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Il maestro

Inviato da Miriam Macchioni

life coach training and certification

Chi è il vero maestro? Ne ho conosciuti molti in vita mia che dichiaravano di essere dei maestri, degli asceti, ma poi il tempo manifestava altro: personaggi egoici e un po’ narcisisti. Il vero maestro non è facile da trovare. Sulla terra, qui, spesso prevalgono le varie personalità in transito e conoscere colui che può davvero fare la differenza è come vincere un premio di inestimabile valore.

Spesso l’incoerenza prevale e il discepolo ne rimane demoralizzato. Il vero maestro a mio avviso deve essere coerente, umile, compassionevole e certamente empatico. Non sono le parole ad insegnare ma il comportamento. Questo lo dovrebbero sapere i maestri, i precettori e chi educa. Spesso invece chi insegna impone il proprio sapere, detta regole, ma non le segue. Questo crea dei rapporti impari e senza possibilità di crescita. I discepoli, i bambini, gli alunni, gli studenti hanno bisogno di certezze, di coerenza, di ragionevolezza. Il maestro non si deve sentire superiore, sarà il suo comportamento a renderlo tale agli occhi del discepolo. Il vero maestro non crea dipendenza. Ecco cosa mi faceva paura. Desideravo crescere da sola proprio per evitare degli attaccamenti che non sono costruttivi. Ho capito, infatti, che un buon insegnante non crea un rapporto capestro; anzi, il contrario. Un buon precettore insegna a crescere, a evolvere. Lui o lei sono lì per offrire la loro esperienza, ma non la possono imporre con la forza, devono permettere a chi impara di prendere il volo. Io ho trovato ottimi insegnati e sono grata a loro per tutto quello che mi hanno insegnato e che mi stanno donando giorno dopo giorno. È la loro pace interiore, la loro fermezza, la loro decisione che mi permette di comprendere che sono sulla strada giusta. È molto importante avere un maestro, un allenatore, un precettore sul quale contare, che dà fiducia e ci infonde quella sicurezza necessaria per la nostra crescita. Come ho ripetuto, da soli non si va da nessuna parte e contare sull’aiuto di persone valorose, sapienti e sagge, è davvero fantastico. Certo la fiducia è una cosa seria e come diceva una vecchia pubblicità, si dà alle cose serie. Questo per dire che bisogna saper scegliere bene; del resto le buone scelte vanno fatte in ogni campo. Uno dei compiti più importanti per un insegnante e maestro, è insegnare la disciplina. Anche questa parte di lezione sembra essere stata abbandonata. A partire dalla famiglia nella quale sembrano non esistere regole, si finisce da una scuola all’altra, dove nessuno sembra volersi prendere la responsabilità di educare alla disciplina. Prima forse vi erano divieti e regole subdole; oggi, però sembra che queste siano totalmente scomparse. Vedo famiglie in balia dell’anarchia totale e che dire nelle scuole dove il preside incolpa i genitori e questi gli insegnati. Chi ne fa le spese poi sono i giovani che sono incolpati di maleducazione, menefreghismo, poca sensibilità e bullismo. Ma chi ha dato loro questo educazione? Le istituzioni, e per queste intendo: famiglia, scuola, religione e società. I nostri figli, sono il risultato di ciò che noi gli abbiamo offerto. Sono stata per anni rappresentante di classe, membro e infine presidente del consiglio d’istituto e devo essere sincera ne ho viste di tutti i colori. Ognuno ha i suoi limiti certo, ma almeno riconoscerli! Trovavo genitori che mi dicevano che a scuola i loro figli avevano imparato bestemmie e parolacce. Io rimanevo attonita perché conoscevo la loro famiglia e sapevo benissimo chi imprecava in casa loro! Purtroppo la gente vede solo quello che vuole, non si accorge dei propri comportamenti. Sento anche come i figli rispondono al telefono alle loro madri e rabbrividisco, comprendendo però che i ragazzi stanno copiando un modello che vedono e sentono ogni giorno. Non possiamo come genitori, insegnanti ed educatori pretendere ciò che non siamo in grado di dare. Ci vuole coerenza, in tutto! Purtroppo siamo in una società dove, disciplina, compassione, umiltà, valori, e ruoli non esistono più. Non possiamo però incolpare per questo i ragazzi. Dobbiamo farci solo un piccolo esame di coscienza e poi intervenire al più presto per ristabilire l’ordine sociale. Questo ormai è totalmente assente e lo scambio di ruoli non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Padri che vogliono fare le madri e viceversa, figli maggiori che fanno da genitori ai figli minori. Tutto questo miscuglio non permette l’evoluzione perché confonde, destabilizza. Infatti, ci sono più divorzi che matrimoni, perché il vivere insieme, comporta una certa educazione, un certo rigore, comprensione, empatia, amore; e queste qualità purtroppo sono diventate come gemme preziose, molto rare. Non mi sento di colpevolizzare i giovani, li ho sempre difesi, soprattutto se sono minorenni. Che colpa hanno? Se l’educazione ricevuta è squilibrata, non potranno di certo essere assennati. Solo crescendo, potranno comprendere e cambiare migliorandosi, ma sarà tutto più difficile. Genitori non si nasce, si diventa ed è un compito sottovalutato dalla società. Nulla aiuta a educare. L’importanza di un buon insegnamento non può non essere presa in considerazione. I giovani sono il nostro futuro e se non li educhiamo nell’amore, avremo società sempre in guerra con gente frustrata e non realizzata.

Purtroppo nel nostro ambiente manca una delle cose principali per una buona relazione ed è: l’ascolto.

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