Emozioni, archivio della memoria


Emozioni, archivio della memoria

 

Simba: -Ahi! Che male, perché mi hai colpito?

Rafiki: Non ha importanza! Ormai è passato!

Simba: Si, ma continua a fare male!

Rafiki: Oh sì, il passato può fare male. Ma, a mio modo di vedere,

dal passato puoi scappare oppure imparare qualcosa!  [1] 

 

Non  è  semplice  archiviare  il  passato  e  soffocare  la sensazione di impotenza, rabbia, delusione legata a brutti ricordi; implica accettare il passato e dal passato apprendere.

Il film Il Re Leone, nell’intento di far provare a piccoli e adulti il valore della famiglia e della lealtà,  presenta  ogni  vita  animale, umana e, per  immediata traslazione quella di noi spettatori, connessa ad ognuna che l’ha preceduta  e  a  quelle  che  la  seguiranno.  Al  giovane  inesperto Simba,  la  saggia  e  vecchia  guida  spirituale  Rafiki  si  occupa  di insegnare  una  priorità:  può  apparire  una  soluzione  eludere  le responsabilità  e  fuggire  dai  problemi  reali,  ma  dal  passato,  dai traguardi  raggiunti  come  dagli  errori  commessi,  si  può  ripartire  ed imparare! E nell’imparare troviamo l’intima gioia della crescita.

È una condizione ambigua quella di riconoscere il valore e l’utilità  della  memoria,  raramente  ci  accade  di  vantare  con  noi stessi il possederne una “da elefante”, assai più frequentemente avvertiamo invece l’acuto desiderio, fortissimo in questo presente, di avere in dote la memoria del …pesce  rosso.  Sì,  perché  in  fondo  la  pressoché  assenza  di capacità  di  fissare  nella  mente  e  nelle  emozioni  il  passato  ci libererebbe  dal  peso  di  sensazioni  e  percezioni  negative  che sembrano  rimanere  intatte,  lucide  e  refrattarie  alla  polvere  del tempo, e come un macigno schiacciano ogni possibile altra opportunità.

Sappiamo bene che il nostro cervello si mette a dragare vecchi ricordi senza il nostro consenso esplicito e, nonostante le nostre resistenze, all'improvviso  ri-viviamo  i  momenti  che  ci  hanno causato  dolore…  Perché  non  lo  conduciamo  a  “lavorare”  più frequentemente su quelli positivi?

Il ricordo negativo o positivo ci coinvolge emotivamente, lasciandoci in una condizione di destabilizzazione e  lontani  dalla  concretezza  del  qui  e  ora.  Come i  ricordi  siano immagazzinati,  nascosti,  e  richiamati  quando  lo  vogliamo,  ma anche  quando  non  lo  vogliamo,  è  fenomeno  che  viviamo  e, tuttavia, ancora difficile da spiegare per le neuroscienze. 

E, se è pur vero che l'idea del "risvegliare" può essere applicata anche  a  ricordi  positivi,  quelli  negativi  sembrano  sempre  più radicati. Ci ricordiamo di chi non si comporta bene con [noi]. È così che sopravviviamo. Tendiamo a dimenticare le persone che sono buone  con  noi,  perché  non  sono  un  problema  per  la  nostra sopravvivenza -ha detto Ming Zhou-. [2] 

Il sogno di chiunque torni a vivere un ricordo traumatico è trovare ciò che sta logorando il suo cervello e distruggerlo.

I  ricordi  che  hanno  radici  nelle  emozioni  saranno  sempre  più intensi.  Più  [il  ricordo]  è  emotivo,  più  queste  associazioni  sono veloci e facili -ha spiegato Catherine Loveday- Credo che l'unico modo  per  liberarsene  davvero  sia  fare  nuove  associazioni.  Se riusciamo ad ampliare quel fattore sensibile, è più facile che quello che consegue in genere sia eliminato. Quando più niente sussiste d'un passato antico [...] l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano [...]sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla  quasi  impalpabile,  senza  vacillare,  l'immenso  edificio  del ricordo. [3]  

           Oggi, quanto di un recente angosciante passato è padrone di nostri pensieri tormentati e ossessivi e quanto invece ne stiamo rielaborando per prenderne le distanze e carpirne apprendimento esperienziale per riattivare risorse ed energie che si sono in noi attenuate, oscurate o per scoprirne di nuove?

 

Cordialissimamente

Giancarla Mandozzi

 

[1]  Dal film "Il Re Leone 3D" di Roger Allers

https://www.pensieriparole.it/frasi-film/il-re-leone-3d-(2011)/citazione-338899

[2]  Professore al dipartimento di fisiologia dell'università di Toronto e detentore

della Michael Smith Chair in Salute Mentale e Neuroscienze

[3]  Docente in neuroscienze cognitive all'università di Westminster

https://www.vice.com/it/article/784jjb/perche-il-cervello-conserva-i-brutti-ricordi

 

 

 

 

Potrebbero interessarti ...