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Dal pensiero al destino. La Mente alleata della nostra Salute

Inviato da Raffaele Convertino

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Riscrivere il proprio Destino partendo dalla qualità dei propri Pensieri

Noi Esseri Umani siamo dotati di un Potere infinito, questo Potere risiede nella nostra Mente. La Mente insieme alla qualità dei pensieri che da essa prendono forma, è in grado di produrre uno stato di benessere e di prevenire l’insorgenza della malattia.

La nostra Mente può farci stare meglio, o, al contrario, condurci in uno stato di malessere. Se solo fossimo in grado di padroneggiare i nostri processi mentali, gestire al meglio le nostre emozioni e curare le nostre relazioni, saremmo certamente capaci di migliorare la qualità della nostra Vita.

 

Il pensiero Cartesiano influenza ancora molto la cultura medica occidentale. È dominante in medicina, infatti, l’orientamento per cui ciò che determina il miglioramento e/o la guarigione della patologia passi esclusivamente dalla riparazione del “danno biologico”, ridimensionando il ruolo che la persona è in grado di svolgere, se opportunamente stimolata e facilitata nella relazione di cura.

Facciamoci, pertanto, alcune domande: e l’emotività? E la creatività? E la resilienza? E il contesto familiare e sociale? Sono tutti fattori che, se adeguatamente presi in considerazione nella relazione medico-paziente, migliorerebbero la partecipazione di quest’ultimo nel processo di cura che lo riguarda. È sufficiente pensare, ancora, di poter curare “la malattia” affidandosi prevalentemente alle terapie farmacologiche? Quale contributo può apportare al miglioramento della propria salute, la persona coinvolta nel processo di cura?

In ogni individuo sono presenti risorse mentali, emotive e spirituali, infinite. Un paziente con una mente centrata verso un obiettivo di guarigione, riuscirà ad avere un decorso clinico più favorevole rispetto ad un paziente che avrà pensieri ridondanti e di rassegnazione. E questo succede perché siamo un sistema interconnesso di mente, biologia, spirito ed emozioni.

Diverse discipline umanistiche e scientifiche, dall’antropologia alla sociologia, sino ad arrivare alla psicologia della salute, alle neuroscienze ed infine alla più recente psiconeuroendocrinoimmunologia hanno iniziato a guardare, ognuna partendo dalla propria area di competenza, all’uomo come sistema multidimensionale e relazionale.

È così, fattori quali la relazione con l’ambiente, le risorse interne come le emozioni, l’adattamento, la resilienza e le strategie di coping acquisiscono sempre più rilevanza nel raggiungimento di uno stato di salute e di benessere mentale, fisico e spirituale.

Doveroso introdurre, quindi, per avere un quadro complessivo, il concetto di PNEI e di epigenetica, merito delle scoperte provenienti dalle neuroscienze e dalla biologia molecolare, per ricollegarci alla possibilità che gli Esseri Umani hanno di determinare uno stato di salute ottimale attraverso “lo stile” con cui scelgono di vivere la loro esistenza.

La PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) è una disciplina che si occupa della interazione reciproca tra il comportamento, la dimensione mentale, il sistema nervoso, il sistema endocrino e la risposta immunitaria che avviene all’interno dell’organismo umano. La sua nascita risale agli anni trenta grazie agli studi condotti da Hans Selye sullo stress e la relazione che quest’ultimo avesse con la fisiologia della persona.

La relazione con l’ambiente, i nostri pensieri, i nostri stili di vita, i nostri comportamenti, tutto quello che vibra e risuona nel nostro campo esistenziale, influenza la condizione di salute. Lo scambio continuo di informazioni tra l’individuo e l’ambiente è foriero di modificazioni a livello biologico.

L’influenza che l’ambiente interno (mente, psiche, emozioni) ed esterno (contesto familiare, contesto lavorativo, stili di vita, alimentazione, etc.) esercita sull’espressività dei nostri geni, si definisce, epigenetica.

L’epigenetica, branca della biologia molecolare, studia le modifiche che il materiale genetico può subire durante la vita di ognuno di noi senza che avvengano cambiamenti nella struttura e nella sequenza del DNA. I nostri geni possono essere accesi o spenti dall’ambiente interno, così come dall’ambiente esterno al nostro corpo.

Possiamo cambiare il nostro destino genetico, pertanto, lavorando sui nostri comportamenti, confutando le nostre credenze, cambiando le nostre abitudini alimentari, adottando stili di vita più sani, praticando la meditazione, imparando a suonare uno strumento musicale o una nuova lingua, frequentando persone che ci fanno ridere a crepapelle, migliorando la qualità dei nostri pensieri.

Sono solo alcuni degli esempi con cui noi Esseri Umani, attraverso un cambiamento mentale ed un atto di consapevolezza, possiamo migliorare la qualità della nostra Vita.

Ormai diversi studi clinici confermano la stretta correlazione tra i nostri stati emotivi e le risposte neuro-endocrine-immunitarie all’interno del nostro organismo. Una mente non organizzata e non disciplinata disperde costantemente energia vitale in un continuo flusso di percezioni e pensieri ridondanti e responsabili dell’attivazione nel nostro corpo di reazioni negative e di processi chimici degenerativi.

Le emozioni e le convinzioni liberano nei nostri organi una particolare cascata di sostanze biochimiche (cortisolo, endorfine, adrenalina, noradrenalina, dopamina) e ogni nostra esperienza è in grado di favorire modifiche genetiche nelle nostre cellule.

Quando siamo sottoposti ad uno stress prolungato, nel nostro organismo viene rilasciato cortisolo in eccesso, un ormone che se prodotto nella giusta quantità ci fornirebbe la carica energetica per affrontare difficoltà e raggiungere i nostri obiettivi.

Al contrario, quando viviamo situazioni di appagamento e gratificazione nel nostro organismo vengono rilasciati i cosiddetti ormoni della felicità, la serotonina e le endorfine, appunto. Si abbassa la pressione sanguigna, il respiro diventa diaframmatico, generandosi una migliore ossigenazione del sangue insieme ad una ritrovata omeostasi.

Vivere nella tensione e nel conflitto, pertanto, non aiuta la nostra salute. Siamo nati per vivere nell’armonia e nella gioia. Ma pensiamo e ci comportiamo esattamente in modo opposto, guidati da credenze e miti che limitano la nostra libera espressività.

Il mito del sacrificio, ad esempio, intriso di significati religiosi e morali, domina la nostra cultura ed è stato trasmesso come valore positivo. Ma così come ce lo hanno “confezionato”, ha prodotto solo disagio. Il senso del dovere, estremizzato nel suo significato, ci ha schiacciato sotto il peso dei valori morali, della tradizione e dell’autorità.

Accettiamo passivamente di vivere alcuni contesti, situazioni e relazioni in virtù di quel “senso del sacrificio” vissuto come valore positivo e a cui sottomettiamo ogni ambito della nostra esistenza.

Perché parlare di sacrificio invece di responsabilità. Le parole creano, infatti, la nostra realtà. Responsabilità significa “abilità a rispondere”. Al sacrificio si contrappone, infatti, proprio la libertà, la quale al contrario, presuppone di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Assumersi la responsabilità delle proprie scelte, significa fare esercizio della libertà.

La gioia ed il piacere intesi come spinta emozionale e passionale verso le cose che facciamo e le relazioni che intratteniamo sono scomparsi dal nostro vocabolario e di conseguenza non ne facciamo più esperienza, con ricadute negative sulla nostra salute.

Impariamo dai bambini. Il gioco e la libera espressione delle emozioni generano gioia e salute. I bambini hanno il dono di vivere senza angoscia il “gioco dell’esistenza”, perché liberi di scegliere in base al proprio sentire.

Concludiamo con un passo del Talmud ebraico: “Bada ai tuoi pensieri, perché diventano parole. Bada alle tue parole, perché diventano azioni. Bada alle tue azioni, perché diventano abitudini. Bada alle tue abitudini, perché diventano il tuo carattere. Bada al tuo carattere, perché diventa il tuo destino“. (Dal Talmud ebraico)

Raffaele Convertino

Counselor esistenziale

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