Da dove viene il desiderio? Questo è l'interrogativo che il parlante pone senza ottenere mai risposta. La psicologia, negli ultimi due secoli, si è data un gran da fare per farlo rientrare ora nella ragione ora nell'attribuzione di senso, intruppandolo nel novero delle conoscenze delle scienze cosiddette umane, spogliandolo, così, da ogni effetto di seduzione. Da dove viene il desiderio? Cervantes rompe col Medio Evo quando indica la pulsione come tempo e come luogo eterno.
Don Chisciotte, infatti, non segue il cogito e nel suo fare non si informa ad alcuna psicologia. Egli non è malato e non vuole rinunciare al suo delirio:piuttosto inventa la scena senza renderla mai malevola, senza mai prostituirla alla logica, a quanto già detto, a quanto gia fatto, senza chiedere aiuto salvifico o terapeutico ad alcuno. Don Chisciotte pone la questione del desiderio senza mai informarsi alle logie, ora casalinghe, ora provinciali e senza chiedere aiuto alle psicologie: egli approda al godimento attraverso l'atto mancato, il lapsus, il malinteso, il delirio,la follia.
E Dante insegue forse la dottrina? Cerca ristoro nell'antropologia? E' alla ricerca di uno statuto, di una compagnia, di una associazione professionale che possa garantirlo, orientarlo, regolarlo? No! Egli muove dal "camminar sembiante" e segue il rischio di Ulisse, senza mai incontrare la traiettoria del lutto. il suo "bel parlare" ha certamente effetto di cura in quanto, da esso, non un sapere ma uno stile passa. Dove sta, quindi, il desiderio? Certo nella cifra della parola.
Qual'è, il campo della parola? Quello in cui il numero di Giuseppe Peano diviene imprescindibile dalla struttura degli elementi, ed i suoi cinque assiomi lo dimostrano. L'indagine di Peano intorno agli assiomi della matematica pone la questione del godimento quale espressione del desiderio. Peano dice dell'impossibilità di eludere il desiderio. La cifra pone ineluttabilmente la questione della distanza tra lo zero e l'uno, tra l'indefinibile fascino del matema e gli insiemi infiniti quale luogo delle pulsioni.
La pulsione è distante, quindi, da ogni psicologia in quanto si iscrive senz'altro in una logica matematica, tra la clinica, l'arte, il riso e il pianto. Ecco la clinica, distante da ogni psicologismo, sia di bella che di brutta copia. Mentre eserciti di officianti ancora si affannano a reclutare eserciti da destinare alla scalata di vette già inutilmente esplorate, riproducendo in malus il medesimo analfabetismo scientifico e culturale, tipico di ogni clone mimetico, nell'unico obiettivo di imprigionare il godimento nelle regole grammaticali delle cosiddette categorie professionali.
Salvatore Arcidiacono
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