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Trans-personalizzazione: l’agentività come servizio altruistico

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L’essere attivo, per come lo abbiamo descritto, potrebbe far pensare ad un tipo di agentività recluso nell’alveo di una dimensione individualistica e proiettato “egoisticamente” all’espressione ed alla realizzazione di sé. Tuttavia vogliamo introdurre il concetto di “transpersonalizzazione”: Edgar Morin diceva che solamente uno sviluppo congiunto dell’uomo, della specie, della società è da intendersi come uno sviluppo veramente umano. In questo senso ci piace sottolineare non solo il fatto che, come la teoria della gestalt ci insegna, il “contatto” e il nutrimento esperienziale possono aversi solo nel contatto della novità e, dunque, in una dimensione che trascende l’individualità; ci piace sottolineare ancora come un processo di crescita sia allo stesso tempo un processo di apertura all’altro, al mondo, alla comunità; ci piace sottolineare, in ultima istanza, come l’espressone delle mie potenzialità, il libero sfogo del mio talento, la realizzazione del mio potere è allo stesso tempo la realizzazione del mio dono relazionato all’alterità. Il talento è altruismo, è il cardine di quella che Jeremy Rifkin ha etichettato come la civiltà dell’empatia (2010). Seligman (2002), il fondatore della psicologia positiva, aveva dimostrato attraverso ricerche empiriche, che la felicità autentica consiste

nell’“usare le proprie capacità a servizio di qualcosa di più grande di se stessi” (Seligman, 2002, p. 248).

Crescere vuol dire anche innescare processi di autorealizzazione e coltivazione delle proprie potenzialità che si tramutano in opere di ingegno e relazioni umane che incrementano il tasso di felicità personale e della comunità. In questo senso ci piace anche riportare l’idea junghiana per la quale l’individuazione “è diventare uno con se stesso e allo stesso tempo con l’umanità” (Jung). Questa rappresenta, credo, una delle sfide principali del mondo attuale, dell’uomo attuale, della società attuale: far comprendere come non è possibile crescere e non è possibile individuarsi e non è possibile realizzarsi senza allo stesso tempo appartenere, senza essere legati ad un contesto, senza condividere un destino comune, senza percepirsi come esseri-in-relazione. Ogni passo verso la mia crescita personale è un passo verso la mia più profonda autenticità e verso la mia più intima umanità! Ma è proprio toccando il cuore della mia umanità che io posso toccare il cuore dell’umanità del prossimo. Crescere e diventare me stesso è allo stesso tempo il dono più grande che faccio all’altro.

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