Spesso non ci si accorge neppure di subire un attacco ischemico transitorio, il cosiddetto T.I.A., ovvero l'istaurarsi di un deficit della vascolarizzazione che può determinare una carenza di ossigeno delle cellule coinvolte in un punto di una zona del tessuto cerebrale. Solo quando, per una circostanza a volte diversa dalla asintomatologia o sintomatologia ictale, ci si sottopone ad una TAC o ad una Risonanza Magnetica Nucleare si scopre l'arcano. E c'è già chi, con questa sola notizia, inizia a subire degli attacchi di panico ogni qualvolta si trova in una determinata situazione: da solo per strada, su un mezzo pubblico o alla guida di un'autovettura.
L'ictus, invece, che ha una durata, una intensità ed una evoluzione diverse, lascia segni a volte indelebili ed irreversibili nei soggetti sopravvissuti. Per queste ragioni, oltre ad un recupero fisioterapico, è importante che la persona colpita abbia anche un supporto psicologico e/o di sostegno.
La figura del counsellor si integra benissimo con quella dello psicologo nella fase di supporto e di sostegno, mentre sono di stretta competenza dello psicoterapeuta la rimozione di eventuali traumi che hanno generato fobie o il trattamento di patologie più gravi. Per la parte neuronale, ovvero per tutte quelle patologie che coinvolgono il sistema nervoso centrale, è indispensabile la figura del neurologo che spesso si affianca a quella del fisiatra. Un lavoro di squadra che richiede una elevata professionalità, pazienza e attenzione estrema.
A molti italiani la figura del counsellor risulta sconosciuta poiché, rispetto ai paesi anglosassoni, essa è meno diffusa e non gode di un riconoscimento universitario ufficiale. Tuttavia la preparazione dei counsellor è lunga e meticolosa ed ha la durata di una laurea breve ma con in più un'attenta e costante supervisione, una maggiore operatività sul campo, ed un periodo di tirocinio mirato presso strutture pubbliche o private. I counsellor di formazione gestaltica vengono preparati presso istituti che sono riconosciuti dal M.I.U.R. per le loro scuole di specializzazione in psicoterapia (riservate ai laureati in psicologia).
Cosa può fare il counsellor nella fase post-ictus? Interagire con i pazienti mediante la costituzione e la gestione controllata di gruppi di mutuo aiuto, facilitando il contatto e il dialogo tra i vari ictati, utilizzando tecniche di rilassamento e favorendo il reinserimento nel tessuto sociale dei malati; riferendo allo psicologo ed al neurologo eventuali miglioramenti oppure atteggiamenti che lasciano presagire l'insorgere di patologie collaterali.
Anche se il counsellor è un libero professionista i costi delle prestazioni elargite (a domicilio o presso sedi convenzionate) sono molto contenuti ed abbordabili pure dal Servizio Sanitario Nazionale.
< Prec. | Succ. > |
---|