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tutti connessi, ma ...

Inviato da Giancarla Mandozzi

tutti connessi, ma ...

 

            L'hanno definita e proposta come la vera rivoluzione in grado di azzerare le diseguaglianze, quella che consente ad ognuno identiche opportunità; finalmente, ci ripetono ossessivamente, siamo tutti uguali davanti al web e tutti allo stesso modo abbiamo accesso ad ogni forma di conoscenza.

Ciò che più dovrebbe allarmarci non è tanto la ineccepibile operazione di marketing su scala mondiale (questa  globalizzazione sì che ha funzionato...), piuttosto è il fatto che in molti ci hanno creduto e ci credono tuttora, nonostante la realtà continuamente dimostri la falsità di questo assunto. Come mai è così folta la schiera di coloro che continuano a credere che lo sviluppo della rete ci ha reso tutti uguali e più liberi? Come mai solo un'esigua minoranza riconosce che raggiungere l'uguaglianza tra tutti gli uomini e la libertà di ciascuno ancora resta una meravigliosa prospettiva, una ambìta meta da raggiungere, passando per abilità e competenze individuali, un sogno che non può essere realizzato unilateralmente dalla rete? Tralasciando il parere di chi ancora demonizza ogni sorta di dispositivo multimediale, costatiamo quotidianamente che in questo scorcio di terzo millennio il foltissimo gruppo di utenti soggiogati dalla tecnologia, attenti ad ogni innovazione appare vincente, dinamico e creativo, in sintonia con i tempi sempre più stretti della modernità e dunque à la page,  mentre inadeguato, retrogrado e troppo spesso rinunciatario è considerato il minuto gruppo di quanti  riconoscono, senza ombra di euforia, anche alle app più recenti non altro che il ruolo di strumenti, riservando a se stessi la libertà di usarli o non usarli secondo la necessità. 

 

            Il punto cruciale non è mettere in dubbio l'utilità della rete e lo sviluppo esponenziale delle comunicazioni come della microtecnologia, un'utilità evidente e che  è destinata ad ampliare spazi e orizzonti più alti della vita umana. Il punto cruciale è riuscire a cogliere l'iperbole abbastanza fantasiosa che i responsabili della rete hanno creato ad hoc, una sorta di sillogismo che si nutre quindi di un ragionamento corretto nella forma ma non nel significato: alla rete tutti sono liberi di accedere, tutti ci connettiamo, tutti siamo liberi e più siamo connessi e più siamo uguali. È così che si risveglia il bisogno profondo di uguaglianza e libertà che ogni persona  prova, è così che si amplia a dismisura la popolazione degli ...utenti, è così che il consenso quasi unanime si concentra in unica direzione.

Trovo molto interessante proprio questo fenomeno dell'aggregamento del consenso intorno ad un'idea, uno slogan, un'affermazione, anche contraria all'evidenza. Oggetto specifico di analisi è il comportamento della folla, non solo di manzoniana memoria: attori, spettatori, strumenti, ostacoli, secondo il vento; pronti anche a stare zitti, quando non sentan più grida da ripetere[...] [I promessi sposi, cap. XIII], bensì come corpo unico, soggetto a se stante, con sue proprie norme e leggi ...fisiche e persino geometriche, che ci appariranno evidenti se solo osserviamo il comportamento umano nel suo complesso ponendoci in una prospettiva esterna alla nostra realtà.

Un'affermazione cardine del counseling ad approccio gestaltico, attento a ciò che è evidente per cogliere gli elementi della complessità nella realtà propria di ogni persona,  recita che “Il tutto è più della somma delle singole parti” (Zerbetto, 1998) e dunque ciascuno di noi è un'entità più complessa delle singole parti che la compongono, come una melodia non è semplicemente la somma delle le singole note o degli strumenti, bensì è un'entità che ha vita propria.

Ebbene, ad inizio del brano seguente, che si occupa di scienza e di fisica, a proposito della molecola dell'acqua, troviamo identica affermazione: L’insieme è più della somma delle sue parti. Perché presenta, spesso, proprietà che non sono la semplice somma delle proprietà delle sue parti.  

Prendete una molecola di questo comunissimo liquido. In essa, rileva Anderson, non c’è nulla di particolarmente complicato. C’è un grosso atomo, l’ossigeno, legato a due piccoli atomi di idrogeno. Il comportamento di una molecola d’acqua è descritto (con qualche difficoltà di carattere pratico) da note equazioni della meccanica quantistica. Ma mettiamo insieme miliardi e miliardi di molecole di acqua in un recipiente, a temperatura e pressione ambiente. Vedremo questo collettivo di molecole che inizia a gorgogliare, a gocciolare, a luccicare. Le molecole hanno acquistato una proprietà collettiva: sono diventate un liquido. Nessuna di esse, presa singolarmente, può essere definita una molecola liquida. Lo stato liquido, conclude Anderson, è una proprietà emergente. Una proprietà che è sola dell’insieme di molecole.[Pietro Greco, in http://www.scienzainrete.it/].

            Tutti noi, popolazione connessa freneticamente alla rete, possiamo costituire un insieme composito e il fatto stesso di riconoscerci in questo insieme e di accettare comportamenti da tanti seguiti, ci induce ad uniformarci al pensiero prevalente. Il gruppo diventa realtà oggettuale autonoma che assume contorni e significati e direzioni mutevoli e pronte a cambiare repentinamente in  tempi sempre più brevi, secondo norme e leggi parzialmente prevedibili, di certo condizionando inevitabilmente ogni singolo componente del gruppo.

            Non è che un accenno, un primo tassello utile a sgretolare il fascino di quella pretesa uguaglianza e libertà del popolo dei cibernauti.

            A presto, un altro sostegno per comprendere realisticamente e da un punto di vista altro da quello del marketing, della pubblicità e dei gestori dell'informazione, ancora una volta mutuato dalla fisica e dalla geometria, di cui da qualche tempo si discute con intensità, tra esperti di diverse discipline scientifiche, comprese le neuroscienze: il funzionamento del "piccolo mondo".

           

Cordialissimamente,

            Giancarla Mandozzi

 

           

            

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