“Ogni sogno è un’opera d’arte”[1]in cui c’è sempre continuo movimento, scontri, incontri che si manifestano senza alcun intervento della volontà dell’individuo.
Nella concezione di Perls, il sogno è inteso come una proiezione, che contiene parti scisse e polari dell’individuo. Tutte le varie e molteplici parti del sogno rappresentano frammenti della nostra personalità. Dato che l’obiettivo della Gestalt è quello di fare di ogni individuo una persona integrata, il compito da svolgere consiste nel rimettere insieme i diversi frammenti del sogno e, in questo modo, giungere a ritornare in possesso delle nostre polarità proiettate e frammentate e del nostro potenziale celato.
Abbiamo un’ampia riserva di potenziale al quale non possiamo ricorrere in quanto è stato da noi negato, respinto e dissociato per le nostre fobie e il fuggire dalla consapevolezza. Secondo Perls, la maggior parte di questo bacino di raccolta resta ed è ancora a nostra disposizione in forma di proiezione.
La persona può riappropriarsi delle sue proiezioni raccontando il sogno al presente e reinterpretando in modo drammatizzato il sogno nel qui e ora; questo permette di agevolare il riavvicinamento del soggetto ai vissuti che in esso si sono generati. In questa fase il compito del counselor è molto delicato perché deve sapere accompagnare il cliente nella “discesa agli inferi”, nel “sottosuolo”, dove le parti che sono state scisse e proiettate prendono contatto fra loro e potrebbero determinare elementi di forte sconvolgimento.
Perls ritiene che sia patologica la proiezione parziale, a differenza della proiezione totale, che è invece intesa come “esperienza artistica”,[2]data dall’identificazione con l’oggetto in questione; egli ritiene che sia necessario entrarci fino in fondo per proiettarci in modo completo nell’oggetto o nella persona in questione e per potere riassimilare e recuperare le proiezioni. A tale scopo per Perls è fondamentale per l’individuo identificarsi con qualcosa di diverso da se stesso e quindi “trasformarsi” e avere veramente la sensazione di essere l’altra persona o un oggetto, es. un bambino, un fiume, una strada, ecc.
[1]Fritz Perls, Gestalt Theraphy verbatim, Real People Press,1969 (tr. it. La terapia gestaltica parola per parola, Roma, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini, 1980, p. 76).
2Ibidem.
[1]Fritz Perls, Gestalt Theraphy verbatim, Real People Press,1969 (tr. it. La terapia gestaltica parola per parola, Roma, Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini, 1980, p. 76).
[2]Ibidem.
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