ALIMENTARE L'EDUCAZIONE ALIMENTARE. IL "digiuno pedagogico" dei complici

Inviato da Nuccio Salis

Se davvero vi fosse interesse verso la salute, si parlerebbe della vera pandemia con numeri sempre più crescenti ed allarmanti: l'obesità. L'Italia, per esempio, è fra i primi Paesi al mondo per tasso di obesità infantile. Già ad 8 anni, più del 30% dei bambini italiani risulta decisamente sovrappeso, e viene regolarmente imbottito di zuccheri industriali raffinati, cibi spazzatura, alimenti processati e sofisticati. (Fonte: Childhood Obesity Surveillance Initiative,, della WHO). Si mangia troppo e male. Si mangia non per necessità, ma spesso per compensare frustrazioni e vuoti affettivi. In una società sempre più ammalata di solitudine e disagio psichico, il cibo diventa una droga legale che crea dipendenza e disordini del comportamento alimentare. Il cibo è l'oggetto transizionale attraverso cui ci si procura l'illusione di recuperare soddisfacimento affettivo. Dati ufficiali e recenti indicano in modo incontrovertibile l'aumento progressivo nella popolazione infantile del rischio di malattie cardiovascolari, diabete, patologie a carico del fegato; tutte legate a scorretti modelli alimentari. Il silenzio dell'informazione ufficiale sconcerta. La stessa, d'altra parte, è esattamente sponsorizzata da marche ed aziende che intossicano il mondo a norma di legge, con i loro prodotti. Insomma, la sana alimentazione non crea profitti e business per le multinazionali. È tutto lì. Se veramente il sistema sanitario internazionale fosse interessato sul serio alla salute collettiva, informerebbe di continuo sui danni ed i rischi delle più diffuse e nefaste abitudini alimentari. Arriverebbero a casa di ciascuno dei depliant e verrebbero divulgate notizie reali sull'elevato pericolo di tossicità e di farmacoresistenza diffusi a causa di contaminazioni chimiche da pesticidi, antibiotici e metalli. Ci si avvelena proprio mentre ci si nutre, ma nessun ente sanitario o ministero preposto allarma su questo. E non si obietti che in questo caso manca il contagio, perché non vi è nulla di più contagioso dell'esempio di genitori irresponsabili, assolti dagli stili e dai modelli propinati dalla pubblicità ingannevole e diseducativa. Esentati, come sempre, dalla forza del numero, da quel "lo fanno tutti", che disimpegna e disinveste dall'assumersi una funzione educativa. Troppo complicato ed impopolare, vero? Eppure comincia tutto quando si parcheggia il bambino davanti alla TV, a orari di fabbrica, acquietandolo a mezzo di snack e bibite gassate. In merito a questo tema, si deve riscontrare purtroppo l'ennesimo assurdo ed inquietante vuoto pedagogico. Che certe perniciose consuetudini risultino comode anche agli addetti ai lavori? Beh, a questo punto, fra il bambino parcheggiato davanti alla TV e l'adulto incapace di rivalutare la sua antropologia, ci sarebbe davvero ben poca differenza. D'altra parte, il bambino, da qualcuno avrà pur appreso tutta questa irriducibile indolenza, non vi pare? dott. Nuccio Salis - pedagogista clinico, counselor socioeducativo, formatore analitico-transazionale
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