L'odierna assenza di valori che circonda la popolazione giovanile causando quella deriva nichilista che conosciamo nelle estreme conseguenze del bullismo, della violenza diffusa e in tutta quella complessa gamma di forme di abulia sociale, con ricadute sul piano organico e psichico, è ormai diventata un luogo comune, strombazzato in ogni dove e con ogni strumento dai mezzi di informazione, con la tipica cadenza cupa e ossessiva della sloganistica mediatica. Si pestano gli immigrati per noia, si fanno rapine per emulare il cattivo televisivo del momento, si iniziano ad assumere sostanze stupefacenti e alcolici quasi per automatismo. Il fenomeno ha assunto proporzioni storiche e attraversa ogni fascia sociale, senza distinzioni, scardinando qualsiasi referente pedagogico e/o alibi socio-criminologico, creando una vera e propria lacerazione nel ruolo genitoriale. La scuola, il luogo in cui "tutto accade" si è paradossalmente trasformata nel luogo in cui "accade di tutto".
Le cause sono diverse, cercherò di analizzarle più compiutamente in altri articoli. Per ora mi preme precisare quanto segue. Il sistema sociale odierno è un sistema bloccato, privo di alternative esistenziali in grado di essere proiettate nel futuro, dunque un sistema dove il concetto di futuro si è inaridito e ridotto a mera gestione dell'esistente. I percorsi pedagogici tradizionali intrapresi dai genitori, pur nella loro ineccepibile caratterizzazione morale nonchè nel loro raggiungimento di obiettivi formativi temporanei, vengono puntualmente stralciati all'atto dell'ingresso del minore nell'alveo del confronto sociale, quando cioè allontanandosi dall'humus famigliare inizia a tessere una trama di rapporti intersoggettivi e di esperienze autoctone.
E' il momento in cui il vuoto sociale prende il sopravvento, un momento in cui un'intera vita spesa dai genitori per i figli in nome dei valori più edificanti può infrangersi nell'arco di pochi giorni, perchè il carattere preordinato e quasi idealizzato della vita trasmesso fino a quel momento si scontra con una realtà assolutamente priva di motivazioni sostanziali e progettuali che siano in grado di orientare e definire la personalità del soggetto, di conseguenza, questo, non può far altro che cedere fisiologicamente ai canali emotivi della sessualità e dell'aggressività che, com'è noto, si acuiscono nella fase adolescenziale. Esiste ormai una vera e propria letteratura sulle soluzioni prospettate in proposito.
Si tratta tuttavia di soluzioni che, a mio avviso, prendono in considerazione il problema dal punto di vista esclusivamente socio-strutturale (la carenza cronica della presenza istituzionale, della sicurezza, del ruolo dei docenti nella scuola e della chiesa) mentre sono fermamente convinto che una soluzione potrebbe venire dalla storia, intesa come valore non meramente tramandato bensì rappresentato. Sarebbe essenziale cioè ridestare il nostro passato più recente riproducendone il significato attraverso una traduzione in termini concreti e accessibili.
Si tratta in sostanza di far letteralmente rivivere fatti storici traducendone il significato immediato. Parlare ai vostri figli del valore della libertà accompagnando la discussione con la visione di un documentario sulla guerra di liberazione da una tirannia, ad esempio, può essere assai più educativo dell'obbligarli ad andare a letto ad un determinato orario perchè "è giusto così". La storia ha il ruolo di testimone. Adottare questa semplice metodologia potrebbe forgiare e rafforzare in modo determinante quei tratti caratteriali distintivi che si smarriscono nel vuoto del panorama sociale.
I ragazzi potrebbero così colmare un presente fatto di niente con la lezione di un passato denso di insegnamenti.
< Prec. | Succ. > |
---|