- Abbiamo un problema: litighiamo sempre.
- Vuol dire che gira tanta energia, se volete capire che tipo di energia e quali possibilità si stanno delineando per voi, parliamone.
Non so se questo dialogo ti sorprende o meno, se sei abituato a pensare che litigare fa male alla coppia o all’ambiente familiare, oppure se sai vedere l’evento come energia in movimento.
Litigare sempre è molto stressante, proprio perchè dentro di noi si smuovono emozioni e l'emozione è energia. L’errore non sta nel litigare, ma nell’evitare di interrogarsi su cosa sta realmente accadendo.
Spesso le liti creano dei circoli viziosi, soprattutto in famiglia, e sembra di vivere copioni ormai fissati e non più modificabili. In realtà rompere un circolo vizioso è segno di evoluzione. La domanda è: quale tipo di evoluzione?
Partiamo da una certezza: lo sviluppo interiore è impossibile senza conflitti.
L’essere umano è strutturato su elementi in contrapposizione. E’ l’assenza di conflitti che è malattia, negazione della differenza, energia soffocata o implosa.
Anche nella spiritualità di una persona questo è profondamente vero. Non esiste il mite ed umile di cuore come punto di partenza, ma come condizione raggiunta, differenze accolte e parti di noi riconciliate.
Bellissima per me è la visione della croce di C.G. Jung che la identifica come espressione archetipica degli opposti: la croce spezza l’essere umano aprendolo per Dio.
Dov’è quindi il problema che crea la lite, che possiamo definire come una forma di conflitto?
- La prima cosa è quando si ha paura del conflitto, timore di litigare. Il famoso “lo faccioper quieto vivere” è paragonabile all’innesco di una bomba ad orologeria che prima o poi esploderà creando devastazione. Evitare il confronto, lo scontro, equivale a negare la verità della differenza e fa inevitabilmente male ad entrambe le parti.
- La seconda cosa è quando strumentalizzo il conflitto o la lite per ferire, colpire, aggredire. Uso l’emozione della rabbia per svilirti, umiliarti, farti sentire in colpa, ecc.
Tra le tante definizioni di conflitto ho scelto quella di Hedwig Kellner: “Un conflitto si crea quando si mira ad almeno due cose opposte, oppure quando almeno due parti in causa vogliono per sé la stessa cosa e sono in concorrenza per ottenerla”.
Magari queste cose le sai bene. Torniamo allora alla domanda iniziale: come trasformare una lite in un evento evolutivo?
Altra cosa che sappiamo tutti: fermarsi a riflettere, far decantare il tumulto emotivo. Porsi nell'ascolto di se stesso e chiedersi per quale motivo vero tutto il mio mondo emotivo si è messo in moto e ha generato questo circolo di energia. Per difendere o affermare cosa?
Utile è la domanda che mi porta a vedere su cosa stiamo realmente litigando: su una responsabilità? un valore? una regola? sul confine tra me e te o per una questione di potere?
Se non comprendo cosa sto difendendo, cosa sto rivendicando non rendo produttivo questo momento.
Poi soffermarsi sulla comunicazione. Spesso, molto spesso è un problema di comunicazione. Si parlano due lingue diverse e non ci si comprende e ci si trincera dietro la paura di perdere.
Cosa stavo comunicando? L'altro cosa mi stava veramente comunicando con il corpo, con i gesti, con la distanza? E io cosa ho capito di quello che mi voleva dire?
Ci sono due leggi della comunicazioni che sono fondamentali:
- quello che abbiamo comunicato è quello che l’altro ha capito;
- in una relazione chi è più flessibile ha più potere.
Conosciamo la citazione che dice: urliamo quando sentiamo il cuore dell’altro lontano e sussurriamo quando lo avvertiamo vicino.
Non è certo così semplice nella realtà, ed è una questione di esercizio di ascolto. Eppure, per chi lo ha sperimentato, non c'è momento più bello di quello in cui, una volta ascoltato il proprio cuore e cercato di comprendere ciò che il cuore dell'altro voleva dire, si è pronti per riparlare guardandosi negli occhi.
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