Il counseling, secondo una delle definizioni ufficiali, è una relazione d’aiuto che muove dall’analisi dei problemi del cliente, si propone di costruire una nuova visione di tali problemi e di attuare un piano d’azione per realizzare le finalità desiderate, che possono essere:
- prendere decisioni;
- migliorare relazioni;
- sviluppare la consapevolezza;
- gestire emozioni e sentimenti;
- superare conflitti.
Una definizione chiara, ricca, esaustiva, da manuale.
Ma non è leggendo, rileggendo e imparando a memoria questa definizione che sento in me nascere e cresce quello che forse un domani sarà un counselor, quello che non avrà imbarazzo e titubanza a dire agli altri “cosa se stesso è” .
E' con il mettersi in discussione, con l'aprire canali che nemmeno pensavo di avere, con il sentire che questa disciplina la leggo, la studio e la approfondisco con passione, che il counselor prende giorno dopo giorno forma dentro di me. E nel momento in cui dentro di me avrà preso una certa forma, anche se magari ancora non ben definita, lo si riesce a collocare nel mondo fuori da noi, trovando a una definizione ad hoc e spiegandolo a chiunque abbiamo di fronte e con le parole giuste per quel preciso momento.
E magari prima di parlare, stando per un attimo in contatto intimo con noi stessi, ci viene anche un leggero sorriso e rispondiamo “...si, faccio la scuola di counseling e mi piace!”
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