Sono stati dati due temi agli studenti: ai gruppi di maschi tema dal titolo “cosa significa sentirsi uomo” e ai gruppi femminili “cosa significa sentirsi donna”. Al fine di sollecitare una riflessione sul “vissuto” del sesso opposto due ulteriori temi: per i maschi “cosa pensi voglia dire sentirsi donna” e per le femmine “cosa pensi voglia dire sentirsi uomo”.
Dalla lettura emerge chiaramente il diverso atteggiamento tra maschi e femmine: i primi legati maggiormente alla fisicità ( “avere una particolare attrazione verso le donne: guardare le loro curve ed eccitarsi”, “vuol dire avere fantasie sessuali con le donne”, “l’uomo è attratto dalla forma fisica delle donne e per la loro bellezza ed intelligenza, ma più per l’aspetto fisico”), al potere del loro ruolo sessuale (“significa sentirsi superiori alle donne e poi tanta voglia di fare sesso. Noi non abbiamo molti problemi con le donne, infatti le donne anche quando sono madri devono stare in casa e l’uomo deve mantenere la famiglia”), le seconde più attente al piano dell’intimità e del ruolo di madre (“avere la possibilità di diventare madre”, “provare emozioni che gli uomini non possono vivere”, “significa avere un certo comportamento, essere gentili e raffinate”, “sono maggiormente sensibili sia ai problemi sociali sia affettivi”, “essere più sensibile ed emotiva”). E’ emersa dunque la vecchia dicotomia sesso forte/sesso debole.
La donna /madre che deve occuparsi della casa mentre al maschio è attribuito il ruolo di sostegno della famiglia. E’ stato sufficiente chiedere loro il motivo per il quale le femmine vivono mediamente più a lungo dei maschi per mettere in crisi la “superiorità” maschile e per spostare l’attenzione dal piano della fisicità a quello culturale dell’identità di genere. Alcune riflessioni indicano aspetti comuni e come tali appartenenti più che ad un’identità sessuale al loro desiderio di realizzazione di sè sganciato da una connotazione sessuale: “donna significa per noi essere più autonome della nostra vita, scegliere le proprie decisioni”, “sentirsi più sicura”, “avere più responsabilità”, “significa risolvere i problemi in modo diverso che da piccole” scrivono le femmine e “essere una persona matura capace di superare le diverse difficoltà”, “significa essere in grado di affrontare problemi seri”, “essere autosufficienti ed avere un proprio carattere ben definito” scrivono i maschi. Questa visione di indipendenza e autonomia si accompagna, nelle femmine, ad un bisogno di sicurezza, protezione ( “avere bisogno di protezione”, “aver bisogno di stima e amore”, “aver bisogno di sicurezza” ), indice che il tentativo di svincolo dall’infanzia contiene elementi di ambivalenza. Nei maschi non sembra essere presente più per un orgoglio di “ruolo” che per una reale assenza. Nell’immedesimazione nell’altro sesso i maschi dimostrano la capacità di calarsi in abiti diversi: “essere donna vuol dire avere una maggiore sensibilità”, “vedono tutto rosa e sono essenzialmente più romantiche” , “vuol dire essere protetta e accurata”, ”sono più aperte ai problemi degli altri“, ”hanno un maggior senso affettivo” anche se permangono i consueti riferimenti all’aspetto fisico: “mettere in evidenza le proprie curve, il proprio viso e la sua totale bellezza”, “vuol dire essere fiere dei propri seni e della grandezza di essi”, “avere il seno e l’apparato genitale diverso dagli uomini, avere mestruazioni”. Trasportano inoltre il loro vissuto di dominanza: “sentirsi oppresse e inferiori agli uomini e cercare di ottenere gli stessi diritti degli uomini” , “sentirsi serve nei confronti degli uomini” ,”subire la supremazia dell’uomo”.
Le femmine calandosi in abiti maschili mettono in evidenza quanto i comportamenti dell’altro sesso siano vincolati al mantenimento di un ruolo o come dicono al “sostegno di una recita”: “I ragazzi fanno di tutto per apparire quello che non sono con le ragazze”, “ “essere rude e non manifestare i propri sentimenti per non apparire sdolcinato” , “pensare di essere importanti”, “non si fa’ notare per quello che è ma per quello che ha”, “l’esperienza di essere capo famiglia credendosi in molti casi superiore alla donna”, “sfacciato”, “fare i cafoni con le ragazze”, “essere vanitoso anche se non ha doti eccezionali”. C’è da parte delle ragazze il desiderio di rivincita sul “sesso forte” come traspare in alcune frasi “minacciose”: “anche le donne spesse volte sono delle vere e proprie vipere (la donna elevata al quadrato riduce l’uomo ai minimi termini). Se la sessualità è vissuta con curiosità , traspare anche la paura legata a ciò che per loro è comunque sconosciuto e avvolto da un alone di mistero.
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