Si dovrebbe guardare ad ogni cosa
come se fosse un miracolo
e bisognerebbe guardare ad ogni cosa
come se non fosse un miracolo”
Albert Einstein
In questa breve frase è racchiuso il segreto di tutti i segreti, il segreto di tutte le leggi dell’attrazione e di tutto ciò che può renderci consapevoli che ognuno di noi ha nelle proprie mani il proprio destino.
Per dire tutta la verità, fino a qualche tempo fa non ero molto convinto di questa cosa, anch’io ho avuto le idee molto confuse anche se, come diceva Aristotele più di duemila anni fa, sono sempre stato convinto che “La felicità è lo scopo massimo della vita umana.”
Nella mia vita, mi sono sempre dato da fare per raggiungere questa meta seguendo, quasi sempre, i saggi consigli dei miei genitori. Le più note e diffuse norme morali e di comportamento, mi sono sempre impegnato seriamente sul lavoro collezionando successi che, a conti fatti non mi hanno mai dato tutte quelle soddisfazioni attese.
Ho sempre amato e rispettato le persone che mi hanno voluto bene anche se poi, alla fine, non c’era quella condivisione che ritengo essenziale per una vita di coppia, sono sempre stato una persona serena, socievole e tranquilla.
E allora perché questa tanto agognata felicità sembrava sempre così lontana?
Come mai nonostante tutti gli sforzi e tutta la buona volontà continuavo a non sentirmi a mio agio nella mia pelle? Fino a quando un bel giorno, anzi un bellissimo giorno, circa otto anni fa mi sono posto la domanda risolutiva: “Di preciso la felicità può esistere su questa terra? E se esiste, come è fatta? E che sia possibile imparare ad essere felici?”
Eh già, perché poi ho scoperto che, quasi tutti noi, prendiamo per buono quello che ci viene raccontato e così ci diamo da fare per raggiungere un qualche cosa che è ben diverso da ciò di cui abbiamo realmente bisogno ed è per questo che, nonostante tutti gli sforzi che facciamo, poi siamo perennemente insoddisfatti.
Mi piace pensare alla felicità come alla cima di una montagna dalla quale si può godere dello straordinario panorama della propria vita.
Certo, i sentieri per giungere in cima alla montagna possono essere i più diversi, ma, se invece di salire verso la cima continui a gironzolare per il bosco seguendo i sentieri più larghi e più battuti perché ti sembrano i più sicuri ben difficilmente arriverai alla cima e continuerai a girovagare nell’umida penombra del sottobosco, senza mai godere del calore e della luce che trovi solo sulla cima.
E così, seguendo il consiglio di Albert Einstein, pur continuando a pensare che la felicità fosse uno straordinario miracolo, tant’è che per i più rappresenta una semplice e inarrivabile illusione, ho cominciato anche a prendere in considerazione la felicità come se fosse una cosa molto concreta, che al pari di un chilo di patate si potesse studiare nei suoi diversi aspetti e così capire come “coltivarla” per farla crescere rigogliosa.
Il punto di partenza è stato che, molto probabilmente, anche il cervello ha le sue belle responsabilità riguardo al fatto di sentirsi felici o infelici; in fin dei conti, quasi sempre, ogni nostra azione, tutto quello che facciamo, prima di farlo, prima di compierlo, prima lo abbiamo anche pensato con il cervello.
Nel cervello oltre all’ossigeno girano anche un sacco di idee, e anche le idee, così “intangibili”, hanno la loro bella responsabilità riguardo alla felicità!
Che cosa ci fa nascere le idee in testa? E come mai il solo pensare o ripensare ad una cosa, a volte ci fa stare così male? E come mai una cosa come un’idea, che proprio in quanto idea non può avere ne forma e ne peso, a volte ci può schiacciare come un pesante macigno? Ma se un’idea di per sé non ha fisicamente un peso, che cosa ci fa sentire così schiacciati?
Siamo così presi dalle tanto stressanti, quanto banali vicende quotidiane che non abbiamo mai tempo di farci le domande giuste e certamente, sarai d’accordo con me, se non ci facciamo le domande giuste, sarà abbastanza difficile che riusciamo a trovare le risposte giuste.
E allora cominciamo a fare un po’ di luce su tutte queste cose , o meglio su tutte queste idee, che ci impediscono di vedere le giuste domande e trovare le giuste risposte.
Molto spesso, senza volerlo, usiamo le parole giuste nel momento sbagliato e questo è uno dei modi migliori per creare quella nebbia che ci impedisce di vedere con chiarezza la strada da seguire.
E’ molto probabile che anche tu, dopo aver raggiunto un importante obiettivo, abbia detto “Ora sono proprio felice”. Mi fa piacere dirti che stavi usando la parola giusta (felice) nel momento sbagliato.
A dire il vero le parole non è che siano giuste o sbagliate, le parole sono sempre là, pronte per essere usate ma, se tu hai detto che eri felice perché avevi superato un esame avresti dovuto dire “soddisfatto”, se invece lo dicevi perché la tua squadra del cuore aveva appena vinto lo scudetto era meglio se dicevi “esultante” e se avevi comperato un bel paio di scarpe nuove potevi dire “raggiante”. Insomma se la tua “cosiddetta felicità” era stata causata da un qualche avvenimento che pur coinvolgendoti direttamente era esterno a te, potevi dire qualsiasi cosa ma non potevi dire di essere felice. E ora ti spiego brevemente il perché.
Quando fai, oppure quando ti capita qualche cosa che ti fa stare bene, dentro di te si attivano dei processi elettrochimici che danno vita a quelle che si chiamano emozioni e le emozioni, per loro natura vanno e vengono.
Le emozioni sono un segnale che arriva dal tuo corpo, per fare un esempio possiamo dire che le emozioni sono come la sete. La sete ti avvisa che hai un bisogno, tu bevi un bicchiere d’acqua, soddisfi quel bisogno e la sete ti passa; se non funzionasse così e se la sete ti continuasse anche dopo aver bevuto, dovresti continuare a bere all’infinito e vorrebbe dire che qualche cosa dentro di te non funziona più.
La stessa cosa succede con le emozioni e le emozioni piacevoli come la gioia, l’entusiasmo, l’eccitazione ti dicono che hai raggiunto il tuo obiettivo quindi dopo averti detto “Ok ce l’hai fatta”, più o meno rapidamente se ne vanno.
La felicità non è assolutamente un’emozione bensì uno stato d’animo, un modo di essere che non dipende da quello che, bello o brutto, capita fuori di te ma dipende esclusivamente da come tu sei, e quando hai imparato ad essere felice ben difficilmente perderai questo tuo modo di essere.
Continui a credere che non sia possibile imparare ad essere felici? Sono felice di dirti che ti stai sbagliando.
Forse avrai avuto modo di conoscere qualche persona che soffre di depressione, intendo dire di quella vera, dalla quale è straordinariamente difficile uscirne nonostante farmaci, psicoterapie o altre pratiche più o meno efficaci. Quando una persona soffre di depressione, qualsiasi esperienza piacevole le possa capitare, ben difficilmente riuscirà a smuoverla dal suo stato depresso e riuscirà a farle provare un’emozione di gioia, di eccitazione o di entusiasmo.
Come queste persone, per i più diversi motivi si sono trovate “imprigionate” nella depressione, allo stesso modo ma con segno contrario, tu come qualsiasi altra persona, “puoi decidere di costringerti” ad imparare ad essere felice e quando sei felice hai la piena consapevolezza che disponi di tutte le risorse necessarie per decidere liberamente ogni azione della tua vita continuando ad essere felice.
A questo punto, secondo te, per quale motivo, una volta raggiunto questo traguardo dovresti ritornare indietro?
Stai ancora pensando che sia impossibile essere sempre felici e che poi non sarebbe nemmeno tanto bello perché quando uno è felice perde tutti i piaceri della vita! Questa è una delle più grandi idiozie che girano per il mondo!!!
E’ come dire che essere sani non è piacevole perché quando si è in ottima salute si perde il piacere di guarire. Se una persona malata ti dicesse che preferisce stare male perché così ogni tanto ha il piacere di sentirsi un po’ meglio penseresti che è una persona saggia e intelligente o che è un pazzo?
Anche tu puoi scegliere tra l’imparare ad essere felice sempre, o “credere di essere felice” solo ogni tanto, magari perché hai comperato proprio un bel paio di scarpe nuove o perché la tua squadra del cuore ha vinto la partita.
Bene allora la felicità non è un’emozione che va e viene ma uno stato d’animo consolidato e l’essere felice o meno dipende da come è fatto il tuo cervello ma la cosa più interessante ed importante, fai molta attenzione a quello che ti dico ora, è che il cervello è l’organo più plastico che ogni essere umano ha a sua disposizione. E questa cosa non me la sono inventata ma la hanno chiaramente dimostrata, senza ombra di dubbio, le neuroscienze.
Nel video di Matthieu Richard, l’uomo che le neuroscienze hanno dichiarato l’uomo più felice del mondo ti spiega come fare e come ci si sente quando si fa rifiorire la vera felicità.
Certo il metodo usato da Matthieu è un po’ lungo e non è molto semplice da praticare con la vita che facciamo ma, io, tu e tutti noi esseri umani abbiamo la possibilità di “plasmare” il nostro cervello come meglio crediamo.
Tu puoi liberamente scegliere di modellare il tuo cervello per sentirti ed essere sempre sotto stress o di modellare il tuo cervello per sentiti e per essere sempre felice anche perché, oggi, esiste una tecnica molto più semplice, molto più efficiente e molto più rapida di quella usata da Matthieu.
Ho detto oggi e quindi non si tratta di fantascienza, e per modellare in modo sano il cervello ed imparare ad essere felice non servono nemmeno strane pratiche esoteriche o magiche iniziazioni, il tutto è molto semplice e salutare tanto per la mente quanto per il corpo, la conferma viene dalle neuroscienze e dalla PNEI, questa tecnica si chiama: Yoga della Risata.
E ora ti racconto come l’ho trovata e quali risultati ti permette di ottenere semplicemente ridendo a pieni polmoni.
Quando otto anni fa mi sono chiesto “E’ possibile imparare ad essere felici?” ho iniziato a leggere un sacco di libri, ho navigato a lungo sul web e dopo essermi convinto che “E’ possibile imparare ad essere felici” ho cercato e trovato una scuola che mi fornisse quegli strumenti che mi avrebbero permesso di imparare ad essere felice, per poi insegnarlo a tutti coloro che lo avessero desiderato, così è nata La Palestra della Felicità.
Ho studiato ed imparato a praticare le tecniche del Counseling Rogersiano per imparare ad ascoltare i bisogni delle persone, con l’Analisi Transazionale e con la Gestalt ho capito quali errori siamo abituati a commettere e quali strategie possiamo usare per superarli, ho imparato ad usare le potenti tecniche della Programmazione Neurolinguistica che ti guidano nel trasformare in realtà i tuoi sogni e così, dopo tre anni di studi e di esperienze pratiche ho ottenuto il diploma di Master in Gestalt Counseling.
Ma nel frattempo ho pure sperimentato tecniche meno ufficiali, anche se a volte più efficienti come EFT, sono diventato facilitatore di PSYCH-K® e ho approfondito gli aspetti teorici e pratici della Psicologia Positiva e dell’Intelligenza Emotiva.
Però convinto che la mente sia molto legata al quel corpo che se la porta a spasso, mi sono anche interessato agli straordinari traguardi che la neuro-anatomia e le neuroscienze hanno raggiunto in questi ultimi anni e alla Psico-neuro-endocrino-immunologia che più semplicemente si può anche dire PNEI.
La PNEI è una branca della scienza medica, poco nota a molti dei nostri medici, che vede l’essere umano non come un insieme di organi messi dentro ad un corpo che ha poco a che fare con la sua mente ma, come un unico organismo complesso nel quale corpo e mente, che sono strettamente interconnessi, si influenzano di continuo l’uno con l’altra. Per dirlo in altre parole, la PNEI è la visione olistica dell’essere umano dal punto di vista scientifico.
E’ stato proprio eseguendo una ricerca su benessere e PNEI che un giorno mi è comparso lo Yoga della Risata.
La prima reazione è stata di sgomento “Non sanno più cosa inventare!!!”
Ho sempre pensato allo Yoga come una pratica certamente utile e sana ma troppo piena di regole e di costrizioni, noiosa e anche sostanzialmente triste, insomma esattamente il contrario di una sana, piacevole e liberatoria risata.
Ma sono sempre stato molto curioso e più una cosa mi sembra strana, più cerco di capirla e così più mi addentravo nello Yoga della Risata, più rimanevo sorpreso. Più approfondivo le ricerche e più lo Yoga della Risata mi appariva come lo strumento ideale per per offrire a tutti la possibilità di imparare ad essere felici.
Lo Yoga della Risata è stato creato nel 1995 dal medico indiano Dr. Madan Kataria. Anche lui stava studiando dei testi di PNEI nei quali viene dettagliatamente spiegato che la risata, più è piena e vigorosa e più genera degli straordinari benefici neuro-biologici che si trasformano rapidamente in benefici fisici e psicologici.
Come tu ben sai, nella nostra vita convulsa, competitiva e stressante sono veramente molto poche le occasioni per ridere a crepapelle: è la stessa cosa che ha pensato il Dr. Madan Kataria.
Tutti noi di solito ridiamo per una barzelletta, una gags, una disavventura comica che capita a qualcun altro. E con questa risata non solo ridiamo per pochi secondi ma, in questa risata ci sono sempre degli aspetti cognitivi, culturali e giudicanti che limitano molto la possibilità di provocare a tutti una sana risata: ai carabinieri non sempre piacciono le barzellette sui carabinieri, chi si prende la torta in faccia non è molto felice, a certe persone i clown fanno tristezza e nemmeno chi scivola sulla buccia di una banana si sta divertendo ed è proprio in questo senso che Seneca, un vero saggio, aveva coniato il famoso detto “Il riso abbonda nella bocca degli stolti”.
Così il Dr. Madan Kataria si mette in testa di creare una tecnica che senza barzellette, senza comici e addirittura senza senso dell’umorismo, permetta a chiunque di ridere in qualsiasi momento per il semplice motivo che ridere fa buon sangue: da secoli ce lo dice la saggezza popolare e oggi lo conferma anche la psico-neuro-endocrino-immunologia.
Posta la giusta domanda il Dr. Kataria ha una straordinaria intuizione e trova la giusta risposta: se imitiamo la naturale giocosità dei bambini che ridono per qualsiasi cosa, possiamo imparare a ridere senza un motivo preciso e così possiamo ridere quanto ci pare. Come ha già dimostrato la scienza, al corpo non gli interessa per quale motivo sta ridendo, per il corpo è importante ridere fino a quando si innescano tutta una serie di processi neurobiologici virtuosi.
Inoltre, ridendo a pieni polmoni, come si fa con gli esercizi di risate creati da Madan, pratichi proprio quegli esercizi di respirazione yogica che producono la gran parte dei benefici ottenuti con lo Yoga tradizionale.
E’ così che nasce l’Hasya Yoga, rapidamente si diffonde in tutto il mondo con il nome di Laughter Yoga e quando arriva in Italia è lo Yoga della Risata.
Ma ci sono due sostanziali differenze tra lo Yoga tradizionale e lo Yoga della Risata; tanto lo Yoga Tradizionale è fatto di concentrazione, di controllo e di disciplina, altrettanto lo Yoga della Risata è fatto di giocosità, di spontaneità, di libertà e mentre con lo Yoga tradizionale è necessaria una lunga e costante pratica prima di sentirne i veri benefici, con lo Yoga della Risata, fin dalla prima sessione, senti subito che il tuo corpo e la tua mente si sono completamente rigenerati.
Ma perché con lo Yoga della Risata dovrebbe essere così facile imparare ad essere felici?
Prima hai letto che la tua felicità dipende da come tu puoi plasmare il tuo cervello e se hai già guardato il video di Matthieu Richard, hai visto che la meditazione profonda è un’ottima tecnica per plasmarti un cervello in modo da essere sempre felice.
Bene, quando tu ridi come si ride praticando gli esercizi dello Yoga della Risata, il tuo cervello fa le stesse cose che fa quando tu raggiungi lo stato di meditazione profonda ma lo fa in un modo molto più efficiente perché, attraverso la potente respirazione provocata dalla risata, lo stai ossigenando in modo ideale: è per questi motivi che, come da migliaia di anni dice il Buddismo Zen, 15 minuti di risate equivalgono a ben sei ore di meditazione.
Ho frequentato il primo corso disponibile per diventare Laughter Yoga Leader, e sotto la guida di Laura Toffolo, presidente dell’Associazione nazionale Yoga della Risata, fin dalla prima sessione ho sentito che questa tecnica così semplice e così piacevole è anche la tecnica più potente per rigenerare il benessere fisico e psicologico e per imparare nel modo più naturale ad essere felici. Ho appreso le tecniche, ho iniziato a praticarle e ho cominciato subito a condurre delle sessioni verificando costante mente i benefici prodotti su di me e i benefici prodotti su chi partecipava alle sessioni.
E man mano che l’esperienza si è affinata mi sono reso conto di due fatti estremamente importanti.
Il primo è che tutte le efficienti tecniche apprese durante la formazione per diventare Counselor hanno trovato nello Yoga della Risata uno straordinario strumento per renderle ancora più efficaci, il secondo che praticando intensamente e con costanza lo Yoga della Risata certi positivi cambiamenti si manifestano in modo spontaneo e molto più rapido rispetto ai tempi e all’impegno richiesto con le altre tecniche.
E quelle che seguono, testimonianze di chi ha partecipato ad un training intensivo, sono la più evidente conferma di quanto appena detto.
“E’ stata per me un’esperienza travolgente, che mi ha aiutato ad arrivare direttamente al mio cuore, a comprendermi meglio e a sentirmi nello stesso tempo così piccola, ma insieme anche tanto grande e forte” Laura – Impiegata.
“E’ stata un’esperienza speciale … perché ho acquisito un vero super potere: la capacità di ridere senza motivo, di essere felice gratis ... E’ una fortuna poter contare su una risorsa del genere” Marco – Educatore
“Non ci credevo ma quando sono tornata a casa mi sono sentita veramente diversa, azzardo a dire un po' più felice; d’ora in poi se qualcosa mi andrà storto proverò a farci su una risata—— vuoi mai che la magia si ripeta … grazie “ Liliana – Insegnante.
“Un intensivo che non ha lasciato spazio a ripensamenti o critiche intellettualoidi. Un bisogno (d’amore) ed un desiderio (di felicità) che si traducevano costantemente in gioia attraverso la possibilità di lavorare su di sé senza resistenze né contorsioni, con la semplicità dei semplici e la serena gioia del saggio.” Ugo – Gestalt Counselor
Quello che è capitato a me dopo la fine del corso e che per ora continua a capitare, é stato meraviglioso e sorprendente: posso ridere di gusto dei miei errori senza vergognarmi, ho meno paura di sbagliare senza per questo essere più avventata … Ho l’impressione che niente potrà fermarmi nel perseguire quello che mi sta a cuore” Augusta – Psichiatra.
“Ora appena apro gli occhi e vedo il solito zaino di preoccupazioni che affollano la mia testolina, ci faccio una bella risata…l’importante è ridere fino a quando mi diventa naturale … l'umore sale e lo zaino diventa un paracadute… “ Chiara – Impiegata
Gandhi diceva “Se vuoi cambiare il mondo comincia a cambiare te stesso” e questo è ciò che ha fatto e che insegna a fare il Dr. Madan Kataria “Quando tu ridi tu cambi e quando tu cambi il mondo cambia con te” e io aggiungo quale cambiamento migliore che imparare ad essere felice? E quale tecnica più semplice e più efficacie dello Yoga della Risata?
A maggio 2011 sotto la guida dello stesso Dr. Madan Kataria, vero illuminato, sono diventato Certified Laughter Yoga Teacher e ora posso formare anche nuovi Leader di Risate per diffondere sempre più questa straordinaria, semplice e potente tecnica che permette a tutti di imparare ad essere felici.
Potrei continuare con le spiegazioni scientifiche, con i pensieri filosofici o con le centinaia di testimonianze ma credo sia meglio dirti semplicemente “Tu cosa aspetti ad imparare lo Yoga della Risata? Che cosa aspetti ad essere felice? Di comperarti un altro bel paio di scarpe? O che la tua squadra del cuore vinca un’altra partita?
Forse è proprio meglio che anche tu ascolti il consiglio di Madan Kataria, “Porta il tuo corpo a ridere e la tua mente lo seguirà!”
Che ogni tua giornata sia una felice giornata,
ricorda, basta una semplice, sana, profonda,
e gioiosa risata
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