CREA LA TUA ATTIVITÀ


 

Alex Osborn, uno dei maggiori studiosi di creatività, ha coniato due definizioni:

 

"La creatività è la ricombinazione intelligentemente immaginativa di elementi già conosciuti in qualcosa di nuovo"

 

"L’immaginazione è l'intelligenza che si diverte"

 

Esiste una creatività dell’individuo e una creatività dell’organizzazione.

La prima è connessa alle caratteristiche ed alle attitudini delle persone considerate come singoli individui. La seconda è legata alla capacità delle strutture aziendali di unire le creatività individuali in un progetto condiviso, capace di sollecitare e sostenere le possibili proposte creative generabili all’interno dei diversi gruppi che compongono l’organizzazione.

 

 

Reiventarsi sul lavoro

 

Amare il proprio lavoro…E’ un eufemismo?! No, accade sul serio!

Arrivare a fine mese è un’impresa a volte, come anche vivere passivamente 8 ore della propria giornata può essere altrettanto difficile!

Partendo dal presupposto che c’è qualcosa che non va, qualcosa che vuoi cambiare… Inizia a pensare…

 

Cos’è che ti riesce particolarmente bene?

Qualcuno ti ha mai detto: “Caspita, ci sei proprio portato!”

Hai mai svolto attività solo per il “gusto” di farle?

 

Tutti noi abbiamo dei talenti e delle passioni più o meno nascosti.

Tirarli fuori offre la possibilità di “guardarli con attenzione”, capire se possono permetterti di iniziare un nuovo lavoro più adatto alle tue propensioni… Più adatto a te.

Ci vuole una buona dose di coraggio, a volte di “follia”, mantenendo però la testa sulle spalle.

 

Si tratta di un percorso “a step”, di consapevolezza di se e di chi si vuole diventare.

 

Le tue passioni diventano attitudini lavorative, e devono quindi incontrare il territorio in cui vuoi praticarle (a chi rivolgi? Dove? Quali bisogni della comunità soddisfi?), dopo aver lanciato l’idea e prima di averla concretizzata è necessario stendere un vero e proprio piano imprenditoriale che ti permetta di “vederci chiaro” rispetto al progetto di lavoro che vuoi attuare.

 

“Imparare la creatività” aiuta a trovare l’idea giusta!

 

Mappe mentali, associazioni semantiche, diagrammi ad albero, diagrammi a lisca di pesce, configurazioni a stella, schemi a percorsi aperti, sono solo alcuni dei metodi utilizzati per “accendere la lampadina creativa”.

 

A ciò si aggiunge l’affermazione del prof. Sergio Manghi, docente di Sociologia dei Processi Culturali all’università di Parma

 

"Temo che non possa esistere una tecnica per indurre la creatività, sarebbe un controsenso. Una tecnica presenta il limite della previsione di un risultato, quindi è prevedibile, il contrario della creatività. Siamo abituati a vedere le cose in termini di causa-effetto, azione-reazione, bianco-nero. Vogliamo tenere tutto sotto controllo. Bisognerebbe invece essere educati all’attesa, a mantenersi in contatto con il mondo, a parlare con le persone".

 

Ragionare in maniera creativa “lavorativa-mente parlando”, significa valutare quattro fattori:

 

I ) Fluidità, capacità di trovare il numero più ampio di idee nello stesso campo semantico

2) Flessibilità, capacità di produrre o associare idee in categorie concettuali diverse

3) Originalità, capacità di produrre idee bizzarre, inedite, nuove

4) Elaborazione, capacità di non limitarsi all'enunciazione di un idea "il titolo" ma di sviluppare un grado di precisione nella definizione dei dettagli, conferendo all'idea un carattere quanto più possibile concreto/applicativo.

 

Inizia a pensare…

Inizia a creare…

Inizia a lasciarti andare…

Fai lavorare le tue idee!

 

Gli utili di un’azienda creativa

 

La creatività in azienda diventa un “prodotto” che genera “valori tangibili”.

L’evolversi dei mercati internazionali ha generato il passaggio da una visione sostanzialmente individuale della creatività, ad una percezione della stessa come fattore produttivo strategico nelle organizzazioni aziendali.

 

Secondo il Prof. Enzo Rullani “Il circuito della produzione materiale deve fare spazio alla produzione immateriale di significati, esperienze, identità, servizi che sono sempre più importanti nel dare valore al prodotto”.

 

Dare un valore tangibile alla creatività

 

La creatività può essere definita come un’arte, l’arte di trovare una soluzione nuova a

problemi vecchi ed emergenti. Essa può scaturire da un processo strutturato o non

strutturato, anche se in entrambi i casi l’intuizione gioca un ruolo importante. Quest’arte

risulta dal pensiero dei dipendenti. Per sua natura il pensiero è libero. La creatività, perciò, è

espressa al meglio negli affari laddove le persone fanno il loro lavoro con piacere. Ogni

persona può essere creativa tuttavia l’organizzazione può “uccidere” la creatività ponendo

diversi ostacoli alla diffusione della stessa. Le organizzazioni creative hanno lineamenti

peculiari per ciò che riguarda i valori, i caratteri organizzativi ed il clima interno.

 

Il nuovo fattore produttivo è fatto di stile, qualità, etica, ambiente, ricerca e sviluppo, innovazione, cultura, storia. La sua concretezza relativa al conseguente guadagno economico non è facile, nè immediato in quanto in questo approccio è insita una trasformazione della forma mentis aziendale: dal fare al saper fare, dal prodotto al nome dell’azienda.

 

Google ci insegna quanto lavorare in un ambiente “relazionalmente sano” permetta ai dipendenti di produrre in serenità e con maggiore quantità e qualità.

 

Cosa si intende per ambiente “sano”?

Esistono blocchi alla creatività nella vostra organizzazione?

Le persone si divertono a lavorare in azienda?

L’azienda è popolata da sogni?

 

Un ambiente sano è sinonimo di “clima positivo”. In un gruppo di lavoro, il leader deve utilizzare una comunicazione efficace, fondata su: ascolto empatico, dare valore alle idee degli altri, sottolineare il lato positivo delle cose, creare un clima di collaborazione.           

In caso contrario, possono succedersi episodi che “bloccano” il pensiero creativo. Se ci si sente giudicati e non apprezzati, non si avrà neanche voglia di esprimere le proprie idee se non quando strettamente necessario. Diventerebbe un rischio unitile esporsi con la paura di sentirsi ridicoli…E’ più semplice rimanere “incasselati” in quegli schemi preimpostati che impediscono il fluire dell’immaginazione.

 

Lo sviluppo del pensiero creativo è caratterizzato da un clima di condivisione e collaborazione tra i lavoratori della stessa organizzazione, a prescindere dal ruolo.

 

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