Congresso sulla comunicazione e l'ascolto attivo


RAPALLO

CONGRESSO SULLA COMUNICAZIONE E L’ASCOLTO ATTIVO


Nella suggestiva sala consiliare del Comune di Rapallo, sabato 15 maggio ha avuto luogo il primo congresso organizzato da “Accademia Socratica” patrocinato dalla F.A.I.P. (Federazione Associazioni Italiane di Psicoterapia) e dal Comune di Rapallo. Il tema del congresso, intitolato “Psicopatologia: tra relazione e comunicazione”, verteva sul complesso approccio della comunicazione in ambito psicopatologico, con particolare riferimento alle patologie configurabili nei quadri diagnostici di tipo autistico e nel contesto di demenza conclamata.

Il primo intervento è stato tenuto dal Dottor Gianfranco Frezza, Medico specialista in Psichiatria e Medicina Legale, che ha presentato una relazione dal titolo: “Espressività Normale, Espressività Patologica”. Il Dottor Frezza ha approcciato il concetto di normalità in ambito psicopatologico, sottolineando come tale concetto sia alquanto labile e fluttuante, anche in relazione alla cultura di appartenenza, proseguendo con l’analisi degli elementi che compongono la personalità. La memoria, il pensiero, la psicomotricità, l’intelligenza, la percezione, la coscienza, l’affettività: sono le funzioni mentali che ci permettono di comprendere i messaggi che arrivano dall’esterno e ci consentono di formulare risposte adeguate agli stessi. Sono molti i disturbi che possono colpire ciascuna di queste facoltà, il relatore ha evidenziato come in forte aumento siano, specie nel mondo occidentale, quelli afferenti all’affettività. Lo specialista ha posto l’accento di come molti disturbi d’ansia siano riconducibili ad un atteggiamento patologico, per il quale si è spinti alla continua e dolorosa ricerca di certezze, laddove nella vita le uniche certezze sono oggettivamente costituite dall’esistere e di dover morire.

Il congresso è proseguito con l’intervento del Dottor Maurizio Biffoni, Dottore in Scienze Psicologiche dell’Intervento Clinico, che ha presentato una relazione intitolata: “Autismo ad Alto Funzionamento e Sindrome di Asperger: la barriera della metacomunicazione”. Il Dottor Biffoni ha ampiamente illustrato le caratteristiche dell’Autismo a basso funzionamento, dell’Autismo ad alto funzionamento e della Sindrome di Asperger, sottolineando in particolare l’attuale orientamento di molti studiosi, lui compreso, nel differenziare La Sindrome di Asperger dall’Autismo ad alto funzionamento .

Il Dottor Biffoni ha ampiamente illustrato le difficoltà che incontrano i bimbi autistici e quelli affetti dalla Sindrome di Asperger nel comunicare. Questi bambini sono, con tutta probabilità, privi dei neuroni a specchio, pertanto soffrono di una grave compromissione della capacità di comprensione dei significati che sottendono al linguaggio verbale. Di fatto la pragmatica della comunicazione può rappresentare un elemento utile a diagnosticare precocemente le patologie riconducibili ai quadri autistici. Molto significativa l’immagine di un bimbo che osserva il mondo attraverso un vetro, una metafora estremamente toccante delle difficoltà di comunicare per chi soffre di Autismo e della Sindrome di Asperger.

Il congresso si è concluso con l’intervento del Dottor Maurizio Giunchedi, Medico specialista in Neurologia ed in Elettrofisiologia, che ha presentato una relazione dal titolo: “La vita di relazione nelle Demenze”. Il Dottor Giunchedi ha definito i criteri in base ai quali si determina oggi, utilizzando il D.S.M.-IV, la diagnosi di Demenza, sottolineando il carattere evolutivo infausto di questa condizione. Circa il 50% delle forme di demenza sono riconducibili alla malattia di Alzheimer o a forme di S.D.A.T., il 15% circa è rappresentato dalla malattia di Pick, il restante 35% è composto da forme di demenza di eziologia diversa. La demenza è una patologia cronica, fortemente invalidante, degenerativa.

Il Dottor Giunchedi ha sottolineato l’importanza, quando possibile, del mantenimento del malato presso la propria abitazione, non interrompendo i legami affettivi e di relazione. E’ oggettivamente molto difficile per una persona convivere con la consapevolezza di essere affetto da una patologia per cui ad oggi non vi è terapia risolutiva, ed è altrettanto difficile per i suoi cari. Il Dottor Giunchedi ha posto l’accento sull’enorme bisogno che hanno questi pazienti ed i loro congiunti di essere ascoltati, di ricevere sostegno e di essere compresi nella loro difficile realtà.

Avendo avuto l’onore di conoscere di persona i Relatori del congresso, e avendo avuto modo di apprezzarne in più occasioni la professionalità e la grande esperienza nelle loro discipline, ho voluto divulgare le loro preziose argomentazioni in un contesto al quale, molto spesso, siamo abituati a non prestare attenzione. Eppure l’aleatorietà della nostra stessa esistenza non può renderci indifferenti verso coloro che soffrono, spesso in silenzio ed in solitudine. Di mio personale aggiungo solo una riflessione che ho avuto modo di elaborare in momenti non facili: non esistono malattie incurabili, esistono malattie inguaribili. Ci si può prendere cura di una persona con una carezza, con un sorriso, con attenzione. Certo, non si potrà guarirla, ma aiutarla si, sempre. Anche se, a volte, il dolore è immenso.

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