Storia di un counselor: come tutto ebbe inizio (almeno per me!) Quarta parte


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L'incontro con "Testa fra le nuvole"

Il mio primo vero contatto con “Testa fra le nuvole” avviene nel maggio 2001. Sono a metà del secondo anno del Master in Gestalt Counseling e già da qualche mese i colleghi Carlo e Rosella (tra gli ideatori e promotori del progetto) hanno portato nel gruppo l’entusiasmo e le speranze legate alla realizzazione ed allo sviluppo di questa loro idea. Inizialmente, per una sorta di pudore, o meglio, per la solita difficoltà legata alla sensazione di invadere spazi altrui, mi tengo a debita distanza. Pur essendo da sempre affascinato dall’idea di lavorare nelle scuole, mi trattengo dal tempestare di domande i due colleghi, lanciando solo qualche distratto: “Ma esattamente di cosa si tratta?” o ancora: “Pensate di avere bisogno di aiuto?”. Quest’ultima proposta esce dalla bocca senza che io possa fare nulla per trattenerla. Da sempre sono in difficoltà a chiedere, anche quando chiedo di poter dare come in questo caso. La risposta è sorprendente: “Perché no? Parliamone… Potresti dare un contributo valido. L’unica cosa è che per ora non ci sono grandi risorse economiche e quindi non sono previsti nemmeno compensi, se non il rimborso del treno”. Non ci sono compensi? Macchiseneimporta! Sono felice di avere un’opportunità reale in cui sperimentare la mia capacità di ascoltare le persone e sono felice di farlo con adolescenti. Verrà il tempo per pensare all’aspetto economico e professionale.

 

L’anno scolastico sta per finire così concordiamo una mia presenza (più che altro per osservare il contesto) negli ultimi due incontri di sportello durante i quali faccio praticamente da segretario. La prima volta è particolarmente difficile. Quando mi ero offerto di collaborare al progetto non avevo minimamente realizzato cosa significasse per me essere presente in una scuola alessandrina alle otto del mattino… Sveglia alle 5.45 (con il tempo e l’esperienza riuscirò a guadagnare quasi mezz’ora su questo orario ottimizzando al meglio le operazioni di preparazione all’uscita), tempo tecnico per ri-trovare una accettabile condizione umana e corsa alla stazione per prendere un treno che immagino vuoto (chi può viaggiare a quest’ora del mattino?) e che naturalmente è invece sempre stipato. L’arrivo alla stazione di Alessandria è previsto per le 7.50 cosi che io abbia solo il tempo di precipitarmi a scuola che, appunto, dista una decina di minuti a piedi. Quella prima volta mi pare impossibile che io possa resistere a lungo anche perché ci si mette pure il fatto che ad Alessandria (scherzosamente ma neanche tanto la definisco la città più fredda d’Europa!) c’è l’inverno perenne con freddo e nebbia anche quando a Genova (alle 6.30 del mattino!) lascio un sole non caldo ma decisamente ottimista. Ma va benissimo così.

La motivazione ad iniziare questo percorso è fortissima e l’estate passerà in fretta pensando all’esperienza che andrò ad iniziare a settembre. Ma esattamente cos’è “Testa fra le Nuvole?”. E’ un progetto di Counseling scolastico, attuato dal 2000 in alcuni Istituti Scolastici Superiori del basso Piemonte. L’idea di dare avvio a tale progetto nasce all’interno di un piccolo gruppo di persone che frequentano un corso di formazione triennale per Consulenti Famigliari, organizzato dall’Associazione Consultorio U.C.I.P.E.M. di Alessandria e condotto dal Dott. Paolo Testa. L’approccio del Consultorio si ispira principalmente alla psicologia umanistica di Carl Rogers ma durante questo iter formativo i partecipanti arricchiscono le loro conoscenze prendendo in considerazione altri approcci e modalità di lavoro (principalmente il modello Gestaltico Integrato); l’esperienza è talmente interessante che alcuni di loro scelgono di continuare la propria formazione personale sull’argomento partecipando al Master in Gestalt Counseling della sede A.S.P.I.C. di Genova. Il corso fa nascere nel gruppo l’esigenza di utilizzare le modalità e i principi della consulenza psicologica in ambiti diversi da quelli del Counseling individuale all’interno del consultorio alessandrino. Viene realizzato così un progetto rivolto alle scuole con l’attività di Counseling come elemento qualificante.

Il fatto di rivolgersi al mondo della scuola non è casuale né immediato: questa scelta matura dall’esperienza e dalla conoscenza diretta della realtà scolastica; infatti alcuni membri dell’équipe svolgono già da qualche anno incontri con le classi medie e superiori sull’educazione sessuale mentre altri sono insegnanti nella Scuola Pubblica o in Enti di Formazione Professionale. Un aspetto fondamentale del progetto è l’idea di poter offrire un aiuto psicologico senza connotare o rischiare di etichettare in modo negativo o patologico coloro che necessitano di tale aiuto. In questo senso è importante sottolineare come la presenza del Counselor sia diversa e venga vissuta diversamente dagli studenti rispetto a quella dello psicologo o dello psicoterapeuta. L’intervento, infatti, proprio perché ispirato alla Psicologia Umanistica, si pone nell’ottica della promozione del benessere personale piuttosto che della “cura” del disagio. Questo non significa svalutare o porsi ideologicamente contro la figura dello psicologo o della psicologia clinica, ma piuttosto sottolineare le differenze rispetto alle modalità d’azione del Counseling.

Uno degli obiettivi principali del progetto è quello di creare uno spazio di incontro volto al dialogo e alla relazione quali momenti di crescita e di condivisione senza necessariamente portare l’attenzione su aspetti problematici o di disagio. L'intervento proposto ha certamente nello sportello di ascolto la sua migliore espressione. Esso prevede due tipi di attività: l’informazione e la consulenza. Per quanto riguarda l’informazione vengono offerti interventi mirati ed approfonditi sulle tematiche della sessualità, del volontariato, delle informazioni mediche, della comunicazione efficace. Tali interventi sono previsti al fine di favorire non solo la trasmissione di informazioni, ma anche per intraprendere un percorso di prevenzione integrato con le risorse già presenti sul territorio.

Per quanto riguarda l’attività di consulenza vengono utilizzate le tecniche di comunicazione e di ascolto attivo rogersiano integrate con elementi più specificatamente gestaltici o umanistici in genere (Programmazione Neuro Linguistica, Analisi Transazionale, ecc.). L’obiettivo principale è favorire la possibilità di espressione personale più autentica possibile e far emergere le risorse interne delle singole persone indebolendo, dove possibile, i pensieri “circolari” o autolimitanti. Lo scopo non è quello di risolvere i problemi dando soluzioni, né cercare di eliminare o indebolire le difese dell’individuo ma accompagnare e sostenere coloro che chiedono un aiuto, incoraggiare la loro capacità di prendere decisioni e di creare nuovi significati, sottolineare la possibilità di scelta e l’assunzione delle responsabilità che determinano le proprie condizioni di vita.

Molti studenti, dopo un primo incontro caratterizzato da una comprensibile reticenza a portare problematiche personali, scelgono poi di proseguire il percorso confermando che un incontro caratterizzato da una forte empatia e dall’assenza di giudizio facilita nelle persone l’acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé e dei propri obiettivi.

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