La gestalt a scuola [parte 3/10]

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La Gestalt psicosociale conferma per certi aspetti un'impostazione fenomenologica ed esistenzialista che a livello di metodologia formativa si traduce in diverse importanti opzioni:

 

  • Pone l’accento sulla presa di coscienza dell’esperienza attuale (il “qui ed ora” che ingloba eventualmente il re-insorgere di un vissuto arcaico)
  • Restituisce dignità al sentito emozionale e corporeo (censurato dalla nostra cultura)
  • Sviluppa una prospettiva unificatrice dell’essere umano che integra le varie dimensioni (sensoriali, affettive, intellettuali, sociali, spirituali)
  • Favorisce un adattamento creativo all’ambiente evidenziando i meccanismi di bloccaggio (interruzioni del ciclo di gratificazione dei bisogni) che condizionano il comportamento
  • Non mira a spiegare le origini delle nostre difficoltà ma a farci sperimentare il percorso per trovare nuove soluzioni
  • Sostituisce al “sapere perché” il “sentire come” (considerato fautore del cambiamento)
  • Punta l'attenzione al flusso delle proprie  sensazioni (esterocettive e propriocettive) e dei propri sentimenti
  • Realizza la coscienza della successione delle figure e dei relativi sfondi, a tutti i livelli d’esperienza
  • Elabora esercizi di consapevolezza che partono da un vissuto attuale e favoriscono l’emergere di una “situazione incompiuta”
  • Favorire la messa  in atto dei sentimenti repressi in vista di una ri-elaborazione del sistema individuale di percezione e  di rappresentazione mentale
  • Rendere esplicito ciò che è implicito  per far capire a ciascuno come funziona, nel qui ed ora, al confine-contatto tra sé e ambiente

 

Facendo ciò, la Gestalt Psicosociale ricerca una migliore espansione del potenziale latente dell'individuo e diversamente dall’approccio tradizionale - che distingue il sano dal patologico e mira alla normalizzazione dell’individuo centrata sull’adattamento sociale (guarigione come riparazione dei disturbi) - punta allo sviluppo personale, alla formazione, al rafforzamento del potenziale umano.

 

Coerentemente all’“approccio olistico” mira a mantenere e sviluppare il benessere integrale dell’individuo in linea con la definizione della OMS secondo cui  “La salute non è l’assenza di malattia o infermità bensì uno stato di completo benessere fisico, spirituale e sociale”

 

La gestalt psicosociale d'altra parte conferma anche i principi basilari dell'epistemologia della complessità in quanto dà la precedenza al vissuto concreto rispetto ai principi astratti (essere, non dover-essere, non sapere-di-essere), ammette la singolarità, unicità, originalità di ogni esistenza e postula la Responsabilità individuale nella costruzione del progetto esistenziale e nell’attribuzione di senso al mondo. Essa, inoltre, sostiene con forza che:

 

  • il tutto è diverso dalla somma delle parti poiché la percezione di una totalità non può ridursi alla somma degli stimoli percepiti (un volto umano non è la somma delle sue parti)
  • una parte in un tutto è diversa dalla stessa parte presa isolatamente o inserita in un altro tutto (un grido in un gioco o un grido nel deserto)
  • una parte trae le sue proprietà in base alla sua collocazione ed alla sua funzione nei diversi contesti

 

Ne deriva che per comprendere un comportamento non basta analizzarlo ma bisogna averne una visione sintetica, bisogna percepirlo nell’insieme più vasto costituito dal contesto globale.

Alla base dell'epistemologia contemporanea della complessità troviamo proprio alcune parole d'ordine come: contestualizzare, globalizzare, vedere i problemi in modo multidimensionale, affrontare il complesso

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