtà sta sopravvivendo e non il contrario.

E’ li dove c’è necessità di un cambiamento e questo non avviene che c’è quella lotta personale che si chiama sopravvivenza.

Questo ribalta tutto il concetto generale dell’opinione pubblica attua al principio della teoria evoluzionistica.

Se per l’opinione generale  l’eroe forte è colui che combatte imperterrito gli eventi rimanendo immobile sulle proprie posizioni invece di adattarsi ad un cambiamento, per un normale ciclo naturale delle cose l’eroe è al contrario parte debole destinata a soccombere.

Dunque la persona forte per la teoria evoluzionistica non è quella che oggi siamo abitati a credere, non è l’eroe, al contrario, forte è colui che per l’opinione pubblica oggi considera debole, perchè meglio si adatta per il fine unico, mantenere in vita la specie.

Nel normale processo evoluzionistico c’è la vita e la natura crea vita e mantiene in vita solo quegli organismi che si modificano al modificarsi dell’ambiente, il resto è destinato a soccombere.

Alla luce di questo chiedo:

Chi è l’eroe?

Chi  è che vive e chi sopravvive?

Adattamento è un termine passivo o attivo?

Riadattando la frase ai normali concetti generali dell’opinione comune possiamo modificare  il tutto sostenendo che:

Il vero eroe è solamente colui  che,  in condizioni svantaggiose, mette in atto una ricerca personale al fine di trovare una strategia vincente in relazione all’ambiente con lo scopo unico di vivere.

Chi non riesce, soccombe alla vita o sopravvive.   

Giulio Uffreduzzi

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