La Creatività


Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano più utili delle precedenti (migliori)"
(Henri Poincaré). È una persona creativa chiunque sia capace di produrre qualcosa di nuovo e utile.

 

Essere creativi significa essere capaci di “andar oltre” le conoscenze esistenti, verso una conoscenza nuova, che non è ancora presente ma già percepita e intuitacapace di istituire ulteriori e più utili conoscenze da condividere.

 

Quando guardiamo il mondo intorno a noi, vediamo immagini tridimensionali a coloriaccompagnate da consistenze, suoni, odori, sapori.Queste sensazioni sembrano trovarsi fuori dalla nostra testa, ma in realtà sono una ricostruzione virtuale del costante flusso di segali che il corpo, attraverso i sensi, costantemente invia al cervello.

Ma come fanno le immagini, i simboli,ad emergere dalla materia gelatinosa che costituisce il cervello?

L’attività dei neuroni, così come la conosciamo oggi, non spiega come facciamo a vedere la immagini nella nostra testa.  Il mistero è antico e tutt’ora insoluto. Quello che sappiamo è che siamo in grado di combinare tutti i formicolii, le variazioni luminose o sonore, le diverse molecole degli odori e dei sapori, e tirarci fuori un film. “Ciò che crediamo di vedere, di sentire, che ci emoziona e ci fa pensarenon è altro che una rappresentazione creativa espressa dalla capacità artistica della nostra immaginazione che, da un flusso di frequenze, di vibrazioni di onde e particelle, trae narrazioni: suoni, parole, immagini, da cui derivano pensieri, emozioni e sentimenti. Questa è la “creazione” (Rudolf Arnheim).

"I processi elementari della percezione lungi dall'essere una mera registrazione passiva, sono atti creativi.".  "La narrativa opera tramite i sensi […] Se non gli viene dato modo di vivere la storia, di toccarla con mano, il lettore non crederà a niente di quel che il narratore si limita a riferirgli. La caratteristica principale, e più evidente, della narrativa è quella di affrontare la realtà tramite ciò che si può vedere, sentire, odorare, gustare e toccare". (Flan O’Connor). LImmaginazione creativa è una delle forze più misteriose, potenti e rivoluzionarie che animino la vita e la storia dell’uomo.

L’immaginazione, contribuisce in modo notevole a sbloccare la mente, a farla uscire dagli schemi precostituiti, spianala strada alla creatività. L’immaginazione, fondamentale capacità dell’Amore, è lo Slancio Vitale, è l’alito stesso della vita, è dentro di noi come in tutta la materia, noi possiamo prendercene cura, non lasciarla soffocare dalla paura o dalla pigrizia dell’inerzia gravitazionale, ma liberarla e aiutarla ad espandersi. Bisogna imparare a conoscere e dare voce alla nostra creatività, per poter sfruttare appieno ogni nostra risorsa, abbattere i vecchi schemi emigliorare il nostro essere nel mondo. La capacità creativa è nelle possibilità di ognuno e non dipende esclusivamente dalle potenzialità intrinseche di ognuno, non è un tratto del carattere e non richiede necessariamente un talento, una cultura o un'abilità tecnica. " Per vivere creativamente non occorre nessun talento specifico: è un bisogno e un'esperienza universale”. La creatività è differente dalla creazione artistica. " (Donald W.Winnicott)

Essere creativi non è vincolato al mondo del “fare” arte, è applicare l’immaginazione creativa al vivere quotidiano"L’arte è solo una maniera di vivere… "(Rainer Maria Rilke), "La creatività non sta nel trovare nuovi paesaggi, ma nell’avere occhi nuovi." (Marcel Proust), cioè guardare da prospettive nuove una questione, perché il cambiamento avviene attraverso il vedere” (Antony De  Mello ),  nel cercare soluzioni alternative a quelle già conosciute, per ottenere risultati diversi (migliori). "La creatività rappresenta un modo del tutto unico di guardare l’universo" (Aldo Carotenuto). Il presupposto per creare la realtà (trasformarla), è l’accettazione (RICONOSCIMENTO) incondizionata di tutto ciò che è visto. È non volere cambiare la realtà ma il punto di vista (Ugo Foscolo). L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità. Per trasformare le cose è necessariofermarsi e rovesciare la prospettiva dalla quale le si guardano abitualmente. Vedere le cose in modo nuovo.

Il creativo è colui che ha rovesciato radicalmente il punto di vista, è quello che si è arreso, che “piuttosto che avere ragione preferisce essere felice”. Si è abbandonato al flusso dell'esistenza. Nella resa è pienamente felice, realizzato. È il cercatore della verità. Cerca di acquisire la conoscenzaattraverso l’elaborazione delle sue esperienze. La luce della sapienza gli illumina il tratto della strada avanti a sé. La luce gli mostra la verità; ma egli avrà la luce solo quando chiuderà gli occhi e guarderà in se stesso. Quando si fermerà e, riflettendo, comprenderà che il vero viaggio non si compie all'esterno di sé ma nel proprio intimo. E appunto "l’arte è la capacità di risvegliare qualcosa che abbiamo già dentro". (Renzo Piano ) 

Anche la sua vita è guidata dalla luce, ma la sua è una luce interiore. Colui che cercava ha scoperto l'inutilità del cercare, ha scoperto che la ricerca stessa era l'ostacolo, e si èabbandonato. La comprensione e la verità raggiunta, richiedono poi una completa trasformazione, un lasciar morire il passato affinché l’Anima possa trarne nuova vita. È la morte iniziatica dell’artista di fronte all’opera muta, è diventar sordi al proprio ego, affinché l’opera cominci a parlare.

"Amore e morte vanno insieme: è la stessa energia. Lasciate che amore e morte divengano una sola cosa... Quando ladivisione tra amore e morte scompare, tutte le altre divisioni scompaiono" (Osho). La morte non uccide, trasforma come l’amore. Tutte e due sono porte di una profonda rinascita. Questo era familiare ai popoli primitivi, per i quali dea della morte era Madre Terra, matrice universale a cui tutto torna e sorgente senza fine di ogni creazione. Fin dal neolitico data una maniera di seppellire i morti in posizione fetale, quasi il grembo della Terra fosse ungrembo materno da cui sarebbero rinati.

La morte, non è intesa come la fine di qualcosa, ma come passaggio verso il fine di qualcosa, la  trasformazione necessaria per accedere ad un livello superiore (nuovo e utile) di vivere. La trasformazione avviene solo se moriamo al precedente modo di essere. La paura del cambiamentopuò rendere il passaggio doloroso e difficile ma è il tormento necessario per la realizzazione del nuovo. Ogni trasformazione è un parto, e ogni parto è un travaglio, e per accompagnare un travaglio è necessario non irrigidirsi sul passato, ma rilassarsi, chetarsi, respirare, lasciare che accada. È uno sguardo che ancora mantengono il fanciullo e l’artista ed è lo sguardo dello stupore e della meraviglia."Il senso della meraviglia è così importante (...) perché precede la conoscenza. Precede la cultura."(Louis Kahn).

Aristotele, osserva che tanto la filosofia che l’arte, nonché i miti religiosi si nutrono dello stupore verso le cose meravigliose.“La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero; è la fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza. L’Essere che non conosce questa emozione, che è incapace di fermarsi per lo stupore e restare avvolto dal timore reverenziale, è come un morto”  (Albert Einstein). Perfino "il genio scientifico è la capacità di restare sorpresi"(Jules Henri Poincaré).

"La capacità di provare ancora stupore è essenziale nel processo della creatività." (Donald W.Winnicott). E la cosa più stupefacente è la natura, il fenomeno della vita, della nascita e della morte e dell'in­cessante mutamento di tutte le cose su cui si spalancano gli occhi di chi sappia e vo­glia osservare.  La natura non è un semplice oggetto di indagine tra i tanti possibi­li, bensì ciò da cui tutto si genera e trae origine, è l'insieme di tutte le cose che na­scono, crescono e muoiono. E l'uomo è parte integrante della natura assieme a tutte le cose che lo circondano. Ma “la natura non si getta tra le braccia del primo venuto, così come del resto la cultura e l’arte … pretendeinfinita passione, prima di svelarsi e di concederglisi (H.Hesse).”  È necessario essere appassionati, un po’ ebbri, quello stato alterato che abbiamo tutti sperimentato nel primo (unico?) innamoramento. Uno stato speciale di totale coinvolgimento, di profondo entusiasmo, di liberazione del proprio vero sé.

L’Innamoramento è un'esperienza di meraviglia, come se si assistesse per la prima volta a qualcosa di stupefacente, ma con quello stato d'animo semplice, naturale e spontaneo che conosce benissimo e  sa vivere facilmente ogni bambino non represso (Vittorio Cei). Perché la vita ti riveli la sua bellezza bisogna essere un po’ folli,innamorati.  “Perché esista un qualsiasi fare e contemplare artistico è indispensabile un presupposto fisiologico: l’ebbrezza.

"L’ebbrezza deve prima aver accresciuto l’eccitabilità dell’intera macchina: altrimenti non si giunge all’arte” (Nietzsche). Se volete “vedere” le fate, gli elfi o gli ufo dovete esserne innamorati (creativi), per forza.  La creatività, la capacità di vedere la “luccicanza” della natura,  consiste nel mantenere nel corso della vita qualcosa che appartiene all'esperienza infantile: “essere in contatto con il nostro Sé primitivo da cui provengono i sentimenti più intensi ed anche sensazioni estremamente acute. Saremmo veramente poveri se fossimo solo sani”. L’innamoramento, “la capacità di provare ancora stupore è essenziale nel processo della creatività. (Donald Winnicott)”.

Giocare è il principio di ogni cosa, è il mezzo attraverso il quale il bambino continuamente crea e ricrea il mondo. Il Gioco è il viaggio dello Slancio Vitale attraverso l'esperienza e la conoscenza. "Il gioco è una esperienza che è sempre una esperienza creativa, (...) una forma fondamentale della vita". (Donald W. Winnicott). "Se volete essere creativi, rimanete in parte bambini, con la creatività e la fantasia che contraddistingue i bambini prima che siano deformati dalla società degli adulti" (Jean Piaget). Devi tenere vivo il bambino che è in te: senza di lui non si può creare " (Joni Mitchell), perché solo il bambino è libero di “ “giocare” con le sue facoltà e potenzialità e con quelle della natura, e soltanto "giocando" con esse egli è libero. Vive in un mondo nel quale egli ha "libero gioco" e l’ordine di questo mondo è un ordine di bellezza" (Herbert Marcuse). È nel corpo imma­ginativo dei bambini, nel corpo del gioco, il luogo sacro proprio della “creazione”, il luogo dello spirito.La creatività giocosa "trasforma una vita noiosa, monotona, una vita senza ispirazione e piena di luoghi comuni, in una vita di arte, in una vita ricca di genuina creatività interiore" (Daisetz Suzuki).

 Loris Adauto Muner

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