quando l'adolescente chiede di essere aiutato 5:
anche il "genio" ha bisogno dell'adulto
Occuparsi di adolescenza e adolescenti, come e più che per ogni altro aspetto della vita e della crescita umana, implica una coerente ed equilibrata contestualizzazione: l'adolescenza che si vive oggi, pur restando il più complesso periodo della vita di ognuno, quel "luogo non luogo" come è stato definito, ha caratteristiche specificatamente indotte dalla realtà odierna, vive problemi e ansie, difficoltà relazionali che un tempo neppure troppo lontano (venti o trenta anni orsono) non esistevano, mentre altri che hanno afflitto adolescenti ed educatori allora, oggi sembrano svaniti. Un esempio per tutti credo possa essere il fatto per cui l'adolescente oggi ha una certa consapevolezza di possedere e gestire conoscenze e abilità che gli adulti ignorano e su cui, per quanto volenterosi, sono impacciati quanto sprovveduti, lenti a capire e titubanti ...allievi. Potrebbe sembrare un elemento utile a rinforzare quell'autostima di cui anche l'adolescente ha grande bisogno, ma se pure solletica l'animo dell'adolescente in tal senso, il beneficio resta assai meno importante della grave difficoltà che ingenera in quanto agli occhi dell'adolescente svalorizza/annienta il ruolo dell'adulto e conseguentemente la possibilità di trovare in quell'adulto il conforto per quell'appartenenza, di cui si parlava, essenziale bisogno di base insieme all'autonomia.
È molto frequente ascoltare genitori e docenti che con il sorriso sulle labbra e leggerezza di cuore affermano che gli adolescenti sono oggi molto più bravi di loro, più informati, più realisti e addirittura conoscono la vita e il mondo (attraverso il web...) meglio degli adulti. Non è raro che un adulto dichiari di non aver parole da replicare alla stretta logicità di cui un adolescente, invaghito dal fascino dei primi filosofi che sta scoprendo, dà prova.
Il counselor, proprio di fronte alle più belle prove di "bravura" dell'adolescente sarà in grado di parlare da adulto all'adulto dell'adolescente e anziché convincersi, come tanti educatori, che di fronte a certi bei ragionamenti non hanno diritto di replica e rinunciano così al loro ruolo, pronti ad inchinarsi di fronte all'adolescente, il counselor manterrà fede al suo ruolo di adulto e darà all'adolescente tutto il merito ed anche l'aiuto di cui ha bisogno.
Mi e vi propongo 4' e 4'' da Will Hunting, Genio ribelle, 1997, diretto da Gus Van Sant, fondamentale e ogni volta piacevole per la forza che l'immagine esercita sulla nostra sfera emozionale, per la recitazione di eccellenti attori, per la nostra caparbia volontà a credere che anche nella genialità dell'adolescente si annida una qualche intima fragilità:
https://www.youtube.com/watch?v=cH-lfdkRbM0
Cordialissimamente,
Giancarla Mandozzi
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