L’entusiasmo di un counselor


entusiasmoSono in treno e sto rientrando da Firenze, dove in questi due giorni (14 e 15 aprile 2012) ho partecipato al 3° convegno nazionale di Assocounseling dal titolo “Le nuove frontiere del Counseling”

Sono stati due giorni intensi e coinvolgenti e ora mi piace ripensarci per riassaporare tutte le emozioni che ho vissuto.

La compagnia di due care amiche, nonché colleghe counselor, ha sicuramente reso molto piacevole questa esperienza e mi/ci ha permesso un continuo confronto e dibattito/riflessione sui contenuti e sui vissuti, fatto in “tempo reale”.

Anche la bellezza di Firenze, città magica e suggestiva, che nemmeno la pioggia insistente di sabato è riuscita a smorzare, ha contribuito a rendere questi giorni indimenticabili.

 

Ma è stato soprattutto il clima caloroso del convegno, l’alta qualità degli interventi e la presenza di un così alto numero di counselor (circa 400) riuniti assieme per parlare della propria professione e dei propri numerosi progetti ed esperienze che mi/ci ha dato una carica di entusiasmo e un senso di appartenenza che ritengo sarà determinante nel sostenere il nostro lavoro nel prossimo futuro.

L’inizio del convegno, dopo il caloroso benvenuto e avvio da parte della Presidenza, è stato arricchito da un messaggio di auguri di buon lavoro pervenuti da Natalie Rogers, che era stata contattata da una collega counselor e invitata a partecipare a questo nostro evento.

Per me, di formazione “rogersiana”, ricevere questo messaggio di buon lavoro dalla figlia di Carl Rogers, uno dei padri del counseling, è stato molto emozionante e ricco di significato.

Quello che mi ha positivamente colpita nelle testimonianze che si sono susseguite in questi due giorni, è stato lo “spessore” degli interventi, la simpatia, competenza e professionalità dei relatori, la passione e l’entusiasmo con i quali i colleghi counselor hanno condiviso le loro esperienze, maturate nei diversi ambiti lavorativi e nei diversi indirizzi e orientamenti teorici. Ho molto apprezzato la capacità con la quale hanno saputo declinare l’attività di counseling con altre loro competenze e impegni professionali.

Da questi due giorni di lavoro è emersa con forza la necessità di costruzione di una rete, di creazione di conoscenza, dell’importanza della circolazione delle notizie e della necessità che ognuno di senta responsabile nella produzione e condivisione di informazioni e conoscenza.

E’ stato sottolineato come, un così elevato numero di counselor che si incontrano tutti assieme a un convegno, crea un senso di appartenenza e mobilita energie per dare senso e valore alla propria professione.

Mi piace concludere riportando la proposta emersa al termine del convegno, di promuovere con consapevolezza la professione del counselor e di cercare di togliere quel “velo di mestizia” che talvolta ci connota….

Grazie.

Quirina Fornasiere (psicologa e counselor) La compagnia di due care amiche, nonché colleghe counselor, ha sicuramente reso molto piacevole questa esperienza e mi/ci ha permesso un continuo confronto e dibattito/riflessione sui contenuti e sui vissuti, fatto in “tempo reale”.

Potrebbero interessarti ...