Libertà e disciplina
Accostare libertà a disciplina può apparire scelta provocatoria, il modo per evidenziarne la contrapposizione volendo limitare la libertà, costringerla in limiti e norme invalicabili, assoggettarla al rigore, al potere previsto e imposto da un insegnamento esterno. In effetti, è questa la immediata e diffusa percezione che abbiamo a sentir pronunciare insieme parole che nel nostro immaginario, per ciascuno, rappresentano realtà opposte, tuttavia, così non è e la situazione, ben più complessa, merita almeno qualche puntualizzazione.
Libertà e disciplina risultano antitetiche se si intende la libertà come il poter fare ciò che piace e la disciplina come un costrutto monolitico di regole e norme create per frenare, mortificare i naturali impulsi e la nostra creatività; per questa convinzione, la libertà è agognata e desiderata, mente la disciplina è avvertita come punizione, imposizione che malvolentieri accettiamo e a cui ci pieghiamo dietro costrizione.
Ma se libertà è poter fare ciò che ognuno desidera, è ben più che l’inseguire il capriccio di un impulso momentaneo, di una voglia (magari indotta) che come un fuoco di paglia ci esalta all’improvviso e ci coinvolge inaspettatamente e, per questo, con una forza alla quale ci sembra di non poter resistere. Libertà, perché sia ciò che vogliamo è quella che ognuno nutre di individuali desideri, sogni e progetti a lungo definiti, composti e ricomposti , è la nostra più intima identità, disegno di un modello di vita che dà senso al nostro passato, al presente e dispiega il futuro, il nostro futuro personalissimo e certamente diverso da ogni altro. Per quei progetti, per rendere realtà quei sogni, ciascuno di noi si impegna a superare con tenacia gli inevitabili ostacoli, prevedibili e non. La determinazione con cui ci accingiamo ad ottenere ciò che per noi è importante, non è essa stessa disciplina che si sostanzia di rispetto di condizioni essenziali, di priorità, competenza e integrazione di conoscenze?
Eravamo ancora studenti quando abbiamo preso atto che l’applicazione e lo studio a cui ci avvicinavamo malvolentieri, era tuttavia quella pietra miliare sulla quale potevamo far crescere i nostri più profondi interessi, sulla quale crescevamo noi stessi. Già allora abbiamo compreso che ogni metà desiderata comporta gran lavorio coerente e competente e forse oggi è proprio questa la terribile omissione che da adulti continuiamo a perpetrare nei confronti delle giovani generazioni: preferiamo credere che sia meglio assecondare la frequente loro mancanza di motivazione, di operosità, di rifiuto di norme e regole, piuttosto che aiutarli a individuare i loro interessi e sogni, ad apprendere la forza della convinzione con cui renderli durevoli piuttosto che volatili per poter leggere un quei sogni, in quei loro particolari interessi, nelle loro inclinazioni se stessi e dunque imparare a conoscer-si e …trovar-si.
Mi ha piacevolemente colpito un esempio che recentemente ho letto: Suonando la chitarra, non è possibile essere liberi di esprimersi senza aver appreso attraverso la disciplina degli studi un ricco fraseggio di suoni. O meglio, se sappiamo suonare solo 3 accordi e 2 ritmi, il massimo di creatività che possiamo esprimere sono le combinazione dei 3 accordi con i 2 ritmi. Mentre se abbiamo appreso decine o centinaia di combinazioni di accordi e altrettanti ritmi diversi la nostra ricchezza di espressione, e pertanto libertà di scelta, aumenta in modo inimmaginabile rispetto alla prima situazione. https://naturalentamente.it/liberta-forma-disciplina
L’agire la propria libertà è esercizio importante, è ininterrotto allenamento quotidiano che ci soccorre ogni qualvolta ad esempio abbiamo necessità di contenere l’invadenza dell’altro, la sua pressione, la sua capacità di seduzione. Chi è “l’altro”? Certamente le persone che frequentiamo, i contesti nei quali operiamo, il mondo mediatico che è così abile ad assopire ogni nostra volontà al punto di indurci ad avvertire esercizio di libera nostra volontà il desiderare esattamente ciò che è stato programmato, ma non da noi… “l’altro” sono le nuove abitudini che lasciamo entrare nella nostra vita, sottovalutandone il condizionamento fino a scoprirci prigionieri di automatismi che limitano la nostra libertà di scelte; è la nostra incapacità a gestire il tempo come vorremmo e, come nei rari momenti di sincerità con noi stessi, sentiamo urgente e necessaria.
Disponiamo di tante opportunità, la nostra vita è ricca, persino affastellata di sollecitazioni, progetti immediati o a brevissima scadenza che, più che avvicinarci, ci allontanano dalle tante forme di libertà di cui possiamo appropriarci.
L’abbondanza non rende liberi! (David Allen, Detto, Fatto!).
Il volo e la possbilità di spaziare liberi nell'aria, non è forse forma di esperta abilità disciplinata, persino per chi è atto al volo e dispone di ali?
Cordialissimamente,
Giancarla Mandozzi
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