di Zila Carnevale
Se c’è un dipendente affettivo c’è anche un codipendente affettivo. Chi è? Come si riconosce?
Il codipendente sceglie partners, elegge membri della relazione, persone che hanno problemi. Svolge spesso il ruolo del “salvatore”, ed è convinto che il partner, l’altro nella relazione, ha bisogno di lui/lei.
Cosa fa il codipendente :
· Tutta la sua vita ruota intorno all’altro
· La sua energia è rivolta al controllo di sé e degli altri
· E’ subito pronto ad assumersi la responsabilità per gli altri, negando i propri bisogni
· Spesso “sconfina”, non rispettando i propri confini e quelli dell’altro
· La sua felicità/infelicità dipende da qualcun altro o da qualcos’altro
· Cerca stima e amore da altri
· Non si ama e non si rispetta
· Cerca persone che hanno bisogno e si annoia con quelli che stanno bene
· Cerca una relazione simbiotica
· E’ abituato a prendersi cura dell’altro, perché è il ruolo che ha svolto fin da bambino
· Vive nella paura di perdere l’altro
Il codipendente ha in comune con il dipendente la scarsa autostima. Pertanto è consigliabile seguire un percorso basato sulla consapevolezza dei comportamenti da codipendente e un percorso sull’autostima, per potenziare i tratti positivi, essere in grado di rimanere da soli e fare i conti con la propria famiglia di origine. Infatti il codipendente proviene spesso da famiglie invischiate, in cui si sono invertiti i ruoli delle figure parentali e i bambini hanno fatto i genitori.
Cosa spinge il codipendente a comportarsi così anche nella vita da adulto?
Egli/ella cerca il riscatto, il fallimento della sua infanzia: quando cercava amore, protezione e riceveva rifiuto, distanziamento, incapacità a prendersi cura.
All’inizio della relazione il codipendente si mostra seduttivo e seducente, in cerca di riconoscimento, coccole, attenzioni. Ma è incapace di legarsi veramente. Pertanto sfugge alle richieste. Poiché è attratto da un partner dipendente che a sua volta cerca costantemente la presenza e il riconoscimento dell’altro, il codipendente dopo un pò:
· mostra noia della relazione
· soffre dell’abitudine
· tradisce o si coinvolge in impegni lavorativi, sociali che lo tengono lontano dal partner
· non promuove l’altro e non rafforza il legame.
Lo stadio dell’io in cui vive il codipendente è del “bambino”: crescere ed evolversi verso lo stadio dell’io “adulto” significherebbe rispettare i confini propri ed altrui; prendersi cura di sé; non sentirsi in colpa o provare inferiorità; non avere paura di mostrarsi per come si è; non avere paura di essere soli.
La relazione disfunzionale dipendente-codipendente si realizza anche tra genitore e figlio; amico e amico; collega e collega. Per sottrarsi e sviluppare al meglio relazioni sane è importante che il partner ( membro della relazione) promuova lo sviluppo e il benessere dell’altro, piuttosto che coprire di attenzioni e stringere l’altro. Una relazione sana si basa sulla responsabilizzazione: ciascuno ha in sé risorse sufficienti e potere e talento per salvare se stesso. E solo quando si sta bene è possibile instaurare relazioni sane.
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