L'INSEGNANTE COME FACILITATORE DELL'APPRENDIMENTO


 

In questi giorni mi è capitato di leggere alcuni articoli relativi alle problematiche del personale docente nell'affrontare il disagio giovanile e le difficoltà legate all'apprendimento degli allievi. Credo sia oramai indispensabile, da parte degli insegnanti, l'utilizzo di strumenti idonei che l'approccio umanistico mette a disposizione. Infatti all'interno di un contesto più propriamente scolastico l'approccio umanistico non è tanto interessato al problema della trasmissione di conoscenze, ma ai rapporti umani che si stabiliscono all'interno della scuola e di come questi rapporti non solo possono essere facilitanti o disturbanti per il processo di conoscenza, ma possano esserlo anche per la strutturazione della personalità del ragazzo. L'insegnamento centato sull'allievo assegna all'allievo stesso un ruolo molto più importante riguardo alle decisioni relative al programma, alla responsabilità sul proprio processo di apprendimento.

L'insegnante, come ho evidenziato nel titolo dell'articolo, dovrebbe fungiere da facilitatore dell'apprendimento in quanto dovrebbe essere in grado di rivolgere "uno sguardo di considerazione positiva" all'allievo, di avere un atteggiamento empatico e sensibile, di adattare i contenuti "individualizzandoli", di accettare i suoi sentimenti e le sue aspirazioni, di sostenerlo nella sua ricerca di autodeterminazione. La premessa è che quanto più si è in grado, come insegnanti o genitori, di essere genuini, empatici, e congruenti tanto più si favorirà la crescita e la capacità di apprendimento del ragazzo. Ma la scuola centrata sull'allievo non è solo sensibile allo sviluppo emozionale  e personale, ma anche ai problemi della didattica. L'orientamento potrebbe orientarsi verso un apprendimento rivolto alla scoperta, alla ricettività con una particolare attenzione rivolta alle strategie metacognitive  ed agli stili cognitivi degli allievi.  Secondo me queste premesse posso essere fondamentali per ottenere dagli allievi dei risultati rilevabili nel miglior rendimento scolastico, nella motivazione, nel benessere psicologico, nella costruzione di un clima positivo anche di cooperazione e collaborazione tra compagni di classe e nel recupero dei ragazzi emarginati.

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