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ARGOMENTO: L'AUTOSTIMA e La SCUOLA

L'AUTOSTIMA e La SCUOLA 11 years 9 months ago #111

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"Creare nella classe un'atmosfera di consapevolezza e apprezzamento delle differenze, dell'unicità delle caratteristiche umane, dell'accettazione incondizionata degli individui, può sicuramente favorire l'insorgenza di comportamenti più efficaci e migliorare l'autostima globale. "

DAL SITO DI AMEDEO PAOLUCCI

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www.amedeopaolucci.it/Pedagogia/Autostima/autostima.html


Premessa

L'autostima può essere definita come un senso soggettivo e duraturo di auto approvazione, che fa riferimento a quell'insieme più o meno organizzato di rappresentazioni che l'uomo ha di se stesso, e che prende il nome di "schema del sé".

Come sono? Sono intelligente, attraente, competente, fisicamente in forma, rispettabile, autorevole, amabile? E quanto? Un po', abbastanza, molto? Più o meno di altri? Quali sono i miei punti deboli, e quali quelli forti? Dove posso aspettarmi il successo, e dove l'insuccesso?

Queste domande sono implicitamente sempre presenti nella nostra mente e, tutto quello che ci capita, ha per noi una valenza autovalutativa.

Sostiene la psicologa Maria Miceli:

"l'autovalutazione, positiva o negativa, entra di soppianto anche nelle circostanze più improbabili. Il bambino tende a pensare che i suoi genitori hanno divorziato perché lui è cattivo e li ha fatti arrabbiare. La persona che ha subito violenza teme di aver favorito in qualche modo, con la sua imprudenza o con un atteggiamento provocante l'aggressione di cui è stata vittima. Dall'altro lato, il fortunato che vince alla lotteria tende a pensare di essersi meritato la vincita, per la tenacia con cui ha continuato a tentare la sorte ecc..."

In ogni caso, in ogni momento, noi sentiamo un forte bisogno di sapere quanto valiamo.

Questo processo di conoscenza risente di molteplici influenze e, l'esito, difficilmente è il frutto di un percorso di riflessione "oggettiva" e "razionale".

Alcune ricerche di psicologia sociale hanno dimostrato che le persone preferiscono interagire con chi condivide e conferma il loro concetto di sé (autovalutazioni incluse).

Chi ha di se una certa idea tende, paradossalmente, a frequentare chi dimostra di confermarla.

Non solo.

La nostra attenzione e la nostra memoria, selezionano sistematicamente gli eventi della realtà (o del nostro passato) che tendono a confermare quella certa idea che si ha di se stessi.

In ogni caso, numerosi studi hanno evidenziato come una bassa autostima influisca in modo negativo sui processi di apprendimento e, più in generale, sulle prestazioni sociali.

E' chiaro che l'autostima dipende fortemente dalle aspettative del soggetto.

Secondo Sigmund Freud (1856-1939) e Harry Stack Sullivan (1892-1949), lo schema del sé si forma durante la prima infanzia, attraverso il rapporto con gli "altri significativi", come ad esempio i genitori.

Per questi autori, un rapporto di accettazione pone le basi per una solida e stabile autostima in età adulta.

Eppure, i concetti legati al sé, non sono fissati una volta per tutte nella personalità, essi mutano (seppure lentamente) nel corso della vita attraverso fattori come il confronto sociale e l'interpretazione dei ruoli.

L'autostima viene gravemente meno negli stati di depressione in cui l'individuo disprezza e svaluta se stesso, mentre aumenta negli stati maniacali dove si ha una ipertrofia del soggetto rispetto al mondo circostante.

Dunque, l'autovalutazione che è alla base dell'autostima, può esprimersi come sopravvalutazione o come sottovalutazione per un'errata considerazione che ciascuno può avere di se stesso, rispetto agli altri, o rispetto alla situazione in cui di volta in volta si trova ad operare.

Abraham Maslow (1908-1970), in un celebre testo dal titolo "motivazione e personalità", elabora una teoria del comportamento umano fondata sui bisogni.

Un bisogno è uno stato di carenza psico-fisica dell'organismo, che spinge il soggetto ad un comportamento compensativo.

Per lo psicologo statunitense, è possibile individuare una vera e propria gerarchia dei bisogni umani:
1.
Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.);

2.
Bisogni di sicurezza e protezione;

3.
Bisogni di appartenenza (affetto, accettazione, identificazione);

4.
Bisogni di stima, di prestigio, di successo;

5.
Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo).


Maslow sostiene che non può essere soddisfatto un bisogno se prima non si soddisfa quello che gerarchicamente lo precede.

Si può intuire quindi come il bisogno di autostima è strettamente correlato a quello di affetto, accettazione e identificazione.







Autostima e Scuola: la tecnica dello schaping

La scuola svolge un ruolo importante nella definizione dell'autostima del bambino e dell'adolescente.

I ragazzi trascorrono una considerevole porzione della loro giornata in attività connesse con la scuola, come frequentare le lezioni, fare i compiti a casa, discutere sulla giornata scolastica, programmare il lavoro scolastico futuro ecc...

In un ambiente educativo è possibile insegnare a bambini e adolescenti modi di agire efficaci, influenzando così positivamente l'autostima globale.

Un ragazzo può apprendere modi di agire efficaci grazie, ad esempio, al rinforzo delle approssimazioni successive verso il comportamento desiderato.

E' la tecnica dello schaping: le azioni del ragazzo possono essere considerate su un continuum che presenti, a un estremo, il comportamento identico a quello desiderato e, all'altro estremo, il comportamento antitetico a quello desiderato.

L'operatore, l'insegnante o il genitore, determina in quale punto del continuum si situa il comportamento tipico del ragazzo.



antitetico __________ X __________________________ identico



Ogni manifestazione comportamentale che si avvicini anche solo un po', all'estremo identico del continuum, rispetto al punto X in cui il ragazzo si trova, viene rinforzata.

Naturamente è importante che il rinforzo sia significativo per il soggetto.

Autostima e Scuola: la modificazione dell'ambiente

La modificazione dell'ambiente presenta una vasta gamma di possibilità: dal modificare l'ambiente fisico del ragazzo, al mutare il comportamento degli altri attori che agiscono, fino al isolare un ragazzo da un determinato ambiente per lui particolarmente negativo.

Bruce Bracken sostiene che:

"Il modo più efficace di modificare un comportamento all'interno di un ambiente, consiste nel mutare o rimuovere quegli stimoli situazionali che hanno dimostrato di esercitare un qualche tipo di controllo sul comportamento dell'individuo. In alcuni ambienti come la scuola, i ragazzi hanno sviluppato modelli di comportamento che possono risultare particolarmente resistenti al cambiamento perché, questi ambienti, non permettono facilmente che il comportamento di un ragazo si modifichi"

Creare nella classe un'atmosfera di consapevolezza e apprezzamento delle differenze, dell'unicità delle caratteristiche umane, dell'accettazione incondizionata degli individui, può sicuramente favorire l'insorgenza di comportamenti più efficaci e migliorare l'autostima globale.

Molti autori, come Ann Brown e Joe Campione, psicologi dell'educazione dell'università californiana di Berkley, concordano che attraverso:

un apprendimento attivo e collaborativo;


la legittimazione e la valorizzazione delle differenze;


la riflessione sui processi di apprendimento;


la scuola può migliorare e sostenere l'autostima degli alunni.

Brown e Campione hanno creato delle scuole dove, studenti e insegnanti, lavorano e imparano insieme e, soprattutto, imparano insieme ad imparare.

Benché l'autostima si sviluppi in funzione dei successi e dei fallimenti di un individuo, essa predice e influenza anche le prestazioni scolastiche future.

Uno studente caratterizzato da una bassa autostima (soprattutto scolastica), tenderà ad accostarsi alle esperienze di apprendimento con esitazione e sarà frenato da un senso di fallimento.

Il T.M.A. di Bruce Bracken

Il T.M.A. è un test professionale per la valutazione dell'autostima di bambini e adolescenti compresi fra i 9 e i 19 anni che può essere utilizzato, ad esempio, dagli specialisti dell'educazione, come ausilio per impostare una programmazione educativa che tenga conto del "fattore autostima".

Si ritiene che l'autostima sia un concetto multidimensionale.

Per l'adolescente il T.M.A. individua sei dimensioni:
1.
relazioni interpersonali - misura la percezione di positività dei rapporti intrattenuti con gli altri individui;

2.
competenza di controllo dell'ambiente - autopercezione della capacità di risolvere problemi, raggiungere obiettivi, influire sul proprio ambiente;

3.
emotività; capacità di riconoscere, valutare, descrivere e controllare le proprie reazioni emotive;

4.
successo scolastico; valutazione del proprio rendimento scolastivo;

5.
vita familiare - dove famiglia è da intendere come ogni individuo (padre, madre, nonno, genitore adottivo, fratelli, sorelle o altri) dal quale si dipende per l'assistenza, la sicurezza, l'educazione;

6.
vissuto corporeo - autopercezione della propria bellezza e prestanza fisica.


Un individuo può affiancare una stima sufficiente di sé in un determinato ambito, ad una stima insufficiente in altre dimensioni.



Il T.M.A, partendo dalle diverse dimensioni, dopo avere individuato degli indici parziali per ciascuna scala, perviene ad un indice sintetico complessivo dell'autostima.

Quest'ultimo è da considerarsi il dato più attendibile e significativo del test.

Il test è stato standardizzato su un campione di 2501 ragazzi statunitensi residenti in 17 luoghi diversi del paese.

E' proprio rispetto all'autostima di questo campione di adolescenti che viene, per prima cosa, confrontata l'autostima del soggetto.

A ciascuna delle 201 affermazioni del test si può rispondere con “Assolutamente Vero”, “Vero”, “Non è Vero” o “Non è Assolutamente Vero”.

Si attribuiranno 4, 3, 2, 1 punti a tali opzioni se la domanda indica in positivo il possesso di una qualità, oppure si assegnerà 1, 2, 3, 4 punti se la domanda è in negativo.

Dalla somma di tali punteggi su tutte le affermazioni di ciascuna scala, si ricavano i “punteggi grezzi”.

Seguendo le indicazioni fornite, dopo aver calcolato il punteggio grezzo per ciascuna scala, si procede, attraverso un'apposita tabella, alla definizione di un punteggio standard da 45 a 145.

Dal punteggio standard si perviene (dopo aver calcolato, sempre con le tabelle allegate, l'errore standard e il rango percentile), alla classificazione per le singole dimensioni e per l'indice totale.

Un rango percentile di 64, ad esempio, indica che il livello di autostima del soggetto è superiore a quello del 64% dei ragazzi inclusi nella popolazione di riferimento.

La classificazione così ottenuta è definita "interpretazione basata sulle norme".

In un'altra sezione si riportano i punteggi grezzi e standard e si procede alla verifica, tra le diverse scale, dei "punti di forza" e dei "punti deboli".

Tale verifica è detta "interpretazione intraindividuale".

Nell'ultima sezione, è possibile costruire un grafico per una rappresentazione visiva più immediata del lavoro svolto.

Il T.M.A., oltre che in ambito pedagogico, può essere utilizzato da personale qualificato in ambito clinico e nella ricerca.
Ultima modifica: 11 years 9 months ago Da gerbi.
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