Savickas utilizza il termine vocational guidance per indicare le azioni che sostengono sia l’esplorazione dei contesti e delle opportunità formative e lavorative attraverso la veicolazione di informazioni, sia l’esplorazione di sé attraverso strumenti di valutazione degli attributi personali (ad esempio i test psicologici), al fine di favorire la corrispondenza tra caratteristiche personali e ambientali. Queste azioni sono di certo associate alla funzione informativa, ma è interessante sottolineare come l’autore consideri, insieme alla possibilità di rafforzare nell’utente/cliente le conoscenze sulla realtà circostante, l’importanza di favorire una migliore conoscenza di sé attraverso l’uso di strumenti di assessment di caratteristiche personali, quali gli interessi, i valori, le competenze, ecc. L’utilizzo di strumenti di eterovalutazione va inquadrato in questo paradigma come un mezzo per rafforzare l’esplorazione e la conoscenza di sé: in questo senso un’adeguata attività di restituzione dei risultati della valutazione deve promuovere una riflessione critica su di essi che permetta di evitare un atteggiamento di passiva accettazione da parte dell’utente/cliente.
Il secondo paradigma indicato da Savickas [2011a] riguarda la career education, ovvero l’insieme di azioni indirizzate ad aumentare la capacità individuale di fare fronte ai compiti orientativi di ciascuno stadio della propria carriera mediante lo sviluppo o l’affinamento di atteggiamenti, credenze e competenze appropriate. In altre parole, la funzione prevalentemente formativa di questo paradigma è finalizzata a sostenere l’agenticità, ovvero la capacità dell’utente/cliente di esercitare controllo e autoregolazione sull’ambiente per raggiungere i propri obiettivi
Infine, il paradigma del career counseling sostiene il superamento di fasi critiche e di scelta della propria carriera, attraverso relazioni interpersonali empatiche e di fiducia e attraverso la narrazione e l’attribuzione di senso alla propria storia formativa e professionale. Come già detto presentando poco sopra la funzione consulenziale, la capacità progettuale dell’utente/cliente è al centro dell’azione e si esercita nel dare continuità alla propria storia autobiografica sia nel tempo sia rispetto alle sfere di vita lavorativa ed extralavorativa
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