Rosanna Pizzo

Counseling Italia: Perché hai deciso di diventare counselor?

Cercherò di dare una risposta estetica, emotiva, non troppo raziocinante, perchè sarebbe inautentica, per cui cercherò di attingere all'emisfero destro, quello psicotico, per intenderci, quelle delle ragioni del cuore, perchè come dice Bateson spesso l'intelletto è rozzo e volgare.

Farò un pò di archeologia, leggendo a ritroso, ma non troppo, nella mia storia familiare, con cui ho dovuto fare i conti, che forse si è intrecciata, embricata con i miei interessi.e cioè le letture verso cui mi sono sempre diretta sin da ragazzina, che muovevano si da una passione estetica , ma probabilmente da una ricerca di soluzione anche di problematiche personali l

Attraverso la passione per personaggi difficili, complessi, tormentati, forse uno specchio proiettivo.(Amavo Il Thomas Brundebbrok, de "I Budenbbrooks" di Thomas Mann, ma anche il prof Aschenbach di Morte a Venezia,le analisi psicologiche di M. Proust, nella sua Recherche, e le eroine di H. Ibsen,) sono arrivata a Gregory Bateson e i suoi sillogismi in erba, di cui ho parlato nel mio saggio, che ha costituito una tappa importante della mia educazione sentimentale, fino alla scelta di questa professione.

Le letture associate alla mia biografia e quindi ad una mia maniera di essere, mi hanno fatto capire quanto complesso sia l'animo umano e come la sofferenza sia costitutiva del nostro essere nel mondo.
Come dice Jung "Dobbiamo lasciare alla sfera delle illusioni la possibilità di una redenzione totale dal dolore di questo mondo" (vol.16, pag. 210).

Fatta la premessa di cui sopra, per rispondere alla domanda in questione, farò riferimento al mito del guaritore ferito.di cui è disseminata la mitologia, (che tanto mi incantava da ragazzina ) spesso popolata da personaggi, affetti da ferite che non guariscono mai. Il riferimento al mito, è stato scelto per il forte potere rappresentativo che ha la metafora, molto più della parola (come dice Jung"Alla parola viene affidato tutto ciò che non si è potuto ottnere con mezzi onesti"'C. G. Jung,Opere,vol.13, pag 160).

Un mito è rimasto centrale nella mia memoria, anche per le immagini cruente che ne connotano l'incipit ed è quello del centauro Chirone, grande conoscitore di erbe, il primo medico, depositario di una ferita sempre aperta, inflittagli da una freccia di Eracle. La leggenda narra che Asclepio figlio di Apollo, salvato dalla morte in extremis da quest'ultimo, che per gelosia ne aveva ucciso la madre Coronide, fu affidato dal padre, al centauro Chirone.
Questi, insegnò al fanciullo Asclepio l'arte di guarire (la medicina, non a caso è una disciplina che coniuga in maniera purtroppo non sempre magica, l'alchimia dell'arte e i dettami raziocinanti della scienza. Si muove quindi tra l'ordine scientifico della spiegazione (erklaren)il cui significato è dato, anticipato dalla ragione, attraverso ipotesi antropologicamente convenute sui fenomeni, espressione del nostro metodo di significazione e l'ordine simbolico della comprensione (verstehen),che è un ordine di senso molto più complesso che in quanto tale oltrepassa il primo.

Infatti, quest'ultimo, guarda all'uomo, non come apparato psichico o cerebrale, ma come apertura progettuale, che nessun metodo scientifico può valutare, riducendolo entro i limiti angusti della spiegazione. Come dice Jung l'anima "è un divenire che può essere compreso solo in modo sintetico o costruttivo", e cioè attraverso la domanda "come da quest'anima divenuta così, si potrà gettare un ponte verso il futuro".
Il fatto che Chirone portasse una ferita sempre aperta, va letto, compreso in una chiave complessa, che rinvia ad un vero e proprio atto di iniziazione e quindi ad un rapporto privilegiato di questi con la divinità ( d'altro canto molti mistici, non portano forse le stimmate?) Un orizzonte di senso, quindi che impone una lettura, in cui la ferita è ad un tempo un premio e una condanna, il prezzo cioè che bisogna pagare per comprendere,che la malattia, il dolore, rinviano ad un rapporto privilegiato con il dio, che ci ha scelti, non per ferirci....ma come testimoni privilegiati.

Ma se la sofferenza è il prezzo da pagare per questo privilegio , essa è anche la condizione per comprendere fino in fondo, il sentimento della pietà, del dolore, della fragilità di esistere. Allora il mito del guaritore ferito rappresentato dal centauro Chirone, non ci rammenta forse, che per curare o per prenderci cura, bisogna prima di tutto, aver accettato di sperimentare in prima persona il dolore e la sofferenza di cui è carica l'esistenza?

Counseling Italia: Come vivi la professione nella vita di tutti i giorni?

L'indefinitezza della professione, non solo in senso linguistico, ma anche pragmatico, la confusione con professioni contigue francamente, non mi rende lieta. Ho iniziato da poco, appoggiandomi allo studio di un neuropsichiatra, e strutturando un mio sito, per cui non sono in grado di fare ancora, un consuntivo. Però posso dire, che nella comunicazione della quotidianità il significante linguistico counselor, richiede un eccesso di spiegazioni, che rinvia ad una difficoltà di condivisione, di senso, che non rende le cose facili, rispetto alla richiesta d'aiuto.

In altri termini, a mio avviso, soffriamo di una sorta di ritardo culturale , che impedisce al counselor di far parte insieme ad altri professionisti di una quotidianità condivisibile accettata perchè riconoscibile.Questo problema è anche, ma non solo, certamente legato alla mancanza di una regolamentazione della professione in questione.
Speriamo in un futuro migliore, che faccia chiarezza, anche attraverso una migliore convivenza del counselor con figure contigue dalle quali è spesso vissuta come minaccia, a differenza dei paesi anglosassoni, dove coabita pacificamente con le medesime e non come espressione di un sottoprodotto della psicologia!

Counseling Italia: Parlaci delle gratificazioni che ricevi da questa professione.

Le migliori gratificazioni dalla professione, le ho mutuate da un lavoro di counseling con gli adolescenti,
agito presso una scuola media superiore. Detto lavoro è stato riportato attraverso la narrazione dei risultati del progetto"Ascoltare per educare", che ne costituiva la premessa, nel mio sito.
Trovo, inoltre molto gratificante collaborare attraverso la pubblicazione di articoli (adoro scrivere su cose che mi appassionano e soprattutto che possano potenzialmente, rappresentare apertura per un dibattito volto alla co-costruzione di nuovi significati..) con Counseling Italia., con cui mi trovo veramente in risonanza, per così dire estetica, emozionale.
Infine, confesso, che sono stata veramente felice per la pubblicazione del mio 'articolo" Il Counseling in Italia:alcune precisazioni per una condivisione di senso", nella Rivista Quì e Ora, Periodico di Informazionee Aggiornamento e Confronto per i counselor e gli operatori della relazione d'aiuto, edito da Aspic Counselor e Cultura Napoli e Avellino., n. 5 aprile 2009. I miei programmai sono: continuare il counseling scolastico, collaborare con Counseling Italia e promuovere al massimo l'attività di counseling anche in altri ambiti.


Rosanna PizzoRosanna Pizzo
Consulente relazionale (counsellor), esperto dell'ascolto e della comunicazione e del processo di aiuto alla coppia, alla famiglia, al singolo e all'adolescente.
http://www.counsellingrp.net
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