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SOCIOCOGNIZIONE. La ricerca del Sé secondo i princìpi della teoria modulare

Inviato da Nuccio Salis

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La visione contemporanea sulla configurazione e la descrizione dei processi mentali ha posto in primo piano una prospettiva integrata, olistica, unitaria, interdipendente e multifattoriale, dove in pratica ciascun elemento presente vivifica la complessiva funzionalità dell'oggetto di studio, restituendogli uno sguardo approfondito e interessato al disvelamento di ogni dinamica trascurata nel desueto paradigma separatista e limitato nella visione non interconnettiva.

Attualmente, con l'espandersi di una ricerca più accurata e di una crescente necessità di comprendere e spiegare fenomeni la cui complessità, evidentemente, non può essere scoperta applicando schemi e percorsi di conoscenza troppo semplificati e riduzionisti, si è dovuto optare per una visione allargata, ecologica, quantistica, profonda, nel tentativo di inquadrare con il massimo rigore ciò che viene soggetto all'interesse della comunità scientifica. Si riscontra, peraltro, dentro il più evoluto modello concettuale, un interessante parallelismo fra lo studio della mente e la progressiva mutazione di un volto sociale sempre più caratterizzato dall'incremento del numero delle connessioni e delle variabili fra le parti e quindi della qualità con cui tali elementi si addizionano ed interagiscono fra loro in un giocoforza che contiene aspetti di diversa natura e polarità: dal conflitto, alla negoziazione, alla co-costruzione creativa di significati, alla trasmutazione e ri-generazione delle cornici concettuali che sorreggono una struttura collettiva. Dentro alcuni indirizzi e percorsi di ricerca, gli studi sul processo della personalità, della costruzione dell'identità, della rappresentazione del mondo, si sono emancipati da approcci e scuole che orientavano ad una precisa appartenenza epistemologica, rivendicata con rigidità, per aprirsi invece successivamente ad ipotesi di studio che prevedono la combinazione fra modelli con focus di ricerca differenti. Questa nuova impostazione ha condotto ad una ricchezza e completezza della letteratura scientifica che non aveva precedenti sotto il profilo della qualità prodotta in merito alla comprensione dei fenomeni osservati. La natura dei processi sociali e della percezione, per esempio, ha delineato un fecondo itinerario di ricerca che ha permesso di associare e far emergere la stretta alleanza fra il percorso della costruzione del Sé nel rapporto con l'ambiente e la lettura che i costrutti e gli schemi ascrivono al mondo, ri-configurandosi in un processo sempre aperto e continuo, verso cui occorre l'incessante attenzione dello studioso che si incarica dell'osservazione del fenomeno. Si passa così ad una proficua commistione fra quelli che una volta potevano essere tragitti di ricerca con rotte, obiettivi ed impostazioni teoriche diametralmente opposte, e che nel contesto contemporaneo possono invece godere dello scambio e del confronto fra le rispettive scoperte. Peraltro, questo modello è richiamato appunto dalla struttura della società complessa, che si comporta esattamente come il modello interconnettivo della mente, proposto dal disegno di ricerca secondo la teoria del PDP (Processi Distribuiti Paralleli). Alla pari dell'attuale raffigurazione della mente, composta da singoli nodi interagenti fra loro, così la società contemporanea si profila secondo una mappa delle relazioni all'interno della sua struttura, che coinvolge numerosi aspetti e protagonisti sociali, sia soggetti singoli che istituzioni, che dipingono così uno scenario attraversato da numerosi vettori sociali che offrono potenziali dimensioni di esistenza che impegnano ciascun soggetto partecipante ad una continua risposta di adattamento alle sollecitazioni ricevute. La società può dunque essere esaminata come una forma di costruzione e ri-costruzione mentale, con una sua distinta "neurofisiologia anatomica" rappresentata dai fenomeni di scambio e di aggregazione collettiva, i quali costituiscono per analogia le piste sinaptiche che permettono l'esecuzione di importanti processi psichici ed elaborazione dati. La società è costituita da parti in co-azione, così come il cervello è sezionato in aree, distretti e regioni deputate a specifiche competenze. La società è un corpo visibile, un organo collettivo come dopotutto lo è il cervello, ed il suo prodotto è la cultura, così come il cervello ha come prodotto la mente. Due entità che ri-attivate da un ininterrotto circolo, divengono a tutti gli effetti sia causa che conseguenza del divenire sociale e della plasticità dei circuiti neurali. Perciò, alla luce degli approcci più recenti, si può stabilire che così come lo studio della mente e della formazione dei suoi elementi ha ricavato ispirazione dal modello interconnettivo, anche la ricerca sociale può beneficiare della visione del paradigma modulare. Se da una parte, le topiche ottenute da questi nuovi approcci, tendono a collocare gli elementi della mente in una realtà sociale, ed a considerarli tali soltanto se raggiunti da input e stimolazioni con cui entrare in sinergia, anche i fenomeni sociali risentono della quantità e dell'intensità del legame fra le loro stesse variabili, e quindi possono essere studiate soltanto a patto che vi sia la considerazione di una elevata valenza sociale ed interconnettiva fra tutti gli elementi in gioco. Quest'ottica di studio oramai consolidata, decreta il definitivo abbandono degli approcci compartimentalizzati e tendenti a isolare le variabili. Si favorisce così una visione ben più ampliata per rendere conto dell'oggetto di studio indagato. Si considerano inoltre le possibilità di cambiamento e riconfigurazione, come se al posto di osservare un mosaico, dalle pietre oramai incastonate e rigide, si osservasse un prisma che di volta in volta fa affiorare inediti ri-modellamenti della realtà già conosciuta. Questa modalità di procedere aiuta anche ad applicare un atteggiamento più aperto nella ricerca, ed anche a considerare come i processi di omeostasi psichico e sociale sono dinamici, ciclici, tendenti ad un equilibrio che impegna l'addizione fra cambiamento e continuità, come cardine principale di un senso di Sé che procede in un continuo confronto fra connotazioni di apertura, disponibilità, creatività, congiunte a caratteristiche di congruenza e coesione fra le parti. Questo permette ai cambiamenti di non avvenire in modo troppo traumatico e repentino, ed al tempo stesso di essere soggetti a una potente legge di trasmutazione dove ciascuno è sollecitato responsabilmente a partecipare in modo attivo, protagonista, motivato, anche e proprio in funzione di questo più evoluto paradigma di studio che ha rilanciato l'idea stessa di persona come un insieme corale di parti del Sé che possono essere conosciute e consapevolmente guidate, con il fine di raggiungere una visione di sé più intima, gratificante e completa. È questa la ragione per la quale, dentro la relazione di aiuto, questa prospettiva assume pertinenza nell'ambito del sostegno alla persona, dal momento che verso la stessa si considera il suo immenso patrimonio di potenzialità e risorse fra di loro intrecciate e ricombinabili. La scoperta di questo è esattamente l'avventura che ciascun operatore dell'aiuto propone a chi accetta di essere temporaneamente affiancato nel compito principale della propria esistenza: la ricerca e la conoscenza di sé. dott. Nuccio Salis (Pedagogista clinico, Counselor socio educativo, Formatore analitico- transazionale)

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