Il tempo che cura


Il_tempo_che_cura_-_PontremoliUno dei difetti della nostra cultura è tendere a renderci più consci delle nostre debolezze piuttosto che dei punti di forza.

Questo libro insegna a scoprire le risorse di cui ciascuno dispone per stare bene e i mezzi per svilupparle al massimo.

Si parla prevalentemente di un'educazione al benessere.

Sarà per questo necessario applicare il seguente principio:

Se una persona ha delle difficoltà e non riesce a vivere bene, non servirà inculcarle strategie per raggiungere il benessere; la natura del suo malessere è determinata dal fatto che da sola non è riuscita a utilizzare quelle tecniche capaci di farla vivere meglio. Bisognerà per questo capire ciò che sa e che ha e poi scoprire cosa le impedisce di imparare a stare bene. Sarà necessario entrare con la persona in un rapporto attivo di comprensione.

 

Un'efficace educazione al benessere dovrebbe partire dall'insegna­mento delle risorse di cui ognuno dispone, per questo il valore del pre­sente lavoro è altresì di tipo sociale: in una società come la nostra in cui sembrano aumentare gli individui deboli e ipocondriaci, un'educa­zione al benessere implicherebbe un abbattimento della paura del do­lore, la quale ha molto spesso come effetto un correlato aumento del dolore stesso in base al principio per cui: Chi teme sempre il peggio non fa che invitarlo a manifestarsi!

Questo insegnamento si rivolge all'individuo come un Unico mente-corpo.

Il legame tra corpo e mente è ormai indiscusso. Il singolo individuo può influenzare il proprio sistema immunitario, deputato a proteggere l'organismo dall'attacco dei virus. Le relazioni che intercorrono tra il sistema nervoso, il sistema endocrino, il sistema immunitario e le emozioni, sono decisamente strette. Corpo e mente si influenzano re­ciprocamente: ognuno di noi è un Unico mente-corpo.

Corpo, Mente e Tempo sono gli elementi attorno ai quali ruota l'in­tero testo.

Verrà insegnato a vivere il proprio corpo, a capire che i malesseri sono principalmente prodotti dalla nostra mente e che vivere il tempo correttamente è la discriminante fra benessere e malessere: ecco per­ché il libro è stato titolato Il tempo che cura.

Verrà descritto come diventare indipendenti, integri, completi, sod­disfatti, senza accedere a fonti esterne di gratificazione, o perlomeno condurre a scegliere soddisfazioni non dannose (è meglio non poter fare a meno di andare in bicicletta piuttosto che aver bisogno di com­prare le sigarette!).

Quasi sempre cerchiamo la soddisfazione fuori di noi e così diven­tiamo dipendenti, ma la realtà è ben diversa: qualunque sia la soddi­sfazione che riusciamo a procurarci con qualsiasi cosa, tutto viene da dentro. Commettiamo l'errore di dare un esagerato potere a qualcosa da cui traiamo soddisfazione, permettendole di farci stare bene. Ci pri­viamo del nostro potere e lo diamo ad altro, facendoci controllare. La dipendenza finisce quando ci rendiamo conto di questo circolo vizio­so.

Dobbiamo avere il coraggio non solo di interrogare corpo, mente e tempo, ma anche di dare risposte.

Il libro ha, per questo, un duplice scopo: vuole essere informativo e formativo.

Il Counseling Autogeno, la cui teoria e pratica vengono qui descrit­te, è un modo di stare al mondo che si può apprendere attraverso il supporto di un professionista. La scelta di chiamare questo aiuto pro­fessionale Counseling Autogeno è semplice.

Il counseling è un'azione che si sviluppa nell'ambito della relazione d'aiuto allo scopo di facilitare nella persona l'acquisizione di compe­tenze e risorse per la soluzione dei problemi, per lo sviluppo dell'auto­stima e per il miglioramento della qualità della vita.

Il modello del Counseling Autogeno ha le sue radici nella Filosofia (Fenomenologia, Esistenzialismo, Filosofia della Mente), nel Training Autogeno, nella Psicologia cognitiva e umanistica. Si caratterizza come un processo che considera la persona un'unità di mente e corpo, inserita in chiare coordinate temporali (presente istantaneo, presente esteso, passato, futuro).

Il Counseling Autogeno, pertanto, è un aiutare ad autogenerarsi at­traverso l'ascolto del pensiero e del corpo.

L'ascolto attivo e riflessivo, peculiarità di una relazione di counse­ling, diventa, nel Counseling Autogeno, strumento che la persona ri­volge a se stessa. La persona si pone in ascolto di sé come il counselor fa con lei.

Compito del counselor è quello di aiutare la persona a sviluppare maggiore consapevolezza di sé, all'interno della prospettiva temporale, facendo forza ed incrementando le sue abilità cognitive, affettive, psi­cocorporee e transpersonali attraverso un training specifico.

Perché Counseling e perché Autogeno?

Perché si tratta di un rapporto di Counseling ovvero una relazione d'aiuto professionale svolta da un professionista specificamente prepa­rato. Inoltre, tale relazione è di tipo Autogeno ovvero porta la persona ad auto prodursi (autogeno deriva dalle parole greche "autos" e "gen", che assieme significano 'che si genera da sé, che ha origine spontanea').

Infine, perché con il Counseling Autogeno si raggiunge un livello di autonomia altissimo, in quanto la relazione di aiuto è completamen­te autoprodotta.

Si arriva a realizzare un'attività autogena al massimo grado soprat­tutto perché la persona autocostruisce il proprio sé con la pratica, rag­giungendo un senso di autoefficacia significativo.

È da aggiungere – per precisione – che il Counseling non è un sot­toprodotto della psicoterapia, ma un particolare approccio professiona­le nell'ambito delle relazioni d'aiuto. Mentre la psicoterapia è branca specialistica della psicologia e si occupa della cura di disturbi psicopa­tologici di diversa gravità, che vanno dal modesto disadattamento al­l'alienazione profonda e possono manifestarsi in sintomi nevrotici o psicotici tali da nuocere al benessere di una persona fino ad ostacolar­ne lo sviluppo causando fattiva disabilità, il counseling è un'azione che si sviluppa nell'ambito della relazione d'aiuto allo scopo di facili­tare nella persona l'acquisizione di competenze e risorse per la solu­zione dei problemi, per lo sviluppo dell'autostima e per il migliora­mento della qualità della vita. È un'attività professionale che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente promoven­done atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scel­ta. Anche gli ambiti di intervento sono differenti poiché lo psicotera­peuta agisce sulla sofferenza psichica e sui disordini patologici, men­tre il counselor si concentra su problemi interpersonali, stress, scelte e decisioni difficili da compiere (difficoltà), crescita, prevenzione, svi­luppo della personalità e questioni educative. Il Counselor è un profes­sionista della relazione e della comunicazione interpersonale in grado sia di prevenire, sia di ridurre il disagio personale, di coppia e di grup­po. Offre un orientamento o un sostegno a singoli individui o a gruppi; ascolta senza giudizio o pregiudizio invitando il cliente a riflettere su quanto portato in seduta; stimola a sviluppare un'autonoma capacità di scelta e giudizio; sostiene nelle fasi più critiche della vita o del cam­biamento; orienta verso operatori specifici laddove un intervento di counseling non sia adeguato alle necessità del cliente; fornisce gli strumenti per cambiare prospettiva e trovare soluzioni efficaci, laddo­ve il cliente non ne sia fornito.

Da ultimo, chi abbraccia il Counseling Autogeno da un punto di vi­sta professionale o solamente speculativo è opportuno che creda in maniera forte all'assoluta autonomia e autoprogettualità della persona.

Infatti, la base filosofica ed epistemologica di tale pratica risiede nella convinzione dell'assoluta unicità del soggetto e nella contempo­ranea capacità dell'individuo di fare da sé anche se coadiuvato da spe­cifica figura professionale.

Autogenerarsi significa porsi nelle condizioni di affrontare autono­mamente l'esistenza, i cambiamenti, le situazioni, senza sconquassarsi così prepotentemente da non riuscire a mantenersi in equilibrio.

Il libro potrà essere un utile strumento informativo per il profano, ma anche un mezzo di consultazione per i colleghi professionisti.

Per contatti

http://www.counselingautogeno.it/

L'autore

Pietro E. Pontremoli

  • Docente stabile di Teoria e tecniche del counseling e Teoria e pratica della conoscenza al Master in counseling filosofico della Facoltà di Scienze dell'Educazione - Università Pontificia Salesiana, Torino
  • Docente di Filosofia applicata presso l'Università per l'età adulta Uni-Crema
  • Docente e ricercatore dell'Istituto Superiore di Ricerca e Formazione in Filosofia Psicologia Psichiatria - Area Filosofia della mente, Torino
  • Docente di Psicologia dello sviluppo alla Scuola Superiore di Counseling Filosofico, Torino
  • Docente di filosofia, storia, psicologia e pedagogia all'Istituto Superiore G. Verga, Pavia
  • Supervisor Counselor, Counselor filosofico formatore didatta, Operatore di training autogeno, Ipnologo, Licensed Practitioner of Neuro-Linguistic Programming
  • Direttore della Scuola di Counseling Autogeno di Pavia, del Master avanzato in counseling autogeno per counselor e del Corso breve e strategico per operatore del benessere autogeno
  • Membro della Società Italiana di Counseling, della Società Italiana di Counseling Filosofico, di AssoCounseling, dell'Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy and Training, della Società Italiana di Filosofia Analitica, del comitato scientifico della Scuola Italiana di Psicoterapia Esistenziale
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