Il "mestiere" del genitore


mestiere genitore

Essere genitori è il ‘mestiere’ più difficile e più importante che una persona possa intraprendere, perché non esiste un manuale da cui possa attingere. La maggior parte dei genitori imparano col tempo, influenzati dal modo in cui sono stati cresciuti, da quello che hanno letto o da quello che hanno visto fare agli altri.

Ogni azione o comportamento metterà in moto una serie di emozioni da gestire: amore, gioia, orgoglio ma anche rabbia, ansia, panico. Capiterà di lottare con i propri sentimenti mentre si prendono delle decisioni molto importanti che influenzeranno tutta la famiglia. Queste emozioni possono far provare un senso di inadeguatezza e sensi di colpa.
Come dice il pediatra Claudio Bellecca “affinchè il rapporto con chi si è generato divenga il più giovevole e costruttivo possibile, è indispensabile crescere ed evolvere come individui e poi anche come padri e madri”. E' perciò necessario partire da sé stessi, dalla propria storia individuale di figlio per poi arrivare ad essere genitore.

 

In molti casi i genitori possono aver bisogno di un supporto, un sostegno da parte dei propri cari o dalle istituzioni; è in quest’ottica che nascono i gruppi di sostegno.

Il concetto fondamentale del gruppo di sostegno alla genitorialità si esplica in tre parole chiave: attivazione, condivisione, reciprocità.

E’ un momento di incontro tra persone in difficoltà e persone che sentono l’esigenza di essere genitore, che si attivano ed aiutano, portando nel gruppo la propria storia, la propria esperienza, le proprie conoscenze e risorse.

Parlare con persone che hanno attraversato esperienze analoghe, seppur estranee, consente di affrontare le difficoltà quotidiane ed imparare a riconoscerle per il futuro.
Il gruppo di sostegno alla genitorialità consente di attivare l’empowerment, inteso “come processo di crescita, sia dell'individuo sia del gruppo, basato sull'incremento della stima di sé, dell'autoefficacia e dell'autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l'individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale” (fonte Wikipedia).

Si assiste ad una vera e propria trasformazione del singolo all’interno del gruppo: ogni persona, che inizialmente si percepisce come bisognosa d’aiuto, si ritrova ad essere in grado di dare aiuto.

Ciò che i membri del gruppo ricercano è l’essere riconosciuti, rassicurati, informati e contenuti e nel gruppo ritrovano accoglienza, solidarietà, incoraggiamento e sostegno seguiti da empatia e affettività.

Tra le regole fondamentali del gruppo c’è la sospensione del giudizio e del pregiudizio, la comunicazione è di tipo orizzontale, ognuno esprime liberamente il proprio pensiero, rispettando gli altri.

Solitamente questi gruppi non superano le 20 persone, ciò facilita l’interazione tra i soggetti e l’espressione delle emozioni.

Fondamentale è la presenza di un facilitatore, soprattutto all’inizio del percorso in quanto le azioni di aiuto all’interno del gruppo non avvengono sempre e solo spontaneamente, ma spesso devono essere guidate, provocate e facilitate.

Tra gli scopi fondamentali del gruppo di sostegno alla genitorialità vi è quello di sperimentare nuovi stili di vita e di comportamento, nuovi modi di vedere e trasmettere le proprie esperienze e di affrontare e risolvere le difficoltà. La persona ha quindi la possibilità di aumentare e fortificare la propria autostima e di raggiungere un benessere psicofisico.

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