Tutte le info a: www.griefcounseling.info
- Data
- 11 gennaio 2019
- Data
- dalle ore 15.00 alle ore 19.00
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Formatori: Valeria Ceron, Cristina Fiore, Noemi Passalacqua
Presentazione del percorso, aspetti amministrativi.- Questa giornata è dedicata a chiarire aspetti pratici rispetto a come si svolgerà il percorso; delucidazioni circa l’esame di fine corso e la stesura del breve elaborato finale.
- La presenza di Valeria Ceron, che si occupa degli aspetti logistici e formativi, consentirà di risolvere le problematiche inerenti quest’ambito (attestati di presenza, fatturazione, ecc)
- Cristina Fiore e Noemi Passalacqua, in qualità di membri del coordinamento didattico, aiuteranno gli iscritti ad orientarsi circa gli aspetti contenutistici del percorso
tutte le giornate di formazione osserveranno il seguente orario:
sabato 9/13- 14,15/18,15 – domenica 8,15/13-14,15/17,30
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12 e 13 gennaio 2019
Formatori: Cristina Fiore, Noemi Passalacqua
Il lutto. Definizione e complessità.- Scopo di queste due giornate è fornire agli iscritti, quale sia la loro professione, una panoramica sulle varie tipologie di lutto (che saranno approfondite in tutti i seminari a seguire) e strumenti trasversali che consentano di creare un primo efficace approccio al dolente.
- Attraverso l’analisi di alcuni casi discussi in aula si potrà distinguere un approccio efficace da uno non corretto, si comprenderà come poter adeguatamente offrire un supporto psicologico senza far sentire l’utente malato o peggio “sbagliato”, creando quindi le basi per una buona alleanza.
- Si delineeranno i tratti comuni rispetto all’approccio con la persona in lutto.
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23 e 24 febbraio 2019
Formatore: Claudia Ravaldi
Le parole per dirlo. I bambini e la morte-
“io tanto lo so che ci sei e quando sono da sola solissima come in collegio di notte ci sei anche di più è allora che ti sento che vieni e mi dai anche un bacio e ti siedi vicino a me e faccio finta di dormire ma tengo gli occhi un po’ aperti e ti vedo anche adesso che sto quasi dormendo ti vedo sei una mamma tutta bianca e mi tocchi i capelli e dici che sono la tua bambina e io sono contenta così” Beatrice Masini
Come affrontano i bambini il tema della morte?
Come vivono la perdita? Quali sono gli ostacoli da tenere in considerazione e quali le risorse da mettere in campo quando il lutto colpisce un bambino o un adolescente?
Qual è il ruolo dell’adulto di riferimento? E quale, quello della scuola? E la società, oggi, come affronta il lutto quando a portare il lutto sono i bambini?
Il seminario si propone di approfondire la tematica del lutto in età infantile in una cornice psicologica, psicosociale e terapeutica L’obiettivo è fornire strumenti per la comprensione delle modalità di reazione al lutto nell’infanzia e facilitare la comunicazione tra adulti e bambini che vivono la perdita di un proprio caro.
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23 e 24 marzo 2019
Formatore: Claudia Ravaldi
Il lutto a rischio: lutto patologico e disagi correlati-
Il lutto è un evento che pur facendo parte della vita, si associa a una profonda sofferenza, ad un notevole impiego di risorse durante il fisiologico percorso di elaborazione del lutto ed è correlato a importanti rischi relativi alla salute fisica e psichica di chi è direttamente colpito dalla perdita e dei suoi familiari.
Il lutto può dunque gettare la persona in uno stato di sconforto esistenziale che si discosta in termini qualitativi e quantitativi dal decorso considerato fisiologico.
Negli anni molti studiosi hanno cercato di identificare i diversi tipi di lutto distinguendo di volta in volta i lutti normali dai lutti complicati, da quelli patologici da quelli congelati e via discorrendo. Tra gli obiettivi di questi sforzi classificativi ne troviamo due, particolarmente lodevoli: identificare chi tra i dolenti è più a rischio di una complicanza nel percorso di lutto e stabilire percorsi di sostegno e di cura diversi a seconda delle caratteristiche manifestate dal dolente.
Scopo del seminario sarà quello di imparare a conoscere le attuali classificazioni del lutto e dei suoi correlati, imparare a conoscere i principali fattori di rischio e i più frequenti esiti dei diversi tipi di lutto e di impostare un primo colloquio di sostegno con persone con varie tipologie di lutto, attraverso casi clinici e role playing.
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Il lutto è un evento che pur facendo parte della vita, si associa a una profonda sofferenza, ad un notevole impiego di risorse durante il fisiologico percorso di elaborazione del lutto ed è correlato a importanti rischi relativi alla salute fisica e psichica di chi è direttamente colpito dalla perdita e dei suoi familiari.
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6 e 7 aprile 2019
Formatore: Claudia Panico
Vivere e morire.- Accompagnare qualcuno nell’ultimo tratto della vita, comunicare una diagnosi catastrofica, o semplicemente essere in contatto con i parenti che hanno perso un loro caro, comporta un coinvolgimento emotivo che va al di là di quelle che sono le proprie competenze professionali. Significa inevitabilmente confrontarsi con un territorio Interiore molto profondo, quello dei propri sentimenti relativi al vivere ed al morire. Significa incontrare le proprie risonanze emozionali alla morte ed alla perdita. Come operatori nella relazione di aiuto, essere costantemente esposti al dolore, alla paura, alla rabbia dei nostri pazienti malati o morenti e dei loro cari comporta un carico emotivo che è dato soprattutto dalle proprie risposte emotive a questi temi, sia che ne siamo consapevoli, ma ancora di più quando non ce ne accorgiamo. Il rischio allora è di non riuscire più a ricaricarsi, ed entrare in un circolo vizioso di stanchezza, irritabilità, o distacco e indifferenza che può rendere ancora più faticoso il proprio impegno professionale. Paradossalmente, la soluzione può essere proprio l’opposto di ciò che intuitivamente faremmo: invece che allontanarsi da quei sentimenti difficili, andare incontro alla propria vulnerabilità, per scoprire – attraversandola – la nostra risorsa più grande: la nostra umanità.
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4 e 5 maggio 2019
Formatore: Claudia Ravaldi
Il lutto perinatale- Il lutto perinatale è il lutto intorno alla nascita, che colpisce le coppie in attesa o i neogenitori e riguarda la perdita di un bambino dal concepimento fino all’esogestazione. Questo evento, in Italia, tocca circa una coppia in attesa su sei, soprattutto nella prima metà della gravidanza. Gli effetti della perdita perinatale sulla donna e sulla coppia sono molteplici e spaziano dalla “fisiologica” elaborazione del lutto, al lutto complicato, al disturbo post traumatico da stress e all’aumentato rischio di esordio di patologie psichiatriche, tra le quali spicca la depressione post partum, che affligge circa il 30% delle donne con un precedente lutto perinatale.Il lutto complicato, il disturbo post traumatico da stress e le altre patologie sono spesso associati alla presenza di alcune caratteristiche che rappresentano noti fattori di rischio: tra questi, la cattiva gestione dell’evento da parte del personale curante, il mancato supporto psicosociale di familiari ed amici e l’assenza di strumenti che possano favorire la resilienza, tra cui una rete di sostegno sociale. Per promuovere la corretta elaborazione del lutto e ridurre il rischio di complicanze a breve, medio e lungo termine è necessario dunque prestare un’attenzione partecipe ai bisogni delle donne e delle coppie in lutto: gli operatori adeguatamente formati favoriscono un migliore recupero psicofisico, un decorso più sano delle gravidanze successive e riducono il rischio di lutto complicato e di depressione post partum. Una prassi assistenziale inadeguata o l’assenza di un supporto d’equipe complicano invece il percorso di elaborazione costituendo un trauma aggiuntivo connesso alle tematiche dell’abbandono, dell’isolamento, dell’incuria. Il sostegno psicologico e il supporto empatico ai genitori sono tanto più efficaci quanto più contestuali all’evento di perdita, fin dalla prima diagnosi infausta. Questa “Care” è ritenuta in molti paesi del mondo parte integrante dell’assistenza ginecologica ed ostetrica, ed è di pertinenza di tutta l’equipe. Ogni operatore del percorso materno-infantile ha l’opportunità di essere parte della cura e di offrire sostegno competente. Il lutto non è una malattia, ed ognuno, debitamente formato, può essere d’aiuto affiancando alle sue competenze “tecniche” alcune semplici tecniche di comunicazione e di sostegno. I medici, le ostetriche, gli psicologi, gli infermieri, i pedagogisti e tutti gli operatori che ruotano intorno alla famiglia sono determinanti per ridurre l’impatto traumatico iniziale, e importanti per accompagnare i genitori nel loro percorso. In questa ottica, chi si occupa di gravidanza, infanzia e maternage, dovrebbe possedere una formazione approfondita sul tema del lutto, delle sue dinamiche e degli strumenti utili a ridurne l’impatto sulla salute della singola persona, della famiglia e della comunità
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15 e 16 giugno 2019
Formatore: Enrico Cazzaniga
Perdita improvvisa, lutto traumatico. Cordoglio anticipatorio, lutto nel lutto.-
Una panoramica sui fattori contestuali che hanno influenzato negli ultimi decenni e influenzano attualmente l’esperienza del lutto.
Oltre alla riflessione sul cordoglio nel lutto, saranno proposte delle riflessioni relative a: gli approcci teorici al lutto, il lutto anticipatorio, la perdita del figlio, il lutto dei bambini, il lutto in adolescenza, il lutto dei fratelli, i lutti parziali, i lutti comunitari, il lutto e la sessualità, il lutto e vecchiaia, i lutti liberatori, i lutti ereditati, il lutto per la perdita di un animale, lutto e trapianto, il lutto degli operatori, il lutto complicato, lutto e suicidio, i tempi e i luoghi del lutto, l’aiuto nel lutto e quando finisce il lutto.
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Una panoramica sui fattori contestuali che hanno influenzato negli ultimi decenni e influenzano attualmente l’esperienza del lutto.
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6 e 7 luglio 2019
Formatore: Federica Bruni
Il lutto per suicidio. -
7 settembre 2019
Formatore: Claudia Mattalucci
Un punto di vista antropologico-
L’incontro si propone di presentare e discutere insieme ai partecipanti alcuni aspetti antropologici e storici della morte, della tanatoprassi e del lutto.
I parte: Tanatopoiesi: la costruzione culturale della morte
L’antropologia della morte ha esaminato la diversità dei significati e delle pratiche attraverso cui le società rispondono alla fine dei loro membri. Gli antropologi hanno documentato un’enorme variabilità di modi di trattamento del cadavere, di comportamenti attesi dai vivi e di credenze intorno al destino dell’anima (o delle anime) dopo la morte. La maggior parte delle culture interpreta la morte come una transizione – un passaggio – in cui i destini del cadavere, dell’anima e dei vivi sono interdipendenti. L’impatto sociale della morte è legato allo status del defunto e al tipo di morte – mentre la morte improvvisa e violenta di un capo può paralizzare una società, quella di soggetti marginali (come gli stranieri o i bambini) può passare pressoché inosservata.
I rituali della morte offrono l’opportunità di riaffermare valori culturali fondamentali in un momento di potenziale destabilizzazione della società. Spesso presentano importanti aspetti politici e ideologici.
II parte: Storia della morte in occidente
La storia e la sociologia hanno documentato come, nel corso del tempo, gli atteggiamenti di fronte alla morte diffusi nei paesi euro-americani siano profondamente mutati. Diversi autori hanno analizzato le trasformazioni dei significati, dei riti e dei luoghi della morte. Nel corso del Novecento la morte si è spostata dalla casa all’ospedale: è diventata un’esperienza meno frequente, medicalizzata, sfuggente. I processi legati al morire, alla malattia e al corpo morto sono diventati innominabili. Molti autori hanno parlato di “tabu della morte”, un’espressione che si riferisce al processo di allontanamento della morte e dei morti dall’esperienza, dal linguaggio e dalle preoccupazioni quotidiane. La morte ha cessato di essere un fenomeno familiare che, per quanto doloroso, non interrompe lo scorrere della vita e con il quale si arriva a convivere. È diventa qualcosa di anomalo, un evento eccezionale che si fatica a integrare nella vita sociale.
III parte: Quali risorse?
A partire dai casi discussi, l’obiettivo dell’incontro sarà individuare una serie di metafore che aiutino a dare un senso alla grande diversità di significati ed esperienze della morte. Benché tutti gli esseri umani muoiano, in ogni contesto culturale e in ogni momento storico ciascuno muore, per così dire, a modo suo. Ciò nonostante, attraverso uno sguardo comparativo, è possibile individuare alcune risorse per riflettere criticamente sul tabù della morte nella società contemporanea, sul valore dei riti e delle relazioni che la morte trasforma.
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L’incontro si propone di presentare e discutere insieme ai partecipanti alcuni aspetti antropologici e storici della morte, della tanatoprassi e del lutto.
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8 settembre 2019
Formatore: Ezio Fulcheri
L’ultimo medico. Riflessioni a partire dal tavolo autoptico -
12 e 13 ottobre 2019
Formatore: Gian Luca Greggio
Il counselling nell’accompagnamento al morente e delle persone in lutto-
Da sempre l’accompagnamento al morente e il supporto a coloro che sono nel lutto sono state azioni di cura presenti in ogni cultura, e quindi ogni comunità ha cercato e trovato “dispositivi” per l’ascolto, l’assistenza, e il contenimento del dolore. Nelle nostre società, cosiddette del progresso, assistiamo tuttavia a un fenomeno marcato: la morte da evento presente nella vita e nel quotidiano, diventa tema “fuori luogo”; “materia” di cui da un lato si sfrutta la spettacolarizzazione sui media (presentata cioè, attraverso i potenti mezzi di riproduzione video, in modo crudo e a tratti osceno); dall’altro argomento “tabù”, tanto da proteggere esageratamente le giovani generazioni dal momento della morte e del cordoglio, ma soprattutto dall’evitare il discorso sul senso. La morte diventa così evento “intempestivo”, che scompagina a dismisura menti e cuori troppo abituati, dalla liquidità senza limiti della nostra società, a non pensare alla morte.
Nel seminario sarà proprio dato spazio al discorso sul senso, ad un counselling che sappia attraversare i difficili territori della ricerca di senso nella morte; un discorso che possa essere, innanzitutto nel counsellor, terreno su cui collocare ulteriori “vette” di discernimento etico che altrimenti risultano inaccessibili: l’eutanasia, la buona morte, il senso di una sedazione terminale….. Ma per creare questo terreno esistenziale si tratterà di ragionare e riconoscere il valore “sacro” (in termini laici) della morte stessa, il valore cioè di enigma e mistero che da sempre e forse per sempre la morte rivestirà per l’essere umano.
Il seminario avrà carattere prevalentemente esperienziale, e quindi i concetti verranno presentati attraverso, attività, narrazioni di casi , esercizi e role playing che permetteranno ai partecipanti di individuare anche fasi e tappe all’interno dei percorsi di accompagnamento alla morte e nel lutto.
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Da sempre l’accompagnamento al morente e il supporto a coloro che sono nel lutto sono state azioni di cura presenti in ogni cultura, e quindi ogni comunità ha cercato e trovato “dispositivi” per l’ascolto, l’assistenza, e il contenimento del dolore. Nelle nostre società, cosiddette del progresso, assistiamo tuttavia a un fenomeno marcato: la morte da evento presente nella vita e nel quotidiano, diventa tema “fuori luogo”; “materia” di cui da un lato si sfrutta la spettacolarizzazione sui media (presentata cioè, attraverso i potenti mezzi di riproduzione video, in modo crudo e a tratti osceno); dall’altro argomento “tabù”, tanto da proteggere esageratamente le giovani generazioni dal momento della morte e del cordoglio, ma soprattutto dall’evitare il discorso sul senso. La morte diventa così evento “intempestivo”, che scompagina a dismisura menti e cuori troppo abituati, dalla liquidità senza limiti della nostra società, a non pensare alla morte.
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30 novembre 2019
Formatore: Enrico Cazzaniga
Il lutto, l’automutuoaiuto, il volontariato, l’associazionismo.-
Spunti tratti da:”Manuale dell’Auto Mutuo Aiuto”, Seconda Edizione di Enrico Cazzaniga e Andrea Noventa. Edizioni AMA Milano-Monza Brianza. Milano, 2015
Il Manuale dell’auto mutuo aiuto (AMA) è frutto dell’integrazione del lavoro di riflessione che segue l’esperienza degli autori nell’ambito dei gruppi di auto mutuo aiuto.
L’AMA è un approccio che punta direttamente alle capacità autocorrettive e di autoguarigione dell’individuo come parte integrante della Comunità di appartenenza.
Il desiderio di far fronte ai propri problemi e difficoltà o il semplice bisogno di confronto che nasce dall’avere esperienze comuni si genera dall’auto aiuto e trova nel mutuo aiuto la sua realizzazione. Il gruppo è il suo naturale luogo di sviluppo.
L’approccio dell’AMA ha dato numerosi risultati incoraggianti per molteplici situazioni: alcolismo, dipendenze, depressione, attacchi di panico, ansia, salute mentale, inserimento lavorativo protetto, disturbi del comportamento alimentare, difficoltà affettive, gioco patologico, handicap, lutto, separazione e divorzio, genitorialità, ecc.. L’AMA si propone come utile e valida integrazione alla rete degli aiuti tradizionali.
Il Manuale si propone quindi come utile strumento che accompagna e integra la formazione all’AMA.
Si possono leggere le premesse da cui parte l’approccio, le caratteristiche dei gruppi AMA, la metodologia per l’attivazione e la facilitazione dei gruppi e le indicazioni per una relazione armonica tra gruppi AMA e professionisti della relazione d’aiuto.
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Spunti tratti da:”Manuale dell’Auto Mutuo Aiuto”, Seconda Edizione di Enrico Cazzaniga e Andrea Noventa. Edizioni AMA Milano-Monza Brianza. Milano, 2015
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1 dicembre 2019
Formatore: Micaela Darsena
Prendersi cura di chi cura. Gli operatori e il lutto. Quali strumenti di supporto e di consapevolezza.-
Chi si pone in una relazione di aiuto quale essa sia e in special modo chi lo fa quotidianamente come professione entra in contatto molto spesso con il “mondo interiore” dell’altro: i suoi pensieri, le sue emozioni e la sua sofferenza.
Compito dell’helper è quello di stare in relazione con chi chiede aiuto in modo rispettoso, attento ed empatico fornendo supporto ove necessario e facilitando le risorse personali dell’individuo affinché possa trovare la propria strada per la gestione di tale sofferenza e raggiungere il miglior benessere possibile.
Tutto ciò però non è dal punto di vista psicologico a “costo zero” per gli operatori che spesso nemmeno sono consapevoli dell’impatto emotivo che lo stare costantemente a contatto col dolore altrui comporta e che, quindi, si ritrovano spesso “schiacciati” dal peso di tutto questo senza riuscire ad avere uno spazio di riflessione e condivisione.
Risulta invece fondamentale, per evitare di sentirsi sopraffatti ed evitare di arrivare al burn out, potersi fermare e permettersi di avere uno spazio di ascolto personale e/o di gruppo dove poter far emergere i propri sentimenti e pensieri derivanti da ciò che lascia su di sé la relazione con l’altro in difficoltà.
L’obiettivo di questo seminario è proprio questo: portare maggior consapevolezza sulle “ricadute psicologiche” che può avere chi svolge una professione di aiuto o chi fa parte di associazioni di volontariato e far emergere quali possono essere gli aiuti a vari livelli che è possibile attivare per preservare il benessere psico-fisico di chi aiuta.
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Chi si pone in una relazione di aiuto quale essa sia e in special modo chi lo fa quotidianamente come professione entra in contatto molto spesso con il “mondo interiore” dell’altro: i suoi pensieri, le sue emozioni e la sua sofferenza.
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18 e 19 gennaio 2020
Formatore: Nicola Ferrari
La narrazione guidata- Un metodo di aiuto alle persone in lutto. Un sistema logico linguistico.
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8 e 9 febbraio 2020
Formatori: Cristina Fiore, Noemi Passalacqua
Il gruppo di persone in lutto. L’approccio centrato sulla persona coniugato con il lavoro di Sawdon e Doel-
Un approccio al lavoro di gruppo che si centra sulla persona e coniuga la teoria rogersiana con il metodo bene descritto da Sawdon e Doel.
Si delineeranno le caratteristiche “facilitanti” e quelle ostacolanti l’efficacia del gruppo e si forniranno strumenti di lettura circa tecniche di azione e interazione e di programmazione.
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Un approccio al lavoro di gruppo che si centra sulla persona e coniuga la teoria rogersiana con il metodo bene descritto da Sawdon e Doel.
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