E se non lo trovo, come faccio?


esploratrice

E cosa non trovi? Il tempo, un compagno, il lavoro? Nelle pluripossibilità che abbiamo di intessere legami, cambiare attività, gestire diversamente il tempo siamo sempre in una dimensione di mancanza. E quindi sempre insoddisfatti. E’ vero che siamo più liberi, abbiamo accesso alle informazioni, a mille conoscenze da attivare attraverso i social networks, di lavorare da dovunque grazie alla rete, di fare sesso senza amore.  Siamo pieni di cose e di relazioni,   ma  tutte che durano poco, proprie dell’attimo fuggente, fondamentalmente senza impegno.

E’ questo è il punto: l’accesso al lavoro, al partner, all’amico non è un punto di arrivo, la soluzione della nostra esistenza, ma un punto di inizio da cui partire ed intraprendere la  cura, con impegno e  responsabilità. La responsabilità vuol dire “abile della cosa”: se non lo siamo,  possiamo imparare. Ma per imparare, soprattutto se adulti, ci vuole sacrificio ed impegno.

La libertà di cui godiamo è in relazione alla società in cui viviamo: non esiste più la istituzione della famiglia, della chiesa, della scuola. Esiste l’individuo che, nella sua individualità,  stabilisce i propri canoni e le proprie regole. E’ questa la libertà?  <La libertà non è mai solo “mia”. E’ sempre anche la “nostra”. La libertà è un progetto sociale> (Magatti, Giaccardi “Generativi di tutto il mondo unitevi!” Ed. Fletrinelli)

Ma se manca il progetto, non c’è cura, non c’è impegno.

 

Come fare per trovare quello che cerchiamo? Innanzitutto usciamo dalla dimensione delbisogno ed entriamo in quella del desiderio. Se ho fame, sono mosso dal bisogno di mangiare. E mi accontento. Se ho fame e desidero mangiare, preparo una bella cena e invito anche una persona che mi piace, per condividere il piacere. Il desiderio attiva l’energia desiderante, che mette in moto le risorse migliori. Il bisogno attiva la richiesta, spesso pressante e postulante, è manifestazione di sofferenza. 

 

Nella scala dei desideri (come individuata da M. Bruscaglioni in “Persona Empowerment”)l’individuo – che da qui in poi chiamerò persona – si mette in azione per aggiungere, ampliare quello che ha: desiderio di capire meglio; desiderio di innovare, generare qualcosa di nuovo; desiderio di imparare nuove conoscenze e capacità; desiderio di esperienze più ampie e approfondite.

Per esempio nella ricerca di un partner: la persona che desidera un partner, o comincia a desiderare un partner,  ha completato il proprio processo di individuazione, cioè sa chi è indipendentemente dalla famiglia di origine e dalle aspettative che gli altri avevano su di lui/lei.

Se desidera una relazione amorosa la vuole non occasionale.  E  incomincia a cercare il partner in ambiti nuovi rispetto alle sue amicizie, conoscenze, contatti virtuali.

La persona che desidera un partner si mette in gioco e si interroga sulle proprie conoscenze ed abilità e comportamenti per acquisire, costruire e mantenere una relazione di coppia stabile e duratura.

La persona che desidera un partner non fa riferimento a partners già avuti o relazioni già intessute e a tradizionali modelli di riferimento: cerca di immaginare un nuovo modello di coppia, che sia soddisfacente, consistente e bello.

La persona che desidera un partner genera una nuova famiglia. Magari mette al mondo dei figli.  Instaura nuovi valori, nuovi riti, intesse nuovi modi di vivere insieme.

 

Per tutto questo la persona  investe su di sé:

mette impegno, costanza e cura nel potenziare la parte di sé che influenza gli eventi, e non si appoggia al caso (locus of control interno);

  • mette impegno nel potenziare la propria autoefficacia, <convinzione nelle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso della azioni, necessario a gestire adeguatamente le situazioni che si incontrano, in modo da raggiungere i risultati prefissati> (Bandura 1986);
  • mette impegno nella possibilità di sperare, ovvero aprirsi a nuove possibilità e fattori, incontri, non previsti o prevedibili;
  • mette impegno nel potenziare il pensiero positivo: non guarda solo il mancante, ma quello che c’è.
  • L’impegno implica tempo, costanza,  cura;  implica chiedere aiuto; implica mettersi in una dimensione di apprendimento.

Attraverso il potenziamento delle aree indicate la persona può andare nel mondo e sentirsi speciale, unica e desiderare un partner degno di sé. < Che cosa sia degno di una vita umana non è stabilito una volta per tutte, ma muta nel tempo in rapporto alle condizioni del mondo sociale> (Magatti, Giaccardi “Generativi di tutto il mondo unitevi!” Ed. Fletrinelli).

La persona nella sua unicità stabilisce cosa è degno per sé, in quanto è protagonista della propria vita, responsabile delle proprie scelte, libero dai vincoli del bisogno.

Non la chiamare gente, sono persone, una per una” (E. De Luca “Il giorno prima della felicità” ed. Feltrinelli).

Fine I parte

 

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